BOSULIF 28CPR RIV 400MG

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DENOMINAZIONE

BOSULIF COMPRESSE RIVESTITE CON FILM (Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale. Cio’ permettera’ la rapida identificazione di nuoveinformazioni sulla sicurezza. Agli operatori sanitari e’ richiesto disegnalare qualsiasi reazione avversa sospetta).

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Agenti antineoplastici, inibitori delle protein-chinasi.

PRINCIPI ATTIVI

Questo farmaco da 100 mg compresse rivestite con film: ogni compressarivestita con film contiene 100 mg di bosutinib (monoidrato). Questo farmaco da 400 mg compresse rivestite con film: ogni compressa rivestita con film contiene 400 mg di bosutinib (monoidrato). Questo farmaco da 500 mg compresse rivestite con film: ogni compressa rivestita con film contiene 500 mg di bosutinib (monoidrato).

ECCIPIENTI

Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina (E460), sodio croscarmelloso (E468), poloxamer 188, povidone (E1201), magnesio stearato (E470b). Film di rivestimento. Questo medicinale da 100 mg compresse rivestite con film: alcool polivinilico, diossido di titanio (E171), macrogol 3350, talco (E553b), ossido di ferro giallo (E172). Questo medicinale da 400 mg compresse rivestite con film: alcool polivinilico, diossido di titanio (E171), macrogol 3350, talco (E553b), ossido di ferro giallo (E172), ossido di ferro rosso (E172). Questo medicinale da 500 mg compresse rivestite con film: alcool polivinilico, diossido di titanio (E171), macrogol 3350, talco (E553b), ossido di ferro rosso (E172).

INDICAZIONI

Questo farmaco e’ indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da: leucemia mieloide cronica con cromosoma Philadelphia positivo (LMC Ph+), in fase cronica (FC), di nuova diagnosi; LMC Ph+ in FC, in fase accelerata (FA) e in fase blastica (FB), trattati in precedenza con uno o piu’ inibitori della tirosin-chinasi (TKI) e per i quali l’imatinib, il nilotinib e il dasatinib non sono considerati opzioni terapeutiche appropriate.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita’ al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Compromissione epatica.

POSOLOGIA

La terapia deve essere iniziata da un medico esperto nella diagnosi enel trattamento di pazienti affetti da leucemia mieloide cronica (LMC). Posologia. LMC Ph+ in FC di nuova diagnosi: la dose raccomandata e’400 mg di bosutinib una volta al giorno. LMC Ph+ in FC, FA o FB con resistenza o intolleranza alla terapia precedente: la dose raccomandatae’ 500 mg di bosutinib una volta al giorno. Nel corso delle sperimentazioni cliniche, il trattamento con bosutinib e’ stato continuato finoa progressione di malattia o fino a quando non e’ stato piu’ tollerato dal paziente. Aggiustamenti della dose: nella sperimentazione clinica di Fase I/II condotta in pazienti affetti da LMC resistenti o intolleranti alla precedente terapia, e’ stato consentito un aumento della dose, assunta con il cibo, da 500 mg a 600 mg una volta al giorno, nei pazienti che non hanno dimostrato una risposta ematologica completa (CHR) entro la settimana 8 o una risposta citogenetica completa (CCyR) entro la settimana 12 e non ha manifestato reazioni avverse di grado 3 o superiore, possibilmente correlate al prodotto in fase di sperimentazione. Mentre, nella sperimentazione clinica di Fase III in pazienti con LMC in FC di nuova diagnosi trattati con bosutinib 400 mg, gli aumenti della dose, assunta con il cibo, con incrementi di 100 mg fino a un massimo di 600 mg una volta al giorno sono stati consentiti se il paziente non avesse dimostrato trascritti del gene BCR-ABL <= 10% al mese 3, non avesse manifestato una reazione avversa di grado 3 o 4 al momento dell’aumento della dose e tutte le tossicita’ non ematologiche digrado 2 fossero state risolte almeno al grado 1. Nella sperimentazione clinica di Fase I/II in pazienti con LMC resistenti o intolleranti aprecedenti terapie che hanno iniziato il trattamento a <= 500 mg, 93 (93/558; 16,7%) hanno avuto un aumento della dose fino a 600 mg al giorno. Nella sperimentazione clinica di Fase III in pazienti con LMC in FC di nuova diagnosi che hanno iniziato il trattamento con bosutinib a400 mg, un totale di 46 pazienti (17,2%) ha ricevuto un aumento delladose a 500 mg. Inoltre, il 5,6% dei pazienti nel gruppo trattato con bosutinib ha avuto ulteriori aumenti della dose a 600 mg. Dosi maggiori di 600 mg/die non sono state studiate e pertanto non devono essere somministrate. Aggiustamenti della dose in caso di reazioni avverse. Reazioni avverse non ematologiche: qualora si sviluppi tossicita’ non ematologica moderata o severa clinicamente significativa, la somministrazione di bosutinib deve essere interrotta e puo’ essere ripresa a una dose ridotta di 100 mg assunta una volta al giorno dopo la risoluzionedella tossicita’. Se clinicamente appropriato, deve essere preso in considerazione il ripristino della dose precedente la riduzione, assunta una volta al giorno. In alcuni pazienti sono state usate dosi inferiori a 300 mg/die; tuttavia, l’efficacia non e’ stata stabilita. Transaminasi epatiche elevate: in caso di aumenti delle transaminasi epatiche >5 volte il limite superiore della norma (upper limit of normal, ULN) stabilito dalla struttura sanitaria, la somministrazione di bosutinib deve essere interrotta fino al recupero a <= 2,5 volte l’ULN e successivamente puo’ essere ripresa alla dose di 400 mg una volta al giorno. Se il recupero richiede oltre 4 settimane, si deve interrompere bosutinib. Se gli aumenti delle transaminasi >= 3 volte l’ULN si manifestano in concomitanza con aumenti della bilirubina > 2 volte l’ULN e della fosfatasi alcalina < 2 volte l’ULN, bosutinib deve essere interrotto. Diarrea: in caso di diarrea di grado 3-4 secondo i criteri comuni diterminologia per gli eventi avversi (Common Terminology Criteria for Adverse Events, CTCAE) del National Cancer Institute (NCI), bosutinib deve essere interrotto e puo’ essere ripreso a una dose di 400 mg una volta al giorno dopo il recupero al grado <=1. Reazioni avverse ematologiche: in caso di neutropenia e trombocitopenia gravi o persistenti, si raccomandano le riduzioni della dose descritte di seguito. Aggiustamenti della dose in caso di neutropenia e trombocitopenia. Anc < 1,0 x10^9/l e/o piastrine < 50 x 10^9/l: sospendere bosutinib fino ad anc >= 1,0 x 10^9/l e piastrine >= 50 x 10^9/l. Riprendere il trattamento con bosutinib alla stessa dose se il recupero avviene entro 2 settimane. Se la conta ematica rimane bassa per > 2 settimane, una volta raggiunto il recupero ridurre la dose di 100 mg e riprendere il trattamento. Se ricorre citopenia, ridurre la dose di ulteriori 100 mg fino al recupero e riprendere il trattamento. Sono state usate dosi inferiori a 300 mg/die; tuttavia, l’efficacia non ? stata stabilita. Pazienti anziani (>= 65 anni): non sono necessarie raccomandazioni specifiche sulladose per gli anziani. Poiche’ le informazioni sugli anziani sono limitate, si deve prestare attenzione in questi pazienti. Compromissione renale: i pazienti con creatinina sierica > 1,5 volte l’ULN sono stati esclusi dagli studi sulla LMC. Nel corso degli studi e’ stata osservata una maggiore esposizione (area sotto la curva [AUC]) in pazienti concompromissione renale moderata e severa. LMC Ph+ in FC di nuova diagnosi: in pazienti con compromissione renale moderata (clearance della creatinina [CL Cr] da 30 a 50 ml/min, stimata con la formula Cockcroft-Gault), la dose raccomandata di bosutinib e’ di 300 mg al giorno assunta con il cibo.

CONSERVAZIONE

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

AVVERTENZE

Anomalie della funzionalita’ epatica: il trattamento con bosutinib e’associato ad aumenti delle transaminasi sieriche (alanina aminotransferasi [ALT], aspartato aminotransferasi [AST]). Gli aumenti delle transaminasi si sono verificati in genere nelle fasi iniziali del trattamento (tra i pazienti che hanno presentato aumenti delle transaminasi diqualsiasi grado, quelli con un aumento >80% hanno manifestato il primo evento nei primi 3 mesi). I pazienti trattati con bosutinib devono essere sottoposti a test di funzionalita’ epatica prima dell’inizio deltrattamento, ogni mese per i primi 3 mesi di trattamento, e quando clinicamente indicato. I pazienti che presentano aumenti delle transaminasi devono essere gestiti con la sospensione temporanea di bosutinib (eventualmente riducendo la dose dopo il recupero al grado 1 o al valore basale) e/o l’interruzione definitiva di bosutinib. Gli aumenti delle transaminasi, specialmente in caso di aumento concomitante della bilirubina, possono costituire un’indicazione precoce di una lesione epatica indotta da farmaci e questi pazienti devono essere trattati opportunamente. Diarrea e vomito: il trattamento con bosutinib e’ associato a diarrea e vomito, pertanto i pazienti con disturbi gastrointestinaliclinicamente significativi, recenti o in corso, devono usare questo medicinale con cautela e solo dopo un’attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio, poiche’ tali pazienti sono stati esclusi dagli studi clinici. I pazienti con diarrea e vomito devono essere gestiti con il trattamento standard, che include un medicinale antidiarroico o antiemetico e/o la reintegrazione di liquidi. Inoltre, la diarrea e il vomito possono anche essere gestiti con la sospensione temporanea di bosutinib, la riduzione della dose e/o l’interruzione definitiva di bosutinib. L’agente antiemetico domperidone puo’ causare l’allungamento dell’intervallo QT (QTc, intervallo QT corretto) e indurre torsioni di punta (aritmie); pertanto si deve evitare la somministrazione concomitante di domperidone. Deve essere usato solo se gli altri medicinali non sono efficaci. In questi casi si deve eseguire un’attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio e i pazienti devono essere monitorati per l’eventuale comparsa del prolungamento del QTc. Mielosoppressione: il trattamento con bosutinib e’ associato a mielosoppressione, definitacome anemia, neutropenia e trombocitopenia. Un emocromo completo deveessere eseguito ogni settimana, per il primo mese di trattamento, e successivamente ogni mese o quando clinicamente indicato. La mielosoppressione deve o puo’ essere gestita con la sospensione temporanea di bosutinib, la riduzione della dose e/o l’interruzione di bosutinib. Ritenzione di liquidi: il trattamento con bosutinib puo’ essere associato a ritenzione di liquidi, compresi versamento pericardico, versamento pleurico, edema polmonare e/o edema periferico. I pazienti devono essere monitorati e gestiti con il trattamento standard. Inoltre, la ritenzione di liquidi puo’ essere gestita anchecon la sospensione temporaneadi bosutinib, la riduzione della dose e/o l’interruzione di bosutinib. Lipasi sierica: e’ stato osservato aumento della lipasi sierica. Si raccomanda cautela nei pazienti con anamnesi pregressa di pancreatite.Nel caso in cui gli aumenti della lipasi siano accompagnati da sintomi addominali, bosutinib deve essere interrotto e devono essere prese in considerazione misure diagnostiche appropriate per escludere la pancreatite. Infezioni: bosutinib puo’ predisporre i pazienti a infezioni batteriche, micotiche, virali o protozoarie. Potenziale proaritmico: e’ stato osservato prolungamento del QTc rilevato da un’apparecchiaturaautomatica, non accompagnato da aritmia. Bosutinib deve essere somministrato con cautela ai pazienti con predisposizione o anamnesi di prolungamento del QTc, che presentano cardiopatia non controllata o significativa compresi infarto miocardico recente, insufficienza cardiaca congestizia, angina instabile o bradicardia clinicamente significativa, oppure che stanno assumendo medicinali noti per prolungare il QTc (p. es. medicinali antiaritmici e altre sostanze che possono prolungare ilQTc). La presenza di ipokaliemia e ipomagnesiemia puo’ accentuare ulteriormente questo effetto. Si consiglia di monitorare l’effetto sul QTc e si raccomanda di eseguire un elettrocardiogramma (ECG) basale prima di iniziare la terapia con bosutinib e quando clinicamente indicato.L’ipokaliemia o l’ipomagnesiemia devono essere corrette prima della somministrazione di bosutinib e devono essere monitorate periodicamentedurante la terapia. Compromissione renale: il trattamento con bosutinib puo’ causare una diminuzione clinicamente significativa della funzionalita’ renale in pazienti affetti da LMC. Negli studi clinici, nel tempo si e’ osservata una riduzione del tasso stimato di filtrazione glomerulare (eGFR) nei pazienti trattati con bosutinib.

INTERAZIONI

Effetti di altri medicinali su bosutinib. Inibitori del CYP3A: l’uso concomitante di bosutinib con inibitori forti del CYP3A (compresi, tragli altri, itraconazolo, ketoconazolo, posaconazolo, voriconazolo, claritromicina, telitromicina, nefazodone, mibefradil, indinavir, lopinavir/ritonavir, nelfinavir, ritonavir, saquinavir, boceprevir, telaprevir, prodotti a base di pompelmo, compreso succo di pompelmo) o con inibitori moderati del CYP3A (compresi, tra gli altri, fluconazolo, ciprofloxacina, eritromicina, diltiazem, verapamil, amprenavir, atazanavir,darunavir/ritonavir, fosamprenavir, aprepitant, crizotinib, imatinib)deve essere evitato, in quanto induce un aumento della concentrazioneplasmatica del bosutinib. Si deve prestare attenzione se si somministrano inibitori lievi del CYP3A in concomitanza con bosutinib. Se possibile, si raccomanda la scelta di un medicinale concomitante alternativo con potenziale minimo o assente di inibizione degli enzimi del CYP3A. Se durante il trattamento con bosutinib deve essere somministrato uninibitore forte o moderato del CYP3A, deve essere interrotta la terapia con bosutinib o ridotta la dose di bosutinib. In uno studio condotto su 24 soggetti sani a cui sono state somministrate 5 dosi giornaliere di 400 mg di ketoconazolo (un inibitore forte del CYP3A) in concomitanza con una singola dose di 100 mg di bosutinib a digiuno, il ketoconazolo ha aumentato la C max del bosutinib di 5,2 volte e l’AUC del bosutinib nel plasma di 8,6 volte, rispetto alla somministrazione del solo bosutinib. In uno studio condotto su 20 soggetti sani a cui e’ statasomministrata una dose singola di 125 mg di aprepitant (un inibitore moderato del CYP3A) in concomitanza con una dose singola di 500 mg di bosutinib a stomaco pieno, aprepitant ha prodotto un aumento della C max di bosutinib di 1,5 volte e dell’AUC di bosutinib nel plasma di 2,0volte, rispetto alla somministrazione del solo bosutinib. Induttori del CYP3A: l’uso concomitante di bosutinib con induttori forti del CYP3A (compresi, tra gli altri, carbamazepina, fenitoina, rifampicina, iperico) o con induttori moderati del CYP3A (compresi, tra gli altri, bosentan, efavirenz, etravirina, modafinil, nafcillina) deve essere evitato, in quanto induce una diminuzione della concentrazione plasmatica del bosutinib. Sulla base dell’ampia riduzione dell’esposizione al bosutinib che si e’ verificata quando bosutinib e’ stato somministrato in concomitanza con la rifampicina, e’ improbabile che l’aumento della dose di bosutinib durante la somministrazione concomitante con induttoriforti o moderati del CYP3A sia sufficiente a compensare la perdita diesposizione. Si deve prestare attenzione se si somministrano induttori lievi del CYP3A in concomitanza con bosutinib. Dopo la somministrazione concomitante di una singola dose di bosutinib con 6 dosi giornaliere di 600 mg di rifampicina in 24 soggetti sani a stomaco pieno, l’esposizione al bosutinib (C max e AUC nel plasma) e’ diminuita rispettivamente al 14% e al 6% dei valori raggiunti quando una dose di bosutinibda 500 mg e’ stata somministrata da sola. Inibitori della pompa protonica (IPP): si deve prestare attenzione quando si somministra bosutinib in concomitanza con gli IPP. Si devono usare antiacidi a breve durata d’azione in alternativa agli IPP e, quando possibile, i tempi di somministrazione di bosutinib e degli antiacidi devono essere separati (ovvero assunzione di bosutinib al mattino e degli antiacidi alla sera).In vitro bosutinib presenta solubilita’ in acqua pH-dipendente. Quando una singola dose di bosutinib (400 mg) e’ stata somministrata in concomitanza con piu’ dosi orali di lansoprazolo (60 mg) in uno studio con 24 soggetti sani a digiuno, la C max e l’AUC del bosutinib sono diminuite rispettivamente al 54% e al 74% dei valori osservati quando una dose di bosutinib da 400 mg e’ stata somministrata da sola. Effetti dibosutinib su altri medicinali: in uno studio condotto su 27 soggetti sani a cui e’ stata somministrata una dose singola di 500 mg di bosutinib in concomitanza con una dose singola di 150 mg di dabigatran etexilato mesilato (un substrato della glicoproteina P, [P-gp]) a stomaco pieno, bosutinib non ha aumentato la C max o l’AUC di dabigatran nel plasma, rispetto alla somministrazione del solo dabigatran etexilato mesilato. I risultati dello studio indicano che bosutinib non presenta effetti inibitori della P-gp clinicamente rilevanti. Uno studio in vitroindica che e’ improbabile che si verifichino interazioni farmacologiche alle dosi terapeutiche, a seguito dell’effetto di induzione di bosutinib sul metabolismo dei medicinali che sono substrati del CYP1A2, CYP2B6, CYP2C9, CYP2C19 e CYP3A4. Studi in vitro indicano che e’ improbabile che si verifichino interazioni farmacologiche cliniche alle dosi terapeutiche a seguito dell’effetto di inibizione di bosutinib sul metabolismo dei medicinali che sono substrati del CYP1A2, CYP2A6, CYP2C8,CYP2C9, CYP2C19, CYP2D6 o CYP3A4/5. Studi in vitro indicano che bosutinib ha un basso potenziale di inibizione della proteina di resistenzadel cancro al seno (BCRP, sistemicamente), polipeptide trasportatore di anioni organici (OATP)1B1, OATP1B3, trasportatore di anioni organici (OAT)1, OAT3, trasportatore di cationi organici (OCT)2 a concentrazioni clinicamente rilevanti, ma puo’ potenzialmente inibire la BCRP neltratto gastrointestinale e l’OCT1. Medicinali antiaritmici e altre sostanze che possono prolungare l’intervallo QT: bosutinib deve essere usato con cautela nei pazienti che presentano o possono sviluppare prolungamento dell’intervallo QT, compresi i pazienti che assumono medicinali antiaritmici, quali amiodarone, disopiramide, procainamide, chinidina e sotalolo oppure altri medicinali che possono causare il prolungamento dell’intervallo QT, quali clorochina, alofantrina, claritromicina, domperidone, aloperidolo, metadone e moxifloxacina.

EFFETTI INDESIDERATI

Riassunto del profilo di sicurezza: complessivamente, 1.272 pazienti affetti da leucemia hanno ricevuto almeno una dose di bosutinib in monoterapia. La durata mediana della terapia e’ stata di 13,8 mesi (intervallo: da 0,03 a 123,3 mesi). Si trattava o di pazienti affetti da LMCin fase cronica di nuova diagnosi, oppure di pazienti resistenti o intolleranti alla precedente terapia, con LMC in FC, accelerata o blastica o con leucemia linfoblastica acuta (LLA) Ph+. Di questi pazienti, 268 (dose di partenza 400 mg) e 248 (dose di partenza 500 mg) provenivano dai 2 studi di Fase III in pazienti affetti da LMC non trattata in precedenza, mentre 570 e 63 provenivano da 2 studi di Fase I/II in pazienti affetti da leucemia Ph+ trattata in precedenza e 123 pazienti dauno studio di Fase IV in LMC trattata in precedenza. La durata mediana della terapia e’ stata di 14,1 mesi (intervallo: da 0,3 a 24,7 mesi), 61,6 mesi (da 0,03 a 99,6 mesi), 11,1 mesi (intervallo da 0,03 a 123,3 mesi), 30,2 mesi (intervallo: da 0,03 a 85,6 mesi) e 5,7 mesi (intervallo da 0,07 a 17,8 mesi), rispettivamente. Le analisi di sicurezza includevano dati da uno studio di estensione in corso. E’ stata riportata almeno una reazione avversa di qualsiasi grado di tossicita’ per 1.240 pazienti (97,5%). Le piu’ frequenti reazioni avverse segnalate per >= 20% dei pazienti sono state diarrea (78,1%), nausea (40,8%), trombocitopenia (34,9%), dolore addominale (34,0%), vomito (33,0%), rash cutaneo (31,5%), anemia (25,6%), piressia (21,8%), affaticamento (21,4%), e aumento dell’ALT (25,0%). E’ stata segnalata almeno una reazione avversa di grado 3 o di grado 4 per 814 pazienti (63,9%). Le reazioni avverse di grado 3 o di grado 4 riportate per >=5% dei pazienti sono state trombocitopenia (20,3%), anemia (10,2%), neutropenia (10,5%), aumento di ALT (12,7%), diarrea (9,6%), rash cutaneo (5,0%), aumento della lipasi (8,2%) e aumento dell’AST (5,8%). Riassunto delle reazioni avverse: nei pazienti che hanno partecipato agli studi clinici su bosutinib sono state segnalate le seguenti reazioni avverse. Queste reazionirappresentano una valutazione dei dati degli eventi avversi risultanti da 1.272 pazienti affetti da LMC in FC di nuova diagnosi, oppure da LMC in fase cronica, accelerata o blastica, resistenti o intolleranti alla precedente terapia o da LLA Ph+ che hanno ricevuto almeno una dose di bosutinib in monoterapia. Le reazioni avverse sono elencate secondo la classificazione per sistemi e organi e la frequenza. Le categorie di frequenza sono definite come: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), non comune (>= 1/1.000, < 1/100), raro (>= 1/10.000, <1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non puo’ essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna categoria di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine di gravita’ decrescente. Reazioni avverse di bosutinib. Infezioni edinfestazioni. Molto comune: infezione delle vie respiratorie (compresa infezione delle vie respiratorie inferiori, infezione virale delle vie respiratorie, infezione delle vie respiratorie superiori, infezionevirale delle vie respiratorie superiori), nasofaringite; comune: polmonite (compresa polmonite atipica), influenza, bronchite. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Non comune: sindrome da lisi tumorale. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: trombocitopenia (compresa conta piastrinica diminuita), neutropenia (compresa conta dei neutrofili diminuita), anemia (compresa emoglobina diminuita); comune: leucopenia (compresa conta dei leucociti diminuita); non comune: neutropenia febbrile, granulocytopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: shock anafilattico, ipersensibilit?. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: diminuzione dell’appetito; comune: disidratazione, iperkaliemia, ipofosfatemia. Patologie del sistema nervosa. Molto comune: cefalea; comune: capogiri, dysgeusia. Patologie dell’orecchio e del labirinto. Comune: tinnito. Patologie cardiache. Comune: versamento pericardico, prolungamento dell’intervallo qt all’elettrocardiogramma (compresa la sindrome del qtc lungo); non comune: pericardite. Patologie vascolari. Comune: ipertensione (compresa pressione arteriosa aumentata, aumento della pressione sistolica del sangue, ipertensione essenziale, crisi ipertensiva). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: dispnea, tosse; comune: versamento pleurico; non comune: ipertensione polmonare, insufficienza respiratoria, edema polmonare acuto. Patologiegastrointestinali. Molto comune: diarrea, vomito, nausea, dolore addominale (compreso fastidio addominale, dolore addominale inferiore, dolore addominale superiore, dolorabilit? addominale, dolore gastrointestinale); comune: gastrite, emorragia gastrointestinale (compresa emorragia anale, emorragia gastrica, emorragia intestinale, emorragia del tratto gastrointestinale inferiore, emorragia rettale); non comune: pancreatite (compresa pancreatite acuta).

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Donne in eta’ fertile/contraccezione: le donne in eta’ fertile devonoessere informate della necessita’ di usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento con il bosutinib e per almeno 1 mese dopo l’ultima dose e di evitare di iniziare una gravidanza durante il trattamento con bosutinib. Le pazienti devono essere inoltre informate che il vomito e la diarrea possono ridurre l’efficacia dei contraccettivi orali in quanto ne prevengono il completo assorbimento. Gravidanza: i dati relativi all’uso di bosutinib in donne in gravidanza sono in numero limitato. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicita’ riproduttiva. Bosutinib non e’ raccomandato durante la gravidanza o in donne in eta’ fertile che non usino misure contraccettive. Se bosutinib e’ usato durante la gravidanza o se la paziente inizia una gravidanza durante l’assunzione di bosutinib, dovra’ essere informata sul rischiopotenziale per il feto. Allattamento: non e’ noto se il bosutinib e isuoi metaboliti siano escreti nel latte materno. Uno studio condotto nei ratti con il bosutinib radiomarcato con [^14 C] ha dimostrato l’escrezione della radioattivita’ derivata dal bosutinib nel latte materno. Un rischio potenziale per il lattante allattato al seno non puo’ essere escluso. L’allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con il bosutinib. Fertilita’: sulla base di risultati non clinici,il bosutinib ha il potenziale di compromettere la funzionalita’ riproduttiva e la fertilita’ negli esseri umani. Gli uomini in trattamento con bosutinib devono essere informati di chiedere consiglio per la conservazione dello sperma prima di iniziare la terapia, a causa della possibilita’ di una riduzione della fertilita’ dovuta alla terapia con bosutinib.

Forma farmaceutica

COMPRESSE RIVESTITE

Scadenza

48 MESI

Confezionamento

BLISTER OPACO