DALNEVA 30CPR 4MG+5MG

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DENOMINAZIONE

DALNEVA COMPRESSE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Agenti che agiscono sul sistema renina-angiotensina, ACE inibitori e bloccanti del canale del calcio.

PRINCIPI ATTIVI

4 mg/5 mg compresse: ogni compressa contiene 4 mg di perindopril tert-butilamina (pari a 3,34 mg di perindopril) e 5 mg di amlodipina (comebesilato). 4 mg/10 mg compresse: ogni compressa contiene 4 mg di perindopril tert-butilamina (pari a 3,34 mg di perindopril) e 10 mg di amlodipina (come besilato). 8 mg/5 mg compresse: ogni compressa contiene 8 mg di perindopril tert-butilamina (pari a 6,68 mg di perindopril) e 5 mg di amlodipina (come besilato). 8 mg/10 mg compresse: ogni compressa contiene 8 mg di perindopril tert-butilamina (pari a 6,68 mg di perindopril) e 10 mg di amlodipina (come besilato).

ECCIPIENTI

Sodio idrogeno carbonato, cellulosa microcristallina (E460), amido dimais pregelatinizzato, sodio amido glicolato (tipo A), silice colloidale anidra, magnesio stearato (E470b).

INDICAZIONI

Il medicinale e’ indicato come terapia di sostituzione per il trattamento dell’ipertensione essenziale e/o per la coronaropatia arteriosa stabile in pazienti gia’ controllati con perindopril e amlodipina somministrati in concomitanza agli stessi livelli di dose.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Legate al perindopril. Ipersensibilita’ al perindopril o ad un qualsiasi altro ACE inibitore; anamnesi di angioedema associato ad una precedente terapia con ACE inibitori; angioedema ereditario o idiopatico; secondo e terzo trimestre di gravidanza; uso concomitante con terapia abase di sacubitril/valsartan. Il medicinale non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan. Trattamenti extracorporei che portano al contatto del sangue con superfici caricate negativamente. Stenosi significativa renale bilaterale dell’arteria o stenosi dell’arteria in un singolo rene funzionante. Legate ad amlodipina. Grave ipotensione; ipersensibilita’ all’amlodipina o ad una qualsiasi altra diidropiridina; shock, incluso shock cardiogenico; ostruzione del tratto di deflusso del ventricolo sinistro (ad es. stenosi artica di grado elevato); insufficienza cardiacaemodinamicamente instabile dopo infarto miocardico acuto. Legate al medicinale. Tutte le controindicazioni legate a ciascun componente singolo, come elencate sopra, devono applicarsi anche all’associazione fissa del farmaco. Ipersensibilita’ ad uno qualsiasi degli eccipienti. L’uso concomitante di questo farmaco con medicinali contenenti aliskirene’ controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocita’ di filtrazione glomerulare GFR <60 ml/min/1,73m^2).

POSOLOGIA

Posologia. La combinazione a dose fissa non e’ adatta per la terapia iniziale. Se e’ necessario un cambiamento della dose, i singoli componenti in associazione libera devono essere titolati individualmente. Pazienti con compromissione renale e pazienti anziani. Negli anziani e nei pazienti con compromissione renale l’eliminazione del perindoprilato e’ ridotta. Pertanto, l’abituale follow-up medico includera’ un frequente monitoraggio della creatinina e del potassio. Il medicinale puo’essere somministrato in pazienti con clearance della creatinina >=60 ml/min e non e’ adatto a pazienti con clearance della creatinina <60 ml/min. In questi pazienti si raccomanda una titolazione individuale della dose con i singoli componenti. I cambiamenti nelle concentrazioni plasmatiche di amlodipina non sono correlate al grado di compromissione renale. Pazienti con compromissione epatica. Non e’ stato stabilito un regime di dose per i pazienti con compromissione epatica. Pertanto,Dalneva deve essere somministrato con cautela. Non sono state stabilite raccomandazioni sul dosaggio in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata; pertanto la scelta della dose deve essere prudente e deve iniziare al livello piu’ basso dell’intervallo di dose. Per trovare la dose iniziale ottimale e la dose di mantenimento dei pazienti con compromissione epatica, i pazienti devono essere titolati individualmente usando la combinazione libera di amlodipina e perindopril. La farmacocinetica di amlodipina non e’ stata studiata in caso di graveinsufficienza epatica. L’amlodipina deve essere iniziata alla dose piu’ bassa e titolata lentamente nei pazienti con grave insufficienza epatica. Popolazione pediatrica. Il medicinale non deve essere usato neibambini e negli adolescenti poiche’ l’efficacia e la tollerabilita’ di perindopril in monoterapia o in associazione con amlodipina non sonostate stabilite nei bambini e negli adolescenti. Modo di somministrazione. Uso orale. Una compressa al giorno come dose singola, da prendersi preferibilmente al mattino e prima di un pasto.

CONSERVAZIONE

Conservare nella confezione originale per proteggere dalla luce e dall’umidita’. Questo medicinale non richiede alcuna condizione speciale di temperatura di conservazione.

AVVERTENZE

Legate al perindopril. Avvertenze speciali. Ipersensibilita’/Angioedema. In pazienti trattati con ACE inibitori, incluso perindopril, e’ stato riferito raramente angioedema del volto, delle estremita’, delle labbra, delle mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe, che puo’ manifestarsi in qualsiasi momento nel corso della terapia. In questi casi, il medicinale deve essere immediatamente sospeso e deve essere iniziato un adeguato monitoraggio, che deve essere continuato fino alla completa remissione dei sintomi. In quei casi in cui il gonfiore sia limitato al volto e alle labbra la condizione generalmente si risolve senza trattamento, anche se gli antistaminici sono stati utili nel dare sollievo ai sintomi. L’angioedema associato a edema laringeo puo’ essere fatale. Laddove vi e’ coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe, che puo’ causare ostruzione delle vie aree, deve essere immediatamente somministrata terapia di emergenza, che puo’includere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento dellapervieta’ delle vie aree. Il paziente deve essere tenuto sotto stretto controllo medico fino a completa e confermata remissione dei sintomi. I pazienti con un’anamnesi di angioedema non correlato alla terapia con ACE inibitori possono essere a rischio maggiore di angioedema durante il trattamento con un ACE inibitore. In pazienti trattati con ACE inibitori e’ stato riferito raramente angioedema intestinale. Questi pazienti presentavano dolore addominale (con o senza nausea e vomito); in alcuni casi non c’era stato precedente angioedema facciale e i livelli di esterasi C-1 erano normali. L’angioedema veniva diagnosticato tramite procedure incluso TC addominale, o ecografia o in chirurgia e isintomi si sono risolti dopo l’interruzione dell’ACE inibitore. L’usoconcomitante degli ACE- inibitori e di sacubitril/valsartan e’ controindicato in considerazione dell’aumento del rischio di angioedema. Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di perindopril. Il trattamento con perindopril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan. L’uso concomitante di ACE-inibitori con inibitori NEP (per es. racecadotril),inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin puo’ determinare un aumento del rischio di angioedema (come rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficolta’ respiratorie). Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) evildagliptin in un paziente che sta gia’ assumendo un ACE- inibitore.L’edema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziata dei pazienti in terapia con ACE inibitori che presentano dolore addominale. Reazioni anafilattoidi durante l’aferesi delle lipo-proteine ad bassa densita’ (LDL). Raramente i pazienti trattati con ACE inibitori durante aferesi delle lipo-proteine a bassa densita’ (LDL) con destrano solfato hanno manifestato reazioni anafilattoidi pericolose per la vita, Queste reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente laterapia con ACE inibitori prima di ciascuna aferesi. Reazioni anafilattoidi durante desensibilizzazione. I pazienti trattati con ACE inibitori durante il trattamento con desensibilizzazione (ad es. veleno di imenotteri) hanno manifestato reazioni anafilattoidi. Negli stessi pazienti, queste reazioni sono state evitate quando gli ACE inibitori venivano temporaneamente sospesi, ma sono ricomparse in caso di somministrazione accidentale. Neutropenia/agranulocitosi/trombocitopenia/anemia.In pazienti trattati con ACE inibitori sono state riferite neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. In pazienti con funzione renale normale e nessun altro fattore di complicazione, la neutropenia si verifica raramente. Perindopril deve essere usato con estrema cautela in pazienti con malattia vascolare del collagene, in terapia immunosoppressiva, in trattamento con allopurinolo o procainamide, o un’associazione di questi fattori di complicazione, in particolare se vi e’ una preesistente compromissione della funzione renale. Alcuni di questipazienti hanno sviluppato gravi infezioni, che in pochi casi non hanno risposto a terapia antibiotica intensiva. Se perindopril viene usatoin questi pazienti, si consiglia il monitoraggio periodico del numerodi globuli bianchi e i pazienti devono essere avvertiti di riferire qualsiasi segni di infezione (ad es. mal di gola, febbre). Gravidanza. La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa. Ipertensione renovascolare. Vi e’ un aumentato rischio di ipotensione e insufficienza renale quando i pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria in un singolo rene funzionante vengono trattati con ACE inibitori. Il trattamento con diuretici puo’ rivelarsi un fattore che contribuisce. La perdita della funzionalita’ renale puo’ verificarsi solo con piccoli cambiamenti nella creatinina sierica anche nei pazienti con stenosi unilaterale dell’arteria renale. Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS). Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina IIo aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalita’ renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non e’pertanto raccomandato. Se la terapia del duplice blocco e’ considerata assolutamente necessaria, cio’ deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalita’ renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica. Aldosteronismo primario. I pazienti con iperaldosteronismo primario generalmente non rispondono ai farmaci anti-ipertensivi cheagiscono attraverso l’inibizione del sistema renina-angiotensina. Pertanto, l’uso di questo prodotto non e’ raccomandato. Precauzioni per l’uso. Ipotensione. Gli ACE inibitori possono causare un calo improvviso della pressione.

INTERAZIONI

Legate al perindopril. I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, e’ associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalita’ renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS. Medicinali che inducono iperpotassiemia. Alcuni medicinali o classi terapeutiche possono aumentare il verificarsi di iperpotassiemia: aliskiren, sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE inibitori, antagonisti dei recettori dell’angiotensina II, FANS, eparine, agenti immunosoppressori quali ciclosporina o tacrolimus, trimetoprim e combinazione a dose fissa con sulfametossazolo (co-trimossazolo). La combinazionedi questi medicinali aumenta il rischio di iperkaliemia. Uso concomitante controindicato. Aliskiren. Nei pazienti diabetici o con insufficienza renale, aumenta il rischio di iperkaliemia, il peggioramento della funzionalita’ renale e la morbilita’ e mortalita’ cardiovascolare. Trattamenti extracorporei. Trattamenti extracorporei che portano al contatto di sangue con superfici caricate negativamente come dialisi o emofiltrazione con certe membrane ad alto flusso (per es. membrane di poliacrilonitrile) e aferesi di lipoproteine a bassa densita’ con destrano solfato a causa dell’aumentato rischio di gravi reazioni anafilattoidi. Se e’ richiesto tale trattamento, si deve prendere in considerazione l’uso di un diverso tipo di membrana per dialisi o di una classe diversa di antipertensivo. Medicinali che aumentano il rischio di angioedema. L’uso concomitante di ACE-inibitori e sacubitril/valsartan e’ controindicato poiche’ aumenta il rischio di angioedema. L’inibizione concomitante di neprilisina (NEP) e ACE puo’ causare un aumento del rischio di angioedema. Uso concomitante non raccomandato. Aliskiren. In pazienti diversi da pazienti diabetici o con insufficienza renale, aumenta il rischio di iperkaliemia, il peggioramento della funzionalita’ renale e la morbilita’ e mortalita’ cardiovascolare. Terapia concomitante con ACE-inibitore e bloccante del recettore dell’angiotensina. E’ stato riportato in letteratura che in pazienti con malattia aterosclerotica accertata, insufficienza cardiaca o diabete con danno dell’organofinale, la terapia concomitante con ACE-inibitore e bloccante del recettore dell’angiotensina e’ associata a una piu’ alta frequenza di ipotensione, sincope, iperkaliemia e peggioramento della funzione renale (inclusa insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente del sistema renina- angiotensina-aldosterone. Il doppio blocco (per es. combinando un ACE-inibitore con un antagonista del recettore dell’angiotensina II) deve essere limitato a casi individuali definiti con un attento monitoraggio della funzionalita’ renale, dei livelli di potassio e della pressione sanguigna. Estramustina. Rischio di aumentodegli effetti avversi quali edema angioneurotico (angioedema). Co-trimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo). I pazienti che assumono contemporaneamente il co- trimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo) possono essere a maggior rischio di ipercaliemia. Diuretici risparmiatori del potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio. Sebbene il potassio sierico si mantenga generalmente nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con perindopril si puo’ sviluppare iperpotassiemia (potenzialmente letale) specialmente in associazione a insufficienza renale (effetto additivo iperpotassico). I diuretici risparmiatori del potassio (come spironolattone, triamterene oamiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono determinare aumenti significativi del potassio sierico. Occorre esercitare la debita cautela anche nel somministrare perindopril in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e cotrimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo), in quanto e’ noto che trimetoprim agisce da diuretico risparmiatore del potassio come l’amiloride. L’associazione di perindopril con i farmaci sopra citati non e’ pertanto raccomandata. Se e’ indicato l’uso concomitante, occorre esercitare la debita cautela e monitorare frequentemente il potassio sierico. Per l’utilizzo dello spironolattone nell’insufficienza cardiaca vedere di seguito. Ciclosporina. Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si puo’ manifestare iperpotassiemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico. Eparina. Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori ed eparina si puo’ manifestare iperpotassiemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassiosierico Litio Sono stati riportati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicita’ (neurotossicita’ grave) durante l’uso concomitante di ACE-inibitori. La combinazione di perindopril con litio non e’ raccomandata. Se la combinazione si rivela necessaria, si raccomanda un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio. Uso concomitante che richiede particolare attenzione Agenti antidiabetici (insuline, agenti ipoglicemici orali) Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e medicinali antidiabetici (insuline, agenti ipoglicemizzanti orali) puo’ causare un aumento dell’effetto ipoglicemizzante con rischio di ipoglicemia. Questo fenomeno sembra che si verifichi piu’ probabilmente durante le prime settimane di trattamento combinato e nei pazienti con insufficienza renale. Diuretici risparmiatori di potassio. I pazienti con diuretici, ed in particolare con una deplezione di sale o volume, possono manifestare un’eccessiva riduzione della pressione arteriosa dopo l’inizio della terapia con un ACE-inibitore. La possibilita’ di effetti ipotensivi puo’ essere ridotta dall’interruzione del diuretico, aumentando il volume o l’assunzione di sale prima di iniziare la terapia con dosi basse e progressive di perindopril. Nell’ipertensione arteriosa, quando una precedente terapia diuretica puo’ aver causato deplezione disale/volume, il diuretico deve essere interrotto prima di iniziare l’ACE-inibitore, nel qual caso puo’ essere successivamente reintrodotto un diuretico risparmiatore di potassio o l’ACE-inibitore deve essere iniziato con un basso dosaggio e progressivamente aumentato. Nell’insufficienza cardiaca congestizia trattata con diuretici, l’ACE-inibitore deve essere iniziato ad un dosaggio molto basso, possibilmente dopo aver ridotto il dosaggio del diuretico non risparmiatore di potassio associato.

EFFETTI INDESIDERATI

Riepilogo del profilo di sicurezza. Le reazioni avverse piu’ comunemente riportate con perindopril e amlodipina somministrate separatamentesono: edema, sonnolenza, vertigini, mal di testa (specialmente all’inizio del trattamento), disgeusia, parestesia, deficit visivo (inclusa diplopia), tinnito, vertigini, palpitazioni, vampate di calore, ipotensione (ed effetti correlati all’ipotensione), dispnea, tosse, dolore addominale, nausea, vomito, dispepsia, abitudini intestinali alterate, diarrea, stitichezza, prurito, eruzione cutanea, esantema, gonfiore alle articolazioni (gonfiore alle caviglie), spasmi muscolari, affaticamento, astenia. I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati durante il trattamento con perindopril o amlodipina somministrati separatamente e classificati secondo la classificazione MedDRA per classe diorgani e in base alle seguenti classi di frequenza: Molto comune (>=1/10) Comune (>=1/100,<1/10) Non comune (>=1/1.000,<1/100) Raro (>=1/10.000,<1/1.000) Molto raro <1/10.000) Non nota (la frequenza non puo’ essere definita sulla base dei dati disponibili) All’interno di ciascungruppo di frequenza, gli effetti indesiderati vengono presentati in ordine decrescente di gravita’. Amlodipina. Infezioni ed infestazioni. Non comune: rinite. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto raro: leucopenia/neutropenia, trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: ipersensibilit?. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto raro: iperglicemia. Disturbi psichiatrici. Non comune: insonnia, cambiamenti d’umore (inclusa ansia), depressione. Patologie del sistema nervoso. Comune: sonnolenza (specialmente all’inizio deltrattamento), capogiri (specialmente all’inizio del trattamento), cefalea (specialmente all’inizio del trattamento); non comune: disgeusia,tremore, ipoestesia, parestesia, sincope; raro: stato confusionale; molto raro: ipertonia, neuropatia periferica; non nota: sindrome extrapiramidale. Patologie dell’occhio. Comune: disturbi visivi, diplopia. Patologie dell’orecchio e del labirinto. Non comune: tinnito. Patologiecardiache. Comune: palpitazioni; molto raro: infarto miocardico, possibilmente secondario ad eccessiva ipotensione in pazienti a rischio elevato; non comune: aritmia (inclusa bradicardia, tachicardia ventricolare e fibrillazione atriale). Patologie vascolari. Comune: vampate; non comune: ipotensione (ed effetti correlati all’ipotensione); molto raro: vasculite. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea; non comune: tosse. Patologie gastrointestinali. Molto raro: iperplasia gengivale; comune: dolore addominale, nausea; non comune: vomito; comune: dispepsia, alterazione delle abitudini intestinali; non comune: secchezza delle fauci; comune: diarrea, costipazione; molto raro: pancreatite, gastrite. Patologie epatobiliari. Molto raro: epatite, ittero, enzimi epatici aumentati (per lo pi? coerenti con colestasi). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto raro: edema di quincke, angioedema del volto, delle estremit?, delle labbra, delle mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe, eritema multiforme; non comune: alopecia, porpora, scoloramento della pelle, iperidriosi, prurito, rash, esantema, orticaria; molto raro: reazione di fotosensibilit?, sindrome di stevens-johnson, dermatite esfoliativa; non nota: necrolisi epidermica tossica. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: gonfiore articolare (gonfiore alle caviglie); non comune: artralgia, mialgia; comune: crampi muscolari; non comune: mal di schiena. Patologie renali e urinarie. Non comune: disturbo della minzione, nicturia, pollachiuria. Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzione erettile, ginecomastia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: edema; comune: affaticamento; noncomune: dolore toracico; comune: astenia; non comune: dolore, malessere. Esami diagnostici. Non comune: aumento di peso, perdita di peso. Perindopril. Infezioni ed infestazioni. Molto raro: rinite. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: eosinofilia; molto raro: leucopenia/neutropenia, agranulocitosi o pancitopenia, trombocitopenia, anemia emolitica in pazienti con una deficienza congenita di g-6pdh. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: ipersensibilit?. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto raro: ipoglicemia; non comune: iperkaliemia, reversibile alla sospensione, iponatriemia. Disturbi psichiatrici. Non comune: cambiamenti d’umore (inclusa ansia), disturbidel sonno. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiri (specialmente all’inizio del trattamento), cefalea (specialmente all’inizio del trattamento), disgeusia, parestesia; non comune: sincope; molto raro: stato confusionale, evento cerebrovascolare probabilmente secondario ad eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio. Patologie dell’occhio. Comune: disturbi visivi. Patologie dell’orecchio e del labirinto. Comune: tinnito, vertigini. Patologie cardiache. Non comune: palpitazioni. Non comune: tachicardia; molto raro: angina pectoris, infarto miocardico, possibilmente secondario ad eccessiva ipotensione in pazienti a rischio elevato, aritmia (inclusa bradicardia, tachicardia ventricolare e fibrillazione atriale). Patologie vascolari. Comune: ipotensione (ed effetti correlati all’ipotensione); non comune: vasculite; nonnoto: fenomeno di raynaud. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea; comune: tosse; non comune: broncospasmo; molto raro: polmonite eosinofila. Patologie gastrointestinali. Comune: dolore addominale, nausea, vomito, dispepsia; non comune: secchezza delle fauci; comune: diarrea, costipazione; molto raro: pancreatite. Patologie epatobiliari. Molto raro: epatite sia citolitica o colestatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: angioedemadel volto, delle estremit?, delle labbra, delle mucose, della lingua,della glottide e/o della laringe; molto raro: eritema multiforme; noncomune: iperidriosi; comune: prurito, rash, esantema; non comune: orticaria, reazione di fotosensibilit?, pemfigoide; raro: aggravamento della psoriasi. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: artralgia, mialgia; comune: crampi muscolari. Patologie renali e urinarie. Non comune: compromissione renale; molto raro: insufficienza renale acuta. Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzione erettile. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: edema periferico, dolore toracico; comune: astenia; non comune: malessere, piressia.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Considerati gli effetti dei singoli componenti di questa associazionesulla gravidanza e l’allattamento: il medicinale non e’ raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza. Il farmaco e’ controindicatodurante il secondo e terzo trimestre di gravidanza. Il medicinale none’ raccomandato durante l’allattamento. Pertanto deve essere presa una decisione se interrompere l’allattamento o interrompere il farmaco tenendo conto dell’importanza di questa terapia per la madre. Gravidanza Legate al perindopril. L’uso degli ACE inibitori non e’ raccomandatodurante il primo trimestre di gravidanza. L’uso degli ACE inibitori e’ controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza. L’evidenza epidemiologica riguardo il rischio di teratogenicita’ a seguito dell’esposizione agli ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza, non e’ stata conclusiva; comunque, non si puo’ escludere un piccolo aumento del rischio. Le pazienti che intendono programmare una gravidanza devono passare a trattamenti anti-ipertensivi alternativi, che possiedano un comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che il proseguimento della terapia con ACE inibitori non sia considerata essenziale. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, deve essere intrapresa una terapia alternativa.E’ noto che negli esseri umani, l’esposizione ad una terapia di ACE inibitori durante il secondo e terzo trimestre induce fetotossicita’ (diminuita funzionalita’ renale, oligoidramnios, ritardo nella ossificazione del cranio) e tossicita’ neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Se si fosse verificata un’esposizione ad ACE inibitori a partire dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita’ renale e del cranio. I neonati di madri che hanno assunto ACE inibitori devono essere posti sotto attenta osservazione per l’ipotensione. Legati ad amlodipina. Nell’uomo, la sicurezza di amlodipina durante la gravidanza non e’ stata stabilita. I dati su un numero limitato di gravidanze esposte non indica cheamlodipina o altri antagonisti del recettore del calcio abbiano effetti dannosi sulla salute del feto. Tuttavia, puo’ esserci il rischio diparto prolungato. Negli studi animali, a dose elevate e’ stata osservata tossicita’ riproduttiva. L’uso in gravidanza e’ raccomandato solo se non esistono alternative piu’ sicure e quando la malattia stesa comporta un rischio maggiore per la madre e per il feto. Allattamento. Legate al perindopril. Poiche’ non sono disponibili informazioni sull’uso di perindopril durante l’allattamento, il medicinale non e’ raccomandato ed e’ preferibile ricorrere a trattamenti alternativi con profilodi sicurezza meglio stabilito durante l’allattamento, specialmente quando si allatta un neonato o un neonato pretermine. Legate ad amlodipina. L’amlodipina e’ escreta nel latte umano. La proporzione della dosematerna ricevuta dal bambino e’ stata stimata con un intervallo interquartile del 3-7%, con un massimo del 15%. L’effetto di amlodipina suibambini non e’ noto. Si deve prendere una decisione se continuare/interrompere l’allattamento o continuare/interrompere la terapia con amlodipina tenendo conto del beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e del beneficio della terapia con amlodipina per la madre. Fertilita’. Legate al perindopril. Non ci sono effetti sulla capacita’ riproduttiva o sulla fertilita’. Legate ad amlodipina. In alcuni pazienti trattati con bloccanti dei canali del calcio sono stati riportati alterazioni biochimiche reversibili nella testa degli spermatozoi. I dati clinici sono insufficienti per quanto riguarda il potenziale effetto di amlodipina sulla fertilita’. In uno studio sui ratti, sono stati riscontrati effetti avversi sulla fertilita’ maschile.

Forma farmaceutica

COMPRESSE

Scadenza

36 MESI

Confezionamento

BLISTER