TRIVERAM 30CPR RIV 10+5+5MG FL

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DENOMINAZIONE

TRIVERAM, COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Sostanze modificatrici dei lipidi, inibitori della HMG-CoA reduttasi,altre associazioni.

PRINCIPI ATTIVI

Una compressa rivestita con film contiene 10,82 mg di atorvastatina calcio triidrato, equivalenti a 10 mg di atorvastatina, 5 mg di perindopril arginina, equivalenti a 3,40 mg di perindopril e 6,94 mg di amlodipina besilato, equivalenti a 5 mg di amlodipina. [Una compressa rivestita con film contiene 21,64 mg di atorvastatina calcio triidrato, equivalenti a 20 mg di atorvastatina, 5 mg di perindopril arginina, equivalenti a 3,40 mg di perindopril e 6,94 mg di amlodipina besilato, equivalenti a 5 mg di amlodipina]. [Una compressa rivestita con film contiene 21,64 mg di atorvastatina calcio triidrato, equivalenti a 20 mg diatorvastatina, 10 mg di perindopril arginina, equivalenti a 6,79 mg di perindopril e 6,94 mg di amlodipina besilato, equivalenti a 5 mg di amlodipina]. [Una compressa rivestita con film contiene 21,64 mg di atorvastatina calcio triidrato, equivalenti a 20 mg di atorvastatina, 10mg di perindopril arginina, equivalenti a 6,79 mg di perindopril e 13,87 mg di amlodipina besilato, equivalenti a 10 mg di amlodipina]. [Una compressa rivestita con film contiene 43,28 mg di atorvastatina calcio triidrato, equivalenti a 40 mg di atorvastatina, 10 mg di perindopril arginina, equivalenti a 6,79 mg di perindopril e 13,87 mg di amlodipina besilato, equivalenti a 10 mg di amlodipina]. Eccipienti con effetti noti: lattosio monoidrato (27,46 mg per Triveram 10/5/5 mg, 54,92 mg for Triveram 20/5/5 mg, 20/10/5 mg e 20/10/10 mg, e 109,84 mg per Triveram 40/10/10 mg). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Nucleo della compressa: lattosio monoidrato, calcio carbonato (E170),idrossipropilcellulosa (E463), sodio amido glicolato (tipoA), cellulosa microcristallina (E460), maltodestrina, magnesio stearato (E572). Rivestimento della compressa: glicerolo (E422), ipromellosa (E464), macrogol 6000, magnesio stearato (E572), titanio diossido (E171), ferro ossido giallo (E172).

INDICAZIONI

Triveram e’ indicato per il trattamento dell’ipertensione essenziale e/o della coronaropatia, in associazione con ipercolesterolemia primaria o iperlipidemia mista, come terapia di sostituzione in pazienti adulti gia’ adeguatamente controllati con atorvastatina, perindopril e amlodipina, somministrati in concomitanza allo stesso dosaggio della combinazione.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita’ ai principi attivi o ad un qualsiasi altro ACE inibitore o derivati della diidropiridina o ad uno qualsiasi degli eccipienti di questo medicinale, elencati al paragrafo 6.1; malattia del fegato in fase attiva o innalzamento persistente e inspiegabile delle transaminasi sieriche, sino ad un valore maggiore di 3 volte il limite normale superiore; durante la gravidanza, durante l’allattamento al seno ed in donne in eta’ fertile che non adottano appropriate misure contraccettive (vedere paragrafo 4.6); uso concomitante di glecaprevir/pibrentasvir, antivirali per il trattamento dell’epatite C; ipotensione grave; shock (incluso lo shock cardiogeno); ostruzione del tratto di efflusso del ventricolo sinistro (ad es., cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva e stenosi aortica di grado severo); insufficienza cardiaca emodinamicamente instabile dopo infarto acuto del miocardio; storia di angioedema (edema di Quincke) associato ad una precedente terapia con un ACE inibitore; angioedema ereditario o idiopatico; uso concomitante di medicinali contenenti aliskiren in pazienti con diabete mellito o compromissione renale (GFR < 60 ml/min/1,73 m^2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1); uso concomitante di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.4 e 4.5); trattamenti extracorporei che causano il contatto del sangue con superfici caricate negativamente (vedere paragrafo 4.5); importante stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria in caso diun unico rene funzionante (vedere paragrafo 4.4).

POSOLOGIA

Posologia: la posologia normale e’ di una compressa una volta al giorno. La combinazione a dose fissa non e’ idonea per la terapia iniziale. Se e’ richiesta una modifica della posologia, deve essere eseguita una titolazione dei singoli componenti. Co-somministrazione con altri medicinali (vedere paragrafi 4.4 e 4.5): nei pazienti che assumono farmaci antivirali per l’epatite C contenenti elbasvir/grazoprevir o letermovir per la profilassi dell’infezione da citomegalovirus in concomitanza con Triveram, la dose di atorvastatina in Triveram non deve superare i 20 mg/die. L’utilizzo di Triveram non e’ raccomandato in pazientiche assumono letermovir in concomitanza con ciclosporina. Compromissione renale (vedere paragrafo 4.4): Triveram puo’ essere somministrato a pazienti con clearance della creatinina >= 60 ml/min, mentre non e’ idoneo per pazienti con clearance della creatinina < 60 ml/min. In questi pazienti, va effettuata una titolazione individuale della dose coni singoli componenti. Anziani (vedere paragrafi 4.4 e 5.2): i pazienti anziani possono essere trattati con Triveram in base alla funzione renale. Compromissione epatica (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2): Triveram deve essere impiegato con cautela in pazienti con compromissione epatica. Triveram e’ controindicato in pazienti con malattia del fegatoin fase attiva. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l’efficacia diTriveram in bambini ed adolescenti non e’ stata stabilita. Non sono disponibili dati in merito. Pertanto, l’impiego in bambini ed adolescenti va evitato. Modo di somministrazione: uso orale. Le compresse di Triveram devono essere assunte come dose singola una volta al giorno, almattino, prima del pasto.

CONSERVAZIONE

Contenitore in polipropilene (PP): questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione. Contenitore in polietilene ad alta densita’ (HDPE) (per tutti i dosaggi eccetto 40/10/10 mg): questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione. Contenitore HDPE (dosaggio da 40/10/10 mg): conservare a temperatura inferiore a 30 gradi C. Tenere il contenitore ben chiuso per proteggere il medicinale dall’umidita’.

AVVERTENZE

Le avvertenze speciali e le precauzioni relative a atorvastatina, perindopril e amlodipina sono applicabili a Triveram. Effetti sul fegato:a causa del componente atorvastatina contenuto in Triveram, devono essere eseguiti periodicamente i test di funzionalita’ epatica. Pazientiche sviluppano qualsiasi segno o sintomo che possa suggerire una disfunzione epatica devono eseguire i test di funzionalita’ epatica. Pazienti che sviluppano aumentati livelli di transaminasi devono essere monitorati sino a risoluzione della condizione di anormalita’. Nel caso in cui dovesse persistere un incremento delle transaminasi maggiore di 3 volte rispetto al limite normale superiore (ULN), si deve procedere alla riduzione della dose di atorvastatina impiegando i singoli componenti o evitando la somministrazione di atorvastatina (vedere paragrafo4.8). Triveram deve essere impiegato con cautela in pazienti consumatori di rilevanti quantita’ di alcol e/o che hanno una storia di malattia epatica. Raramente, gli ACE inibitori sono stati associati ad una sindrome che si manifesta con ittero colestatico e progredisce verso una necrosi epatica fulminante e (talora) con la morte. Il meccanismo ditale sindrome non e’ noto. Pazienti che ricevono Triveram che sviluppano ittero o un marcato incremento degli enzimi epatici devono interrompere l’assunzione di Triveram e ricevere un’appropriata assistenza medica (vedere sezione 4.8). L’emivita di amlodipina e’ prolungata ed i valori di AUC sono piu’ alti in pazienti con funzionalita’ epatica compromessa; le raccomadazioni per il dosaggio non sono state stabilite. In pazienti con grave compromissione epatica e trattati con Triveram, deve essere effettuato un attento monitoraggio. Tenendo in considerazione l’effetto di atorvastatina, perindopril e amlodipina, Triveram e’ controindicato in pazienti con malattia del fegato in fase attiva o inspiegabile e persistente innalzamento delle transaminasi sieriche che superino di 3 volte il limite normale superiore. Triveram deve essere impiegato con cautela in pazienti con compromissione epatica ed in pazienti consumatori di rilevanti quantita’ di alcol e/o che hanno una storia di malattia del fegato. Se e’ richiesta una modifica della posologia, deve essere effettuata una titolazione dei singoli componenti. Effetti muscolo-scheletrici: Atorvastatina, come altri inibitori della HMG-CoA reduttasi, in rare occasioni puo’ colpire il muscolo scheletrico e causare mialgia, miosite e miopatia, che possono evolvere in rabdomiolisi, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, caratterizzata da livelli marcatamente elevati di creatinchinasi (CK) (con valori 10 volte maggiori il normale -ULN-), mioglobinemia, e mioglobinuria che possono portare ad insufficienza renale. Misurazione della creatinchinasi: la creatinchinasi (CK) non deve essere misurata a seguito di un intenso esercizio fisico o in presenza di una qualsiasi plausibile causa alternativa di aumento di CK, in quanto cio’ rende difficile l’interpretazione del dato. Se i livelli di CK sono significativamentealti al basale (> 5 volte ULN), i livelli devono essere rimisurati entro 5-7 giorni per confermare i risultati. Prima del trattamento: Atorvastatina deve essere prescritta con cautela in pazienti con fattori predisponenti alla rabdomiolisi. Il livello di CK deve essere misurato prima di iniziare il trattamento con una statina nelle seguenti condizioni: compromissione renale; ipotiroidismo; storia personale o familiare di patologie muscolari ereditarie; episodi pregressi di tossicita’ muscolare con una statina o un fibrato; storia di malattia epatica e/odi situazioni di consumo di rilevanti quantita’ di alcol; negli anziani (eta’ > 70 anni) la necessita’ di tale misurazione deve essere considerata in funzione della presenza di altri fattori predisponenti la rabdomiolisi; situazioni in cui si puo’ verificare un aumento nei livelli plasmatici, come ad esempio in caso di interazioni (vedere paragrafo 4.5) e per particolari popolazioni, incluse le sottopopolazioni genetiche (vedere paragrafo 5.2). In tali situazioni, il rischio del trattamento deve essere considerato in relazione al possibile beneficio, e va effettuato il monitoraggio clinico. Se al basale i livelli di CK sono significativamente elevati (> 5 volte ULN), il trattamento non deveessere iniziato. Durante il trattamento: ai pazienti deve essere chiesto di riferire prontamente al medico in caso di dolore, crampi o debolezza muscolare, soprattutto se accompagnati da malessere o febbre. Setali sintomi si verificano mentre un paziente e’ in trattamento con Triveram, devono essere misurati i livelli di CK. Se tali livelli risultano essere significativamente elevati (> 5 volte ULN), il trattamentodeve essere interrotto. Se i sintomi muscolari sono gravi e causano fastidio quotidiano, anche se i livelli di CK sono aumentati sino a valori <= 5 volte ULN, deve essere presa in considerazione l’interruzionedel trattamento. Se i sintomi si risolvono ed i livelli di CK tornanoalla normalita’, possono essere presi in considerazione la re-introduzione di atorvastatina o l’introduzione di una statina alternativa al dosaggio piu’ basso e sotto stretto monitoraggio. Triveram deve essereinterrotto immediatamente se si manifesta un aumento clinicamente significativo dei livelli di CK (> 10 volte ULN), o se la rabdomiolisi viene diagnosticata o ritenuta sospetta. Trattamento concomitante con altri medicinali: a causa della presenza di atorvastatina, il rischio dirabdomiolisi aumenta quando Triveram viene somministrato in concomitanza con alcuni medicinali che possono aumentare la concentrazione plasmatica di atorvastatina, come, ad es., i potenti inibitori del CYP3A4 o le proteine di trasporto (ad es., ciclosporina, telitromicina, claritromicina, delavirdina, stiripentolo, ketoconazolo, voriconazolo, itraconazolo, posaconazolo, letermovir e inibitori della proteasi dell’HIV, tra cui ritonavir, lopinavir, atazanavir, indinavir, darunavir, tipranavir/ritonavir, etc.). Il rischio di miopatia puo’ essere aumentato con l’uso concomitante di gemfibrozil e altri derivati dell’acido fibrico, antivirali per il trattamento dell’epatite C (HCV) (boceprevir, telaprevir, elbasvir/grazoprevir), eritromicina, niacina o ezetimibe. Se possibile, devono essere prese in considerazione terapie alternative(senza interazioni), in sostituzione di tali medicinali. Ci sono state segnalazioni molto rare di una miopatia necrotizzante immuno-mediata(IMNM) durante o dopo il trattamento con alcune statine. La IMNM e’ clinicamente caratterizzata da persistente debolezza muscolare prossimale ed elevati livelli di creatinchinasi sierica, che persistono nonostante l’interruzione del trattamento con la statina.

INTERAZIONI

I dati provenienti da studi clinici hanno mostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensinaaldosterone (RAAS) attraverso l’usocombinato di ACE-inibitori, bloccanti del recettore dell’angiotensinaII o aliskiren, e’ associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalita’renale (inclusa insufficienza renale acuta), rispetto all’uso di un singolo agente che agisce sul RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1). Non sono stati condotti studi di interazione farmacologica con Triveramed altri medicinali, anche se sono stati condotti studi con atorvastatina, perindopril e amlodipina separatamente. I risultati di questi studi sono di seguito illustrati. Medicinali che inducono iperpotassiemia. Alcuni medicinali o classi terapeutiche possono aumentare l’incidenza di iperpotassiemia: aliskiren, sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE-inibitori, antagonisti dei recettori dell’angiotensina II, FANS, eparine, trimetoprim, agenti immunosoppressori qualiciclosporina o tacrolimus,. L’associazione di questi medicinali aumenta il rischio di iperpotassiemia. Controindicazioni all’uso combinato (vedere paragrafo 4.3). Perindopril. Aliskiren: la terapia concomitante con triveram e aliskiren e’ controindicata in pazienti con diabete mellito o insufficienza renale (gfr < 60 ml/min/1,73 m^2), a causa del rischio di iperpotassiemia, peggioramento della funzionalita’ renale ed aumento di morbilita’ e mortalita’ cardiovascolare. Trattamenti extracorporei: i trattamenti extracorporei che causano il contatto del sangue con superfici caricate negativamente come la dialisi o l’emofiltrazione con alcuni tipi di membrane ad alto flusso (ad es. Membrane poliacrilonitriliche) e l’aferesi delle lipoproteine a bassa densita’ con destrano solfato, a causa dell’aumentato rischio di reazioni anafilattoidi gravi (vedere paragrafo 4. 3). Se tali trattamenti sono necessari, dovrebbe essere considerato l’utilizzo di un diverso tipo di membrana dialitica o una diversa classe di farmaci antipertensivi. Sacubitril/valsartan: l’uso concomitante di perindopril con sacubitril/valsartane’ controindicato poiche’ la concomitante inibizione della neprilisina e dell’enzima di conversione (ace) dell’angiotensina i, puo’ aumentare il rischio di angioedema. Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere cominciato prima che siano trascorse 36 ore dall’assunzione dell’ultima dose di perindopril. La terapia con perindopril non deve essere cominciata prima che siano trascorse 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi4. 3 e4.4). Atorvastatina. Glecaprevir/pibrentasvir: la terapia concomitante con triveram e’ controindicata a causa dell’incremento del rischio di miopatia. Uso concomitante da evitare (vedere paragrafo 4.4). Atorvastatina. Potenti inibitori del cyp3a4: l’atorvastatina e’ metabolizzata dal citocromo p450 3a4 (cyp3a4) ed e’ un substrato delle proteine di trasporto epatiche, ad es. , del polipeptide trasportatore di anioni organici 1b1 (oatp1b1)e 1b3 (oatp1b3). I metaboliti di atorvastatina sono substrati di oatp1b1. Atorvastatina e’ inoltre identificata come un substrato della proteina di resistenza multi-farmaco (mdr1) e della proteina della resistenza del cancro al seno (bcrp), che potrebbero limitare l’assorbimentointestinale e la clearance biliare di atorvastatina (vedere paragrafo5. 2). . La somministrazione concomitante di medicinali inibitori delcyp3a4 o di proteine di trasporto puo’ portare all’aumento delle concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e ad un aumentato rischio di miopatia. Il rischio puo’ essere altresi’ aumentato dalla concomitante somministrazione di atorvastatina con altri medicinali che hanno potenzialmente la capacita’ di indurre miopatia, come i derivati dell’acidofibrico e l’ezetimibe (vedere paragrafo 4.4). E’ stato dimostrato chepotenti inibitori del cyp3a4 inducono marcati incrementi delle concentrazioni di atorvastatina. La co- somministrazione di potenti inibitori del cyp3a4 (come ciclosporina, telitromicina, claritromicina, delavirdina, stiripentolo, ketoconazolo, voriconazolo, itraconazolo, posaconazolo, alcuni antivirali utilizzati nel trattamento dell’hcv (ad es. Elbasvir/grazoprevir) e inibitori delle proteasi dell’hiv, inclusi ritonavir, lopinavir, atazanavir, indinavir, darunavir, etc. ) con triveram deve essere evitata laddove possibile. Nei casi in cui la co-somministrazione di questi medicinali con triveram non possa essere evitata, si deve prendere in considerazione triveram contenente dosi inferiori di atorvastatina, e si raccomanda un appropriato monitoraggio clinico del paziente (vedere sotto). Perindopril. Aliskiren: in pazienti diversi dai diabetici o con compromissione renale, il trattamento concomitante con triveram e aliskiren va evitato. Terapia concomitante con ace inibitore e bloccante del recettore dell’angiotensina: e’ riportato inletteratura che in pazienti con riconosciuta malattia aterosclerotica, insufficienza cardiaca, o con diabete con danno d’organo, la terapiaconcomitante con un ace inibitore, come perindopril contenuto in triveram, ed un bloccante del recettore dell’angiotensina, e’ associata aduna maggiore frequenza di ipotensione, sincope, iperpotassiemia, e peggioramento della funzione renale (inclusa l’insufficienza renale acuta), in confronto all’impiego di un singolo agente con azione sul sistema renina- angiotensina-aldosterone. Il duplice blocco (ad es. , combinando un ace-inibitore con un antagonista del recettore dell’angiotensina ii) deve essere limitato a singoli e definiti casi con stretto monitoraggio della funzionalita’ renale, dei livelli di potassio e della pressione arteriosa. Estramustina: rischio di aumentate reazioni avverse come edema angioneurotico (angioedema). Litio: durante la somministrazione concomitante di litio e ace-inibitori sono stati segnalati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicita’. Va evitato l’uso di triveram con il litio, ma se tale associazione risultasse necessaria, si deve effettuare un attento monitoraggio dei livelli di litio nel siero (vedere paragrafo 4.4. ). Co-trimossazolo: i pazienti che assumono co-trimossazolo come terapia concomitante, possono presentare un aumento del rischio di iperkaliemia (vedere paragrafo 4.4). Diuretici risparmiatori di potassio (ad es. Triamterene, amiloride, eplerenone, spironolattone), sali di potassio: questi medicinali sono noti per provocare iperpotassiemia (potenzialmente letale), specialmente in presenza di compromissione renale (effetti iperpotassiemici aggiuntivi). La combinazione di triveram con questi medicinali va evitata (vedere paragrafo 4.4).

EFFETTI INDESIDERATI

Sommario del profilo di sicurezza: le reazioni avverse piu’ comunemente osservate con atorvastatina, perindopril e amlodipina, somministrati separatamente sono state: rinofaringite, ipersensibilita’, iperglicemia, cefalea, dolore laringofaringeo, epistassi, stitichezza, flatulenza, dispepsia, nausea, diarrea, cambio di abitudini intestinali, mialgia, artralgia, dolore agli arti, spasmi muscolari, tumefazione articolare, gonfiore alle caviglie, dolore dorsale, esami di funzionalita’ epatica anormali, aumento di creatinchinasi nel sangue, sonnolenza, capogiri, palpitazioni, rossore, dolore addominale, edema, affaticamento, parestesia, danni alla vista, diplopia, tinnito, vertigine, ipotensione, tosse, dispnea, vomito, disgeusia, esantema, prurito, astenia. Atorvastatina. Infezioni ed infestazioni. Comune: nasofaringite. Patologiedel sistema emolinfopoietico. Raro: trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Comune: ipersensibilita’; molto raro: anafilassi. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: iperglicemia; non comune: ipoglicemia, anoressia. Disturbi psichiatrici. Non comune: insonnia, incubi. Patologie del sistema nervoso. Non comune: vertigini; comune: cefalea; non comune: disgeusia, ipoestesia, parestesia; raro: neuropatia periferica; non comune: amnesia. Patologie dell’occhio. Raro:danni alla vista; non comune: visione offuscata. Patologie dell’orecchio e del labirinto. Non comune: tinnito; molto raro: perdita di udito. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dolore laringofaringeo, epistassi. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea;non comune: vomito, dolore addominale superiore e inferiore; comune: dispepsia, diarrea, stitichezza; non comune: pancreatite, eruttazione;comune: flatulenza. Patologie epatobiliari. Non comune: epatite sia citolitica che colestatica (vedere paragrafo 4.4); raro: colestasi; molto raro: insufficienza epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: eruzione cutanea, prurito, orticaria, alopecia.Raro: angioedema (vedere paragrafo 4.4), sindrome di stevensjohnson, necrolisi tossica epidermica, eritema multiforme. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: tumefazione articolare, dolore agli arti, artralgia, spasmi muscolari, mialgia, dolore dorsale; non comune: dolore al collo, fatica muscolare; raro: miopatia, miosite, rabdomiolisi, lacerazione muscolare, tendinopatia talvolta complicata da rottura; molto raro: sindrome simil lupus; non nota: miopatia necrotizzante immunomediata (vedere paragrafo 4.4). Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella. Molto raro: ginecomastia.Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: astenia, affaticamento, dolore toracico, malessere, edema periferico, piressia. Esami diagnostici. Non comune: aumento del peso, globuli bianchi nelle urine positivi; comune: prova di funzionalita’ epatica anormale, aumento della creatinchinasi ematica. Perindopril. Infezioni ed infestazioni. Molto raro: rinite. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto raro: trombocitopenia, leucopenia/neutropenia; non comune*: eosinofilia; molto raro: agranulocitosi o pancitopenia, anemia emolitica in pazienti con deficit congenito di g-6pdh. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non comune*: ipoglicemia, non comune*: iponatriemia, non comune*: iperpotassiemia, reversibile dopo interruzione (vedere paragrafo 4.4). Disturbi psichiatrici. Non comune: umore alterato (inclusa ansia), disturbi del sonno; molto raro: stato confusionale. Patologie del sistema nervoso. Non comune*: sonnolenza; comune: vertigini, cefalea, disgeusia; non comune*: sincope; comune:parestesia; molto raro: possibile ictus, secondario ad una eccessiva ipotensione nei pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4). Patologie dell’occhio. Comune: danni alla vista. Patologie dell’orecchio e del labirinto. Comune: tinnito, vertigine. Patologie cardiache. Molto raro: infarto miocardico, secondario ad una eccessiva ipotensione nei pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4), angina pectoris (vedere paragrafo 4.4), aritmia (inclusa bradicardia, tachicardia ventricolare e fibrillazione atriale); non comune*: tachicardia, non comune*: palpitazioni. Patologie vascolari. Comune: ipotensione (ed effetti correlati all’ipotensione); non comune*: vasculite; non nota: fenomeno di raynaud. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: tosse, dispnea; non comune: broncospasmo; molto raro: polmonite eosinofila. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, vomito, dolore addominale superiore e inferiore, dispepsia, diarrea, stitichezza; non comune: bocca secca; molto raro: pancreatite. Patologie epatobiliari. Moltoraro: epatite sia citolitica che colestatica (vedere paragrafo 4.4). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea, prurito; non comune: orticaria, iperidrosi, angioedema (vedere paragrafo 4.4), non comune*: pemfigoide; raro*: aggravamento della psoriasi; non comune*: reazioni di fotosensibilita’; molto raro: eritema multiforme. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune*: artralgia; comune: spasmi muscolari; non comune*: mialgia. Patologie renali e urinarie. Non comune: compromissione renale; molto raro: compromissione renale acuta. Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzione erettile. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: astenia; non comune*: dolore toracico, non comune*: malessere, non comune*: edema periferico, non comune*: piressia. Esami diagnostici.Non comune*: aumento dell’urea ematica, non comune*: aumento della creatinina ematica; raro: aumento degli enzimi epatici, aumento della bilirubina ematica; molto raro: diminuzione di emoglobina ed ematocrito.Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Non comune*:caduta. Amlodipina. Infezioni ed infestazioni. Non comune: rinite. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto raro: trombocitopenia, leucopenia/neutropenia. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: ipersensibilita’. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto raro: iperglicemia. Disturbi psichiatrici. Non comune: insonnia, umore alterato (inclusa ansia), depressione; raro: stato confusionale. Patologie del sistema nervoso. Comune: sonnolenza, vertigini, cefalea; non comune: tremore, disgeusia, sincope, ipoestesia, parestesia; molto raro: ipertonia, neuropatia periferica; non noto: disfunzioni extrapiramidali (sindrome extrapiramidale). Patologie dell’occhio. Comune: danni alla vista, diplopia. Patologie dell’orecchio e del labirinto. Non comune: tinnito.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Triveram e’ controindicato durante la gravidanza e l’allattamento (vedere paragrafo 4.3). Gravidanza. Atorvastatina: la sicurezza nelle donne in stato di gravidanza non e’ stata stabilita. Non sono stati condotti studi clinici controllati con atorvastatina nelle donne in stato di gravidanza. Sono state riportare rare segnalazioni di anomalie congenite a seguito di esposizione intrauterina agli inibitori della HMG-CoA reduttasi. Studi sugli animali hanno mostrato tossicita’ riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il trattamento delle madri con atorvastatinapuo’ ridurre nel feto i livelli di mevalonato, che e’ un precursore della biosintesi del colesterolo. L’aterosclerosi e’ un processo cronico e normalmente l’interruzione di medicinali che riducono i lipidi durante la gravidanza dovrebbe avere un impatto limitato sul rischio a lungo termine associato alla ipercolesterolemia primaria. Per tali ragioni atorvastatina non deve essere utilizzata in donne in stato di gravidanza, che stanno provando ad avere una gravidanza o sospettano una gravidanza. Il trattamento con atorvastatina deve essere interrotto per tutta la durata della gravidanza o fino a conferma dell’assenza dello stato di gravidanza (vedere paragrafo 4.3.). Perindopril: l’impiego diACE-inibitori va evitato durante il primo trimestre di gravidanza. L’impiego di ACE-inibitori e’ controindicato durante il secondo e terzo trimestre e di gravidanza (vedere paragrafo 4.3). L’evidenza epidemiologica relativa al rischio di teratogenicita’ a seguito dell’esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia, un piccolo aumento del rischio non puo’ essere escluso. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deveessere immediatamente interrotto e, se del caso, deve essere iniziatauna terapia alternativa. L’esposizione alla terapia con ACE-inibitoridurante il secondo e terzo trimestre e’ nota indurre fetotossicita’ umana (ridotta funzionalita’ renale, oligoidramnios, ritardata ossificazione del cranio) e tossicita’ neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia) (vedere paragrafo 5.3). In caso di esposizionead un ACEinibitore a partire dal secondo trimestre di gravidanza, va effettuato un controllo ecografico della funzionalita’ renale e del cranio. I neonati le cui madri hanno assunto ACE-inibitori devono essereattentamente monitorati per l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Amlodipina: la sicurezza di amlodipina nella donna in stato di gravidanza, non e’ stata stabilita. Negli studi condotti sugli animali, adalte dosi, e’ stata osservata tossicita’ riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Allattamento. Atorvastatina: non e’ noto se atorvastatina o isuoi metaboliti sono escreti nel latte umano. Nei ratti, le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi sono simili a quelle rilevate nel latte (vedere paragrafo 5.3). A causa del rischio di gravi reazioni avverse, le donne che assumono atorvastatinanon devono allattare al seno i loro bambini. Atorvastatina e’ controindicata durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.3). Perindopril: poiche’ non sono disponibili dati riguardanti l’uso di perindopril durante l’allattamento, perindopril va evitato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per il loro uso durante l’allattamento, in particolare quando si allatta un neonato o uninfante prematuro. Amlodipina. Amlodipina viene escreta nel latte materno. La porzione della dose materna ricevuta dal neonato e’ stata stimata con uno scarto interquartile del 3-7%, fino ad un massimo del 15%. L’effetto di amlodipina sui neonati non e’ conosciuto. Fertilita’: le donne in eta’ fertile devono adottare le appropiate misure contraccettive durante il trattamento con Triveram (vedere paragrafo 4.3). Atorvastatina: in studi condotti sugli animali, atorvastatina non ha avutoeffetti sulla fertilita’ maschile o femminile (vedere paragrafo 5.3).Perindopril: non si e’ verificato alcun effetto sulla capacita’ riproduttiva o sulla fertilita’. Amlodipina. Alterazioni biochimiche reversibili nella testa degli spermatozoi sono state osservate in alcuni pazienti trattati con calcio-antagonisti. I dati clinici sono insufficienti per quanto riguarda il potenziale effetto di amlodipina sulla fertilita’. In uno studio condotto sui ratti, sono stati osservati effetti avversi sulla fertilita’ maschile (vedere paragrafo 5.3).

Forma farmaceutica

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Scadenza

24 MESI

Confezionamento

FLACONE