AMARYL 30CPR 3MG

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DENOMINAZIONE

AMARYL COMPRESSE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Ipoglicemizzanti, escluse le insuline: sulfonamidi, derivati dell’urea.

PRINCIPI ATTIVI

Glimepiride.

ECCIPIENTI

Lattosio monoidrato, carbossimetilamido sodico (tipo A), magnesio stearato, cellulosa microcristallina, povidone 25000. Compressa da 1 mg: ferro ossido rosso (E172). Compressa da 2 mg: ferro ossido giallo (E172) e carminio indaco aluminium lake (E132). Compressa da 3 mg: ferro ossido giallo (E172). Compressa da 4 mg: carminio indaco aluminium lake(E132).

INDICAZIONI

Trattamento del diabete mellito di tipo 2, quando la dieta, l’esercizio fisico e la riduzione di peso corporeo da soli non sono sufficienti.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita’ alla glimepiride, altre sulfaniluree o sulfonamidi oad uno qualsiasi degli eccipienti; diabete insulino- dipendente; comadiabetico; chetoacidosi; gravi patologie della funzionalita’ renale oepatica. E’ richiesta una sostituzione con insulina in caso di gravi patologie della funzionalita’ renale o epatica.

POSOLOGIA

Per uso orale. Alla base di un trattamento ottimale del diabete ci deve essere una dieta controllata, un regolare esercizio fisico, oltre al sistematico controllo della glicemia e della glicosuria. Gli antidiabetici orali o l’insulina, non possono compensare il mancato rispetto della dieta da parte del paziente. La dose viene determinata in base ai valori di glucosio nel sangue e nelle urine. La dose iniziale e’ di 1 mg di glimepiride al giorno. Se il controllo raggiunto e’ soddisfacente questa posologia puo’ essere adottata come terapia di mantenimento. Per i differenti regimi posologici sono disponibili appropriati dosaggi. Se il controllo non e’ soddisfacente la dose deve essere aumentato sulla base del controllo glicemico, in modo graduale con un intervallo, per ogni aumento, di circa 1-2 settimane, fino a 2, 3 o 4 mg di glimepiride al giorno. Una dose superiore a 4 mg al giorno di glimepiride porta a risultati terapeutici migliori solo in casi eccezionali. La dose massima raccomandata di glimepiride e’ di 6 mg al giorno. Nei pazienti non adeguatamente controllati con la dose massima giornaliera dimetformina, puo’ essere iniziata una terapia concomitante con glimepiride. Mentre si mantiene costante la dose di metformina, si inizia la terapia con glimepiride con dosi basse, aumentando tali dosi fino al raggiungimento del compenso metabolico desiderato fino alla dose massima giornaliera. La terapia combinata deve essere iniziata sotto strettocontrollo medico. In pazienti non adeguatamente controllati con il massimo della dose giornaliera del farmaco, se necessario puo’ essere iniziata una terapia insulinica concomitante. Mentre si mantiene costante la dose di glimepiride, si inizia la terapia con insulina con dosi basse, aumentando tali dosi fino al raggiungimento del compenso metabolico desiderato. La terapia combinata deve essere iniziata sotto attento controllo medico. Normalmente e’ sufficiente una dose unica giornaliera di glimepiride. Si raccomanda che questa dose venga assunta poco prima o durante una ricca prima colazione, o altrimenti, subito prima odurante il pasto principale. Nel caso ci si dimentichi di assumere una dose non si deve correggere la dimenticanza assumendo successivamente una dose maggiore. Se in un paziente si verifica una reazione ipoglicemica con la dose di 1 mg di glimepiride al giorno, significa che tale paziente puo’ essere controllato con la sola dieta. Nel corso del trattamento la richiesta di glimepiride puo’ diminuire, dato che il miglioramento nel controllo del diabete e’ associato ad una aumentata sensibilita’ all’insulina. Per evitare la comparsa di ipoglicemia si devono pertanto valutare una tempestiva riduzione della posologia o una sospensione della terapia. Una modifica della posologia puo’ rendersi necessaria anche in caso di modificazione di peso del paziente, di un cambiamento nello stile di vita, e nel caso in cui altri fattori incrementino il rischio di ipoglicemia o iperglicemia. Passaggio da altri antidiabetici orali al farmaco: generalmente si puo’ effettuare il passaggio da altri antidiabetici orali al prodotto. Per il passaggio al medicinale devono essere considerate l’efficacia e l’emivita del precedentemedicinale. In alcuni casi, specialmente con gli antidiabetici con lunga emivita (per esempio clorpropamide), e’ consigliabile un periodo di interruzione di alcuni giorni al fine di minimizzare il rischio di reazioni ipoglicemiche dovute ad un effetto additivo. La dose iniziale raccomandata e’ di 1 mg di glimepiride al giorno. In base alla risposta terapeutica, la dose di glimepiride puo’ essere incrementata gradualmente cosi’ come indicato in precedenza. Passaggio dall’uso di insulina al prodotto. In casi eccezionali in pazienti affetti da diabete di tipo 2, controllati con insulina, puo’ essere indicato il passaggio al farmaco. Il passaggio deve avvenire sotto stretto controllo medico. Popolazione pediatrica: non ci sono dati disponibili sull’uso di glimepiride in pazienti al di sotto di 8 anni. Per bambini da 8 a 17 anni, cisono dati limitati su glimepiride in monoterapia. I dati di sicurezzaed efficacia disponibili nella popolazione pediatrica sono insufficienti e pertanto tale uso non e’ raccomandato. Metodo di somministrazione: le compresse vanno ingerite con un po’ di liquido senza masticarle.

CONSERVAZIONE

Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidita’.

AVVERTENZE

Il farmaco deve essere assunto poco prima o durante un pasto. Quando i pasti vengono assunti ad orari irregolari o addirittura non vengono consumati, il trattamento puo’ determinare ipoglicemia. I possibili sintomi di ipoglicemia comprendono: cefalea, fame vorace, nausea, vomito, stanchezza, sonnolenza, disturbi del sonno, irrequietezza, aggressivita’, difficolta’ di concentrazione, alterazione dello stato di vigilanza e del tempo di reazione, depressione, confusione, disturbi della parola e della vista, afasia, tremore, paresi, disturbi sensori, capogiri, debolezza, perdita dell’autocontrollo, delirio, convulsioni cerebrali, sonnolenza e perdita di coscienza fino ed incluso il coma, respirazione superficiale e bradicardia. Inoltre possono presentarsi segni della contro-regolazione adrenergica quali sudorazione, pelle umida, ansieta’, tachicardia, ipertensione, palpitazioni, angina pectoris ed aritmie cardiache. Il quadro clinico di un grave attacco ipoglicemico puo’ assomigliare a quello di un ictus. I sintomi quasi sempre possono essere rapidamente controllati con l’assunzione immediata di carboidrati (zucchero). I dolcificanti artificiali sono inefficaci. Dall’esperienza con altre sulfaniluree e’ noto che, nonostante l’iniziale successodelle contromisure, l’ipoglicemia puo’ ricomparire. Un’ipoglicemia grave o prolungata, controllata solo temporaneamente dalla somministrazione di quantitativi usuali di zucchero, richiede un trattamento medicoimmediato e, occasionalmente, l’ospedalizzazione. I fattori che favoriscono l’ipoglicemia includono: scarsa cooperazione o, piu’ comunemente nei pazienti piu’ anziani, incapacita’ del paziente a cooperare, malnutrizione, irregolarita’ nell’orario dei pasti, pasti omessi o periodi di digiuno, modifica della dieta, squilibrio tra attivita’ fisica e assunzione di carboidrati, consumo di alcolici, in particolare se concomitante a mancato consumo del pasto, compromissione della funzione renale, grave disfunzione epatica, sovradosaggio del prodotto, alcune patologie del sistema endocrino non compensate che influiscono sul metabolismo dei carboidrati o sulla contro-regolazione di un’ipoglicemia (come ad esempio in alcuni disturbi della funzionalita’ tiroidea e dell’ipofisi anteriore o in caso di insufficienza surrenalica), contemporanea somministrazione di alcuni altri prodotti medicinali. Il trattamento con il farmaco richiede controlli regolari dei livelli di glucosio ematico e urinario. Inoltre si raccomanda la determinazione della percentuale di emoglobina glicosilata. Durante il trattamento con il prodotto si richiede un controllo regolare dei valori ematici (specialmente dei leucociti e dei trombociti) ed epatici. In situazioni di stress (quali ad esempio traumi, operazioni chirurgiche, infezioni con febbre, ecc.) puo’ essere indicato il passaggio temporaneo all’insulina. Non esistono sufficienti esperienze relative all’uso in pazienti con grave compromissione epatica o in pazienti in dialisi. Nei pazienti con grave compromissione della funzione epatica o renale e’ indicato il passaggio all’insulina. Il trattamento con sulfaniluree di pazienti con deficit di G6PD puo’ portare ad anemia emolitica. Dal momento che la glimepiride appartiene alla classe delle sulfaniluree, si deve prestare cautela in pazienti con deficit di G6PD e deve essere considerata una alternativa che non sia una sulfanilurea. Contiene lattosio monoidrato. Ipazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.

INTERAZIONI

Se glimepiride viene somministrata contemporaneamente ad alcuni medicinali possono verificarsi sia aumenti che diminuzioni indesiderate dell’azione ipoglicemizzante di glimepiride. Per questo motivo, altri medicinali devono essere assunti solo dopo aver avvertito il medico o dietro sua prescrizione. Glimepiride e’ metabolizzata dal citocromo P450 2C9 (CYP2C9). E’ noto che il suo metabolismo e’ influenzato dalla somministrazione concomitante di induttori del CYP2C9 o di inibitori. I risultati di uno studio di interazioni in vivo riportato in letteratura,hanno dimostrato che l’AUC della glimepiride e’ quasi raddoppiata in presenza di fluconazolo, che e’ uno dei piu’ potenti inibitori del CYP2C9. Sulla base dell’esperienza maturata con glimepiride e con altre sulfaniluree devono essere menzionate le interazioni di seguito riportate. Un potenziamento dell’effetto ipoglicemizzante e, pertanto, in alcuni casi reazioni ipoglicemiche possono manifestarsi con l’assunzione di uno dei seguenti medicinali, per esempio: fenilbutazone, azapropazone e ossifenbutazone, insuline e altri prodotti antidiabetici orali, come metformina, salicilati e acido para-amino-salicilico, steroidi anabolizzanti e ormoni sessuali maschili, cloramfenicolo, alcune sulfonamidi ad azione protratta, tetracicline, antibiotici chinolonici e claritromicina anticoagulanti cumarinici, fenfluramina, disopiramide, fibrati, ACE- inibitori, fluoxetina, MAO-inibitori, allopurinolo, probenecid, sulfinpirazone, simpaticolitici, ciclofosfamide, trofosfamide e ifosfamidi, miconazolo, fluconazolo, pentossifillina (alte dosi parenterali), tritoqualina. Una diminuzione dell’azione ipoglicemizzante e conseguente aumento della glicemia possono verificarsi con l’assunzione diuno dei seguenti prodotti medicinali, per esempio: estrogeni e progestinici, saluretici, diuretici tiazidici, agenti stimolanti la tiroide,glucocorticoidi, derivati fenotiazinici, clorpromazina, adrenalina e simpaticomimetici, acido nicotinico (a dosi elevate) e derivati dell’acido nicotinico, lassativi (dopo un uso protratto), fenitoina, diazossido, glucagone, barbiturici e rifampicina, acetazolamide. Gli H2-antagonisti, i beta-bloccanti, la clonidina e la reserpina possono indurre sia un aumento che una diminuzione dell’effetto ipoglicemizzante. Sotto l’influenza di medicinali simpaticolitici quali i beta-bloccanti, laclonidina, la guanetidina e la reserpina gli effetti di una contro-regolazione adrenergica dell’ipoglicemia possono essere ridotti o assenti. L’assunzione di alcool puo’ potenziare o ridurre l’azione ipoglicemizzante della glimepiride in modo non prevedibile. La glimepiride puo’sia potenziare che ridurre gli effetti dei derivati cumarinici. Colesevelam si lega alla glimepiride e riduce l’assorbimento di glimepiridedal tratto gastro-intestinale. Non si sono osservate interazioni quando glimepiride e’ stata assunta almeno 4 ore prima di colesevelam. Pertanto, si deve somministrare glimepiride almeno 4 ore prima di colesevelam.

EFFETTI INDESIDERATI

Frequenze reazioni avverse: molto comune >=1/10; comune >=1/100, <1/10; non comune >=1/1.000, <1/100; raro >=1/10.000, <1/1.000; molto raro<1/10.000, non nota. Patologie del sistema emolinfopoietico. Rari: trombocitopenia, leucopenia, granulocitopenia, agranulocitosi, eritropenia, anemia emolitica e pancitopenia che sono generalmente reversibili alla sospensione della terapia; non nota: trombocitopenia grave con conta piastrinica inferiore a 10.000/mcl e porpora trombocitopenica. Disturbi del sistema immunitario. Molto rari: vasculite leucocitoclastica, lievi reazioni di ipersensibilita’ che possono evolvere in reazioni gravi, con dispnea, caduta della pressione arteriosa e qualche volta shock; non nota: e’ possibile una allergia crociata con sulfaniluree, sulfonamidi o sostanze correlate. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Rari: ipoglicemia. Queste reazioni ipoglicemiche avvengono perlo piu’ immediatamente, possono essere gravi e di non facile correzione. Il verificarsi di queste reazioni dipende, come per altre terapie ipoglicemizzanti, da fattori individuali come le abitudini dietetiche e dalla dose. Patologie dell’occhio. Frequenza non nota: disturbi visivi, transitori, possono verificarsi in particolare all’inizio del trattamento e sono causati dalle variazioni della glicemia. Patologie gastrointestinali. Molto rari: nausea, vomito, diarrea, distensione addominale, disturbi addominali e dolore addominale che raramente conducono all’interruzione del trattamento. Patologie epatobiliari. Non nota: aumento degli enzimi epatici; molto rari: funzionalita’ epatica anomala (ad es. con colestasi ed ittero), epatite ed insufficienza epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non nota: possono manifestarsi reazioni di ipersensibilita’ cutanea come prurito, rash, orticaria e fotosensibilizzazione. Esami diagnostici. Molto rari: riduzionedel sodio nel sangue. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Rischio correlato al diabete: in corso di gravidanza concentrazioni di glucosio ematico fuori della norma sono associate ad una maggiore incidenza di anomalie congenite e mortalita’ perinatale. Pertanto la glicemia deve essere strettamente monitorata durante la gravidanza per evitare il rischio di teratogenesi. In tali circostanze e’ richiesto l’uso di insulina. Le pazienti che intendono avere una gravidanza devono informarne il proprio medico. Rischio correlato a glimepiride: non vi sono dati sufficienti derivanti dall’uso di glimepiride in donne in stato di gravidanza. Studi su animali hanno dimostrato tossicita’ riproduttiva probabilmente correlata all’azione farmacologica (ipoglicemizzante) della glimepiride. Pertanto, glimepiride non deve essere utilizzata durante l’intero periodo della gravidanza. Se la paziente in terapia con glimepiride intende iniziare una gravidanza o nel caso in cui venga accertata una gravidanza, il trattamento deve essere sostituito con una terapia insulinica appena possibile. Non e’ noto se avvenga escrezione nel latte umano. La glimepiride e’ escreta nel latte di ratto. Poiche’ altre sulfaniluree passano nel latte materno e vi e’ il rischio di ipoglicemia nel lattante, l’allattamento e’ sconsigliato durante la terapia con glimepiride.

Forma farmaceutica

COMPRESSE DIVISIBILI

Scadenza

36 MESI

Confezionamento

BLISTER