DENOMINAZIONE
CUFENCE 200 MG CAPSULE RIGIDE
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Altri farmaci dell’apparato gastrointestinale e del metabolismo, prodotti vari dell’apparatao gastrointestinale e del metabolismo.
PRINCIPI ATTIVI
Ciascuna capsula rigida contiene 300 mg di trientina dicloridrato, equivalenti a 200 mg di trientina. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
ECCIPIENTI
Contenuto della capsula: magnesio stearato, silice colloidale anidra.Rivestimento della capsula: gelatina, titanio diossido (E171). Inchiostro per la stampa: gomma lacca, glicole propilenico, titanio diossido(E171), ferro ossido nero (E172), ferro ossido giallo (E172).
INDICAZIONI
Cufence e’ indicato per il trattamento della malattia di Wilson in pazienti adulti, adolescenti e bambini di eta’ pari o superiore a 5 anniintolleranti alla terapia con D-penicillamina.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita’ al(ai) principio(i) attivo(i) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
POSOLOGIA
La terapia deve essere eseguita solo da medici specialisti con esperienza nella gestione della malattia di Wilson. Posologia: la dose iniziale corrisponde di solito alla dose minima raccomandata e successivamente deve essere adattata in funzione della risposta clinica del paziente (vedere paragrafo 4.4). La dose raccomandata e’ compresa tra 800 e 1.600 mg (da 4 a 8 capsule) al giorno in 2 a 4 dosi divise. Le dosi raccomandate di Cufence sono espresse in mg di trientina base (ossia nonin mg del suo sale dicloridrato) (vedere paragrafo 4.4). Popolazioni speciali. Anziani: le informazioni cliniche attualmente disponibili suCufence non sono sufficienti per stabilire se esistano differenze di risposta tra i pazienti anziani e quelli piu’ giovani. In generale, laselezione del dosaggio deve essere cauta, partendo dal limite inferiore dell’intervallo di dosaggio consigliato per gli adulti, alla luce della maggiore frequenza di ridotta funzionalita’ epatica, renale o cardiaca e di patologie concomitanti o terapie con altri farmaci. Insufficienza renale: esistono informazioni limitate sui pazienti con insufficienza renale. Pertanto la dose raccomandata nei pazienti con insufficienza renale e’ la stessa prevista per gli adulti. Per precauzioni specifiche, vedere paragrafo 4.4. Insufficienza epatica: esistono informazioni limitate sui pazienti con insufficienza epatica. Pertanto, la dose raccomandata nei pazienti con insufficienza epatica e’ la stessa prevista per gli adulti. Per precauzioni specifiche, vedere paragrafo 4.4. Pazienti che presentano sintomi principalmente epatici: la dose raccomandata nei pazienti che presentano sintomi principalmente epatici e’ la stessa raccomandata per gli adulti. Si consiglia, comunque, di monitorare i pazienti che presentano sintomi epatici ogni 2-3 settimane dopo l’inizio del trattamento con Cufence. Pazienti che presentano sintomi principalamente neurologici: le raccomandazioni di dosaggio sono le stesse valide per gli adulti. In ogni caso, l’aumento della titolazione deve essere eseguito con moderazione e ponderatezza e adattato inbase alla risposta clinica del paziente, per esempio al peggioramentodel tremore, poiche’ i pazienti potrebbero essere a rischio di deterioramento dello stato neurologico all’inizio del trattamento (vedere paragrafo 4.4). Si consiglia inoltre di monitorare i pazienti che presentano sintomi neurologici ogni 1-2 settimane dopo l’inizio del trattamento con Cufence, fino al raggiungimento della dose target. Popolazionepediatrica: la dose e’ piu’ bassa rispetto a quella per gli adulti e dipende dall’eta’ e dal peso corporeo. La dose deve essere adattata inbase alla risposta clinica: all’inizio della terapia sono stati utilizzati 400 -1.000 mg (2-5 capsule) (vedere paragrafo 4.4). Bambini di eta’ inferiore a 5 anni: la sicurezza e l’efficacia di Cufence nei bambini di eta’ inferiore a 5 anni non sono state ancora stabilite. Non visono dati disponibili. Modo di somministrazione: per uso orale. Le capsule devono essere deglutite intere con acqua. E’ importante che Cufence venga somministrato a stomaco vuoto, almeno un’ora prima dei pastio due ore dopo i pasti, e ad almeno un’ora di distanza da altri prodotti medicinali, alimenti o latte (vedere paragrafo 4.5).
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione. Tenere il flacone ben chiuso per proteggere il medicinale dall’umidita’.
AVVERTENZE
Si consiglia cautela in caso di passaggio di un paziente da un’altra formulazione di trientina, poiche’ sono disponibili diversi sali di trientina che potrebbero avere un contenuto in trientina (base) e una biodisponibilita’ diversi. Potrebbe essere necessario un aggiustamento della dose (vedere paragrafo 4.2). La trientina e’ un agente chelante che ha dimostrato di ridurrei livelli di ferro sierico. In alcuni casi potrebbe rendersi necessario il ricorso a integratori di ferro. La co-somministrazione di ferro per via orale deve avvenire in un momento diverso rispetto a quella della trientina (vedere paragrafo 4.5). La co-somministrazione di trientina e zinco non e’ raccomandata. Sono disponibili solo dati limitati sull’uso concomitante e non e’ possibile formulare raccomandazioni specifiche relativamente alla dose. Non esistonoprove che gli antiacidi a base di calcio e magnesio alterino l’efficacia della trientina, tuttavia si raccomanda di somministrare tali medicinali in tempi diversi (vedere paragrafo 4.5). In pazienti precedentemente trattati con D-penicillamina, durante il successivo trattamento con trientina sono state riportate reazioni avverse con sintomi similia quelli del lupus, tuttavia non e’ possibile stabilire se esista unarelazione causale con la trientina. Monitoraggio: i pazienti trattaticon Cufence devono rimanere sotto regolare supervisione medica ed essere monitorati utilizzando tutti i dati clinici disponibili per un controllo appropriato dei sintomi clinici e dei livelli di rame, al fine di ottimizzare la terapia. La frequenza di monitoraggio raccomandata e’ di almeno due volte l’anno. Si consiglia un monitoraggio piu’ frequente durante la fase iniziale del trattamento e le fasi di progressionedella malattia o in caso di aggiustamenti della dose che devono essere decisi dal medico curante (vedere paragrafo 4.2). L’obiettivo della terapia di mantenimento e’ di mantenere i livelli di rame libero nel plasma (anche noto come rame plasmatico non ceruloplasminico) e l’escrezione urinaria di rame entro i limiti accettabili. Un indice affidabile per il monitoraggio della terapia e’ la determinazione dei livelli di rame libero nel siero, calcolati utilizzando la differenza tra i livelli di rame totale e di rame legato alla ceruloplasmina (il valore normale di rame libero nel siero e’ generalmente di 100 – 150 microgrammi/L). La misurazione dell’escrezione di rame nelle urine puo’ essere condotta durante la terapia. Poiche’ la terapia chelante causa un aumento dei livelli urinari di rame, questo potrebbe non offrire/non offrira’ un quadro accurato del rame in eccesso nell’organismo, ma puo’ comunque rappresentare una misura utile della conformita’ con il regime ditrattamento. L’impiego di opportuni intervalli target relativi ai valori del rame e’ descritto nelle linee guida di pratica clinica per la malattia di Wilson. Come con tutti gli agenti anti-rame, il sovratrattamento implica un rischio di carenza di rame, che e’ particolarmente dannoso per i bambini e le donne in gravidanza (vedere paragrafo 4.6) poiche’ il rame e’ necessario per una corretta crescita e un adeguato sviluppo mentale. Pertanto deve essere effettuato un monitoraggio dellemanifestazioni di sovratrattamento. I pazienti con insufficienza renale e/o epatica trattati con trientina devono restare sotto regolare controllo medico per un adeguato controllo dei sintomi e dei livelli di rame. In questi pazienti si raccomanda anche un attento monitoraggio della funzionalita’ renale e/o epatica (vedere paragrafo 4.2). All’inizio della terapia chelante, l’eccesso di rame libero nel siero durante la risposta iniziale al trattamento puo’ determinare un peggioramento dei sintomi neurologici. Tale effetto puo’ apparire piu’ evidente nei pazienti con sintomi neurologici preesistenti. Si raccomanda di monitorare attentamente nei pazienti segni e sintomi di questo tipo e di considerare un’accurata titolazione per raggiungere la dose terapeutica raccomandata, riducendo la dose se necessario. In caso di segni di efficacia ridotta, come un aumento (persistente) degli enzimi epatici o unpeggioramento del tremore, deve essere preso in considerazione un aggiustamento del dosaggio di trientina. In caso di aggiustamento della dose di trientina, questo deve avvenire in modo graduale. La dose di trientina puo’ essere ridotta anche in caso di effetti indesiderati dovuti alla trientina come disturbi gastrointestinali e alterazioni ematologiche. Le dosi devono essere ridotte fino a una dose piu’ tollerabilee possono essere nuovamente aumentate una volta risolti gli effetti indesiderati.
INTERAZIONI
Non sono stati effettuati studi d’interazione. Zinco: non vi sono dati sufficienti per supportare l’uso concomitante di zinco e trientina. La co-somministrazione di trientina e zinco non e’ raccomandata, in quanto e’ probabile un’interazione tra zinco e trientina tale da ridurregli effetti di entrambe le sostanze attive. Altri agenti anti-rame: non sono stati effettuati studi d’interazione sulla co-somministrazionedi trientina e D-penicillamina. Alimenti: la trientina e’ scarsamenteassorbita dopo l’assunzione orale e il cibo puo’ inibirne ulteriormente l’assorbimento. Studi specifici di interazione con il cibo condottisu soggetti sani hanno evidenziato una riduzione della quantita’ di trientina assorbita fino al 45%. Un’esposizione sistemica e’ fondamentale per il suo principale meccanismo d’azione, la chelazione del rame (vedere paragrafo 5.1). Pertanto, si raccomanda di assumere la trientina almeno 1 ora prima dei pasti o 2 ore dopo i pasti e ad almeno un’oradi distanza da altri medicinali, alimenti o latte per consentirne il massimo assorbimento e ridurre la probabilita’ di formazione di complessi mediante legami con metalli nel tratto gastrointestinale (vedere paragrafo 4.2). Altri prodotti: e’ stato dimostrato che la trientina riduce i livelli di ferro sierico. Per questo, in alcuni casi potrebbe rendersi necessario il ricorso a integratori di ferro. La co-somministrazione di ferro o altri metalli pesanti per via orale deve avvenire inun momento diverso rispetto a quella della trientina, in modo da prevenire la formazione di complessi (vedere paragrafo 4.4). Sebbene non esistano prove che gli antiacidi a base di calcio e magnesio alterino l’efficacia della trientina, e’ buona pratica somministrare tali medicinali in tempi diversi (vedere paragrafo 4.4).
EFFETTI INDESIDERATI
Sintesi del profilo di sicurezza: all’inizio del trattamento possono comparire comunemente nausea e occasionalmente eruzioni cutanee. Sono state segnalate anche duodenite e colite grave. All’inizio del trattamento puo’ verificarsi un deterioramento dello stato neurologico. Riassunto riepilogativo delle reazioni avverse. Il riassunto presentato di seguito e’ conforme alla classificazione sistemica organica MedDRA (SOC e livello dei Termini Preferiti). Le frequenze sono definite come: molto comune (> 1/10); comune (>= 1/100, < 1/10); non comune (>= 1/1000, < 1/100); rara (>= 1/10.000, < 1/1.000); molto rara (< 1/10.000); non nota (la frequenza non puo’ essere definita sulla base dei dati disponibili). Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: anemia, anemia aplastica, anemia sideroblastica. Patologie del sistema nervoso. Non comune: distonia, tremore; non nota: disartria, rigidit? muscolare. Non nota: deterioramento dello stato neurologico. Patologie del sistema immunitario. Non nota: sindrome simili-lupoide, nefrite da lupuseritematoso sistemico. Patologie gastrointestinali. Comuni: nausea; non nota: colite, duodenite. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: eruzioni cutanee. Descrizione di specifiche reazioni avverse: all’inizio del trattamento in pazienti con malattia di Wilson trattati con chelanti del rame, inclusa la trientina, vi sono statesegnalazioni di deterioramento dello stato neurologico con sintomi come, ad esempio, distonia, rigidita’, tremore e disartria (vedere paragrafo 4.2). Popolazione pediatrica: studi clinici su Cufence comprendenti un limitato numero di bambini di eta’ compresa tra 5 e 17 anni all’inizio del trattamento indicano che la frequenza, il tipo e la gravita’ delle reazioni avverse nei bambini sono prevedibilmente gli stessi degli adulti. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale e’ importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e’ richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: i dati relativi all’uso di trientina in donne in gravidanza sono in numero limitato. Gli studi sugli animali hanno mostrato unatossicita’ riproduttiva, dovuta probabilmente a una carenza di rame indotta da trientina (vedere paragrafo 5.3). La trientina deve essere usata in gravidanza solo dopo un’attenta valutazione dei benefici rispetto ai rischi legati all’interruzione del trattamento nella singola paziente. I fattori da prendere in considerazione includono i rischi noti associati alla malattia di Wilson sotto trattata e non trattata, i rischi dei trattamenti alternativi disponibili e i possibili effetti della trientina (vedere paragrafo 5.3). Se a seguito di un’analisi dei rischi e benefici e’ ritenuto necessario proseguire la terapia con trientina, deve essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio di trientina alla dose efficace piu’ bassa e il monitoraggio dell’aderenza al trattamento. La gravidanza deve essere strettamente monitorataper individuare eventuali anomalie fetali e valutare i livelli di rame nel siero durante la gravidanza. La dose di trientina utilizzata deve essere aggiustata al fine di mantenere i livelli di rame nel siero entro valori normali. Poiche’ il rame e’ necessario per una corretta crescita e un adeguato sviluppo mentale, potrebbero essere necessari aggiustamenti della dose per evitare la carenza di rame nel feto. Inoltree’ fondamentale uno stretto monitoraggio della paziente (vedere paragrafo 4.4). Laddove opportuno, devono essere monitorati i livelli sierici di rame e ceruloplasmina nei bambini nati da madri trattate con trientina. Allattamento: vi sono dati clinici limitati indicanti che la trientina non e’ escreta nel latte materno. Tuttavia, il rischio per i neonati/lattanti non puo’ essere escluso. Deve essere presa la decisione se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con trientina tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Fertilita’: non e’ noto se la trientina possa avere effetti sulla fertilita’ umana.
Forma farmaceutica
CAPSULE RIGIDE
Scadenza
36 MESI
Confezionamento
FLACONE