ARKAS 30CPR RIV 10MG

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DENOMINAZIONE

ARKAS COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Sostanze modificatrici dei lipidi, inibitori della HMG-CoA riduttasi.

PRINCIPI ATTIVI

Ogni compressa rivestita con film contiene 10 o 20 o 40 mg di atorvastatina (come atorvastatina calcica).

ECCIPIENTI

Nucleo della compressa: mannitolo, cellulosa microcristallina, crospovidone, sodio carbonato anidro, povidone K30, metionina, magnesio stearato. Rivestimento: ipromellosa 6cP, titanio diossido (E 171), macrogol 6000.

INDICAZIONI

Ipercolesterolemia. Il farmaco e’ indicato, in aggiunta alla dieta, per la riduzione di alti livelli di colesterolo totale (C-totale), del colesterolo delle lipoproteine a bassa densita’ (LDL-C), dell’apolipoproteina B e dei trigliceridi in pazienti adulti, adolescenti e bambinia partire dai 10 anni di eta’ affetti da ipercolesterolemia primaria inclusa ipercolesterolemia familiare (variante eterozigote) o iperlipidemia combinata (mista) (corrispondente ai Tipi IIa e IIb della classificazione di Fredrickson) quando la risposta alla dieta e ad altre misure non farmacologiche e’ inadeguata. Il farmaco e’ anche indicato perridurre il colesterolo totale ed il colesterolo LDL in pazienti adulti con ipercolesterolemia familiare omozigote in aggiunta ad altri trattamenti ipolipemizzanti (ad esempio, LDL aferesi) o se tali trattamenti non sono disponibili. Prevenzione della malattia cardiovascolare. Prevenzione degli eventi cardiovascolari in pazienti adulti ritenuti ad alto rischio per un primo evento cardiovascolare, in aggiunta alla correzione di altri fattori di rischio.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Il farmaco e’ controindicato nei pazienti: con ipersensibilita’ al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti, con malattia epatica in fase attiva o innalzamenti inspiegabili e persistenti delle transaminasi sieriche, oltre 3 volte il limite normale superiore, in gravidanza, durante l’allattamento e in donne in eta’ fertile che non usanoappropriate misure contraccettive, trattati con antivirali antiepatite C glecaprevir/pibrentasvir.

POSOLOGIA

Prima di ricevere il farmaco il paziente deve essere posto in regime di dieta standard ipocolesterolemica e deve continuare questa dieta durante il trattamento con il medicinale. Il dosaggio deve essere personalizzato tenendo conto dei livelli basali di colesterolo LDL, dell’obiettivo della terapia e della risposta del paziente. La dose iniziale abituale e’ 10 mg una volta al giorno. Aggiustamenti del dosaggio devono essere fatti ad intervalli di 4 settimane o piu’. La dose massima e’80 mg una volta al giorno. Ipercolesterolemia primaria e iperlipidemia combinata (mista). La maggior parte dei pazienti viene controllata con il farmaco alla dose di 10 mg una volta al giorno. La risposta terapeutica si evidenza entro due settimane e la massima risposta terapeutica viene solitamente raggiunta entro 4 settimane. L’effetto terapeutico si mantiene durante il trattamento cronico. Ipercolesterolemia familiare eterozigote I pazienti devono avviare il trattamento con il medicinale alla dose di 10 mg/al giorno. Il dosaggio deve essere personalizzato e aggiustato ogni 4 settimane fino a 40 mg al giorno. Successivamente, il dosaggio puo’ essere aumentato fino a un massimo di 80 mg algiorno oppure puo’ essere somministrato un sequestrante di acidi biliari insieme a 40 mg di atorvastatina una volta al giorno. Ipercolesterolemia familiare omozigote Sono disponibili solo dati limitati. Il dosaggio di atorvastatina in pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote e’ compreso tra 10 e 80 mg/die. In questi pazienti atorvastatina deve essere impiegata in aggiunta ad altri trattamenti ipolipemizzanti (es. LDL aferesi) o se tali trattamenti non sono disponibili. Prevenzione della malattia cardiovascolare Negli studi di prevenzione primaria e’ stato impiegato il dosaggio da 10 mg/die. Per ottenere i livelli di colesterolo (LDL) previsti dalle attuali linee guida, possono essere necessari dosaggi piu’ elevati. Pazienti con compromissione renale Non e’ richiesto alcun aggiustamento della dose. Pazienti con compromissione epatica. Il farmaco deve essere usato con cautela nei pazienti con ridotta funzionalita’ epatica. Il medicinale e’ controindicato in pazienti con malattia epatica attiva. Uso negli anziani. L’efficaciae la tollerabilita’ nei pazienti di oltre 70 anni trattati con le dosi raccomandate sono simili a quelle osservate nella popolazione in generale. Uso pediatrico. Ipercolesterolemia. L’uso pediatrico deve essere riservato a medici specializzati nel trattamento dell’iperlipidemia pediatrica ed i pazienti devono essere rivalutati su base regolare pervalutare i progressi della cura. La dose iniziale raccomandata nei pazienti a partire dai 10 anni di eta’ e’ di 10 mg di atorvastatina al giorno con incremento fino a 20 mg/die. Nei pazienti pediatrici la dosedeve essere incrementata a seconda della risposta e della tollerabilita’ individuale. Le informazioni sulla sicurezza per i pazienti pediatrici trattati con dosi superiori a 20 mg, pari a circa 0,5 mg/kg, sonolimitate. L’esperienza nei bambini di eta’ compresa tra 6-10 anni e’ limitata. L’atorvastatina non e’ indicata per il trattamento di pazienti con meno di 10 anni di eta’. Per questa popolazione di pazienti possono essere maggiormente indicate altre formulazioni farmaceutiche. Modo di somministrazione. Il medicinale e’ un farmaco da somministrare per via orale. Ogni dose giornaliera di atorvastatina viene somministrata in dose unica e la somministrazione puo’ essere effettuata in qualsiasi momento della giornata, indipendentemente dai pasti. Co-somministrazione con altri medicinali. Nei pazienti che assumono gli agenti antivirali antiepatite C elbasvir/grazoprevir in concomitanza con atorvastatina, la dose di atorvastatina non deve superare 20 mg/die.

CONSERVAZIONE

Flacone di plastica: non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Blister Al/Al: non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C.

AVVERTENZE

Effetti epatici. Devono essere effettuate prove di funzionalita’ epatica prima dell’inizio del trattamento e periodicamente in tempi successivi. I pazienti che presentano segni o sintomi indicativi di danno epatico devono essere sottoposti a controllo della funzionalita’ epatica. I pazienti che presentano aumento delle transaminasi devono essere controllati fino alla normalizzazione dei valori. Qualora persista un aumento delle transaminasi oltre 3 volte il limite normale superiore, si raccomanda la riduzione della dose o la sospensione del farmaco. Il medicinale deve essere impiegato con prudenza in pazienti che consumano abbondanti quantita’ di alcool e/o che hanno una storia di malattia epatica. Prevenzione dell’Ictus mediante Riduzione Aggressiva dei Livelli di Colesterolo (studio SPARCL) Un’analisi post-hoc dei sottotipi di ictus nei pazienti senza cardiomiopatia ischemica (CHD) che avevano avuto un ictus o un attacco ischemico transitorio recente (TIA), ha evidenziato un’incidenza piu’ elevata di ictus emorragico nei pazienti che avevano iniziato il trattamento con atorvastatina 80 mg rispetto algruppo placebo. L’aumento del rischio e’ stato osservato in particolare nei pazienti con precedente ictus emorragico o infarto lacunare al momento dell’arruolamento nello studio. Per i pazienti con precedente ictus emorragico o infarto lacunare, il rapporto rischio/beneficio derivante dall’impiego di atorvastatina 80 mg non e’ chiaro e prima di iniziare il trattamento deve essere considerato attentamente il rischio potenziale di ictus emorragico. Effetti sulla muscolatura scheletrica.L’atorvastatina, come altri inibitori della HMG-CoA riduttasi, in rare occasioni puo’ avere effetti sulla muscolatura scheletrica e puo’ causare mialgia, miosite e miopatia che possono progredire fino a rabdomiolisi, una condizione potenzialmente fatale caratterizzata da marcatiaumenti di creatinfosfochinasi (CPK) (>10 volte il limite normale superiore), mioglobinemia e mioglobinuria che possono portare all’insufficienza renale. Prima del trattamento L’atorvastatina deve essere prescritta con cautela in pazienti con fattori predisponenti alla rabdomiolisi. Il livello della creatinfosfochinasi (CPK) deve essere misurato prima di iniziare il trattamento in presenza delle seguenti condizioni cliniche: compromissione della funzionalita’ renale; ipotiroidismo; storia personale o familiare di malattie muscolari ereditarie; antecedenti di tossicita’ muscolare con statine o fibrati; precedenti di malattia epatica e/o quando vengono assunte considerevoli quantita’ di bevande alcoliche; in eta’ avanzata (eta’ superiore ai 70 anni), la necessita’ di tale misurazione deve essere considerata in accordo con la presenza di altri fattori predisponenti alla rabdomiolisi; situazioni in cui puo’ verificarsi un aumento dei livelli plasmatici del farmaco, come nel caso di interazioni e di popolazioni speciali, comprese le sottopopolazioni genetiche. In tali situazioni, e’ opportuno valutare il rischio del trattamento in relazione ai possibili benefici, e si raccomanda il monitoraggio clinico del paziente. Se i livelli basali di CK sono significativamente elevati (>5 volte i limiti superiori della norma), il trattamento non deve essere iniziato. Misurazione della creatinchinasi. Il livello di creatina chinasi (CK) non deve essere misurato dopo un intenso esercizio fisico o in presenza di eventuali possibili cause alternative di incremento della CK in quanto cio’ rende difficilel’interpretazione del valore ottenuto. Se i livelli di CK sono significativamente aumentati rispetto ai valori basali (>5 volte il limite normale superiore), i livelli di CK devono essere nuovamente misurati entro i 5-7 giorni successivi per confermare i risultati. Durante il trattamento – I pazienti devono essere avvertiti di comunicare prontamente episodi di dolore muscolare, crampi o debolezza, in particolare se associati a malessere o febbre. Se questi sintomi si verificano quandoun paziente e’ in trattamento con atorvastatina, devono essere misurati i livelli di CK. Se questi livelli risultano significativamente aumentati (>5 volte il limite normale superiore), il trattamento deve essere interrotto. Se i sintomi muscolari sono gravi e causano disturbi quotidiani, anche se i livelli di CK sono <=5 volte il limite normale superiore, si deve prendere in considerazione l’interruzione del trattamento. Se i sintomi si risolvono e i livelli di CK si normalizzano, puo’ essere presa in considerazione la possibilita’ di riavviare il trattamento con atorvastatina o con un’altra statina al dosaggio piu’ basso ed effettuare un accurato monitoraggio. Il trattamento con atorvastatina deve essere interrotto se compaiono aumenti di CK clinicamente significativi (>10 volte il limite normale superiore) o se e’ diagnosticata o sospettata una rabdomiolisi. Trattamento concomitante con altri farmaci. Il rischio di rabdomiolisi aumenta quando atorvastatina vienesomministrata insieme ad alcuni medicinali che possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina come gli inibitori potenti di CYP3A4 o le proteine di trasporto (ad es. ciclosporina, telitromicina, claritromicina, delavirdina stiripentolo, ketoconazolo, voriconazolo, itraconazolo, posaconazolo e gli inibitori delle proteasi dell’HIV, inclusi ritonavir, lopinavir, atazanavir, indinavir, darunavir, tipranavir/ritonavir, ecc). Il rischio di miopatia puo’ aumentare anche con l’uso concomitante di gemfibrozil e altri derivati dell’acido fibrico, antivirali per il trattamento dell’epatite C (HCV) (boceprevir, telaprevir, elbasvir/grazoprevir), eritromicina, niacina o ezetimibe. Se possibile, in alternativa a questi medicinali, devono essere prese in considerazione terapie alternative (prive di interazioni). Vi sono state segnalazioni molto rare di miopatia necrotizzante immuno-mediata (Immune-Mediated Necrotizing Myopathy, IMNM) durante o dopo il trattamento con alcune statine. L’IMNM e’ caratterizzata clinicamente da debolezza muscolare prossimale persistente e da un’elevata creatinchinasi sierica, che permangono nonostante l’interruzione del trattamento con statine. Nei casi in cui la somministrazione concomitante di questi medicinali e atorvastatina e’ necessaria, devono essere attentamente valutati i rischi e i benefici del trattamento.

INTERAZIONI

Effetto dei medicinali co-somministrati sull’atorvastatina. L’atorvastatina e’ metabolizzata dal citocromo P450 3A4 (CYP3A4) ed e’ un substrato dei trasportatori epatici, del polipeptide organico trasportatoredi anioni 1B1 (OATP1B1) e del trasportatore 1B3 (OATP1B3). I metaboliti dell’atorvastatina sono substrati di OATP1B1. L’atorvastatina e’ anche identificata come substrato della proteina di resistenza multifarmaco 1 (MDR1) e della proteina di resistenza al cancro seno (BCRP), chepuo’ limitare l’assorbimento intestinale e la clearance biliare dell’atorvastatina. La co-somministrazione di inibitori di CYP3A4 o di proteine di trasporto puo’ causare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dunque ad un aumento del rischio di miopatia. Il rischio puo’ anche essere aumentato dalla co-somministrazione di medicinali che possono indurre miopatia, quali i derivati dell’acido fibrico ed ezetimibe. Inibitori del CYP3A4. I potenti inibitori del CYP3A4 hanno dimostrato di causare aumenti marcati delle concentrazioni di atorvastatina. Se possibile la co-somministrazione di potenti inibitori di CYP3A4 (ad es. ciclosporina, telitromicina, claritromicina, delavirdina, stiripentolo, ketoconazolo, voriconazolo, itraconazolo, posaconazolo, alcuni antivirali utilizzati nel trattamento dell’HCV (ad es. elbasvir/grazoprevir) e gli inibitori delle proteasi dell’HIV, inclusiritonavir, lopinavir, atazanavir, indinavir, darunavir, ecc) deve essere evitata. Nei casi in cui la somministrazione di questi medicinali con atorvastatina non possa essere evitata devono essere prese in considerazione dosi iniziali e massime piu’ basse di atorvastatina e si raccomanda un appropriato monitoraggio clinico del paziente. Moderati inibitori del CYP3A4 (per esempio eritromicina, diltiazem, verapamil e fluconazolo) possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina. E’ stato osservato un aumento del rischio di miopatia in seguito all’uso concomitante di eritromicina e statine. Non sono stati condotti studi di interazione a valutare gli effetti di amiodarone o verapamil sull’atorvastatina. Sia amiodarone che verapamil sono noti inibitori dell’attivita’ del CYP3A4 e la co-somministrazione con atorvastatina puo’ comportare un aumento dell’esposizione a atorvastatina. Si prenda pertanto in considerazione una dose massima piu’ bassa di atorvastatina e si raccomanda un appropriato monitoraggio clinico di questi pazienti quando trattati contemporaneamente con moderati inibitori del CYP3A4. All’inizio del trattamento con l’inibitore o in seguito ad aggiustamenti posologici del dosaggio dell’inibitore, si consiglia un appropriato monitoraggio clinico. Induttori del CYP3A4. La somministrazione concomitante di atorvastatina e induttori del citocromo P450 3A4 (ades. efavirenz, rifampicina, erba di S. Giovanni) puo’ determinare riduzioni variabili delle concentrazioni plasmatiche di atorvastatina. A causa del duplice meccanismo di interazione della rifampicina (induzione del citocromo P450 3A e inibizione del trasportatore OATP1B1 a livello dell’epatocita), si raccomanda la somministrazione contemporanea di atorvastatina e rifampicina, in quanto una somministrazione ritardata di atorvastatina dopo somministrazione di rifampicina, e’ stata associata a una riduzione significativa delle concentrazioni plasmatiche di atorvastatina. Non si conosce tuttavia l’effetto di rifampicina sulle concentrazioni di atorvastatina negli epatociti; se la somministrazione concomitante non puo’ essere evitata, i pazienti devono essere attentamente monitorati per verificare l’efficacia del trattamento. Inibitori del trasporto. Gli inibitori delle proteine di trasporto (per esempio ciclosporina) possono aumentare l’esposizione sistemica all’atorvastatina. L’effetto dell’inibizione dei trasportatori di captazione epatica sulle concentrazioni di atorvastatina negli epatociti non e’ noto. Se la somministrazione concomitante non puo’ essere evitata, si raccomanda una riduzione della dose e un monitoraggio clinico dell’efficacia. Gemfibrozil/derivati dell’acido fibrico. L’uso di fibrati in monoterapia e’ occasionalmente associato ad eventi a carico dei muscoli, inclusa la rabdomiolisi. Tale rischio puo’ aumentare in caso di somministrazione contemporanea di derivati dell’acido fibrico ed atorvastatina. Se non e’ possibile evitare la somministrazione concomitante, si utilizzi la dose piu’ bassa di atorvastatina necessaria per raggiungere l’obiettivo terapeutico; il paziente deve essere adeguatamente monitorato. Ezetimibe. L’uso di ezetimibe in monoterapia e’ stato associato ad eventi a carico dei muscoli, inclusa la rabdomiolisi. Tale rischio puo’ quindi aumentare in caso di somministrazione contemporanea di ezetimibe ed atorvastatina. Si consiglia un appropriato monitoraggio clinico di questi pazienti. Colestipolo. Le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi sono risultate ridotte (circa 25%) quando e’ stato somministrato colestipolo insieme al farmaco. Tuttavia, gli effetti sui lipidi sono risultati maggiori quando il farmaco e colestipolo sono stati somministrati contemporaneamente rispettoa quando sono stati somministrati da soli. Acido fusidico. Il rischiodi miopatia, inclusa la rabdomiolisi, puo’ essere aumentato dalla somministrazione concomitante di acido fusidico per via sistemica con statine. Il meccanismo di questa interazione (se farmacodinamico o farmacocinetico, o entrambi) e’ ancora sconosciuto. Ci sono state segnalazioni di rabdomiolisi (tra cui alcuni decessi) in pazienti trattati con questa combinazione. Se fosse necessario il trattamento con acido fusidico per via sistemica, il trattamento con atorvastatina deve essere sospeso per tutta la durata del trattamento con acido fusidico. Colchicina. Sebbene non siano stati condotti studi di interazione tra atorvastatina e colchicina, sono stati segnalati casi di miopatia con atorvastatina co-somministrata con colchicina. Occorre prestare cautela quandosi prescrive atorvastatina con colchicina. Effetto di atorvastatina sui medicinali somministrati in concomitanza. Digossina. La somministrazione contemporanea di dosi ripetute di digossina e atorvastatina 10 mg ha determinato un lieve incremento delle concentrazioni plasmatiche della digossina allo stato stazionario.

EFFETTI INDESIDERATI

Dall’analisi dei dati relativi allo studio clinico su atorvastatina controllato con placebo che ha coinvolto 16.066 pazienti (8.755 trattati con Lipitor vs 7.311 trattati con placebo) trattati per un periodo medio di 53 settimane si e’ osservato che il 5,2% dei pazienti trattaticon Atorvastatina ha dovuto interrompere la terapia a causa della comparsa di reazioni avverse rispetto al 4,0% dei pazienti trattati con placebo. Le informazioni relative al profilo di reazioni avverse per ilfarmaco illustrate di seguito sono riconducibili a studi clinici effettuati e ad una vasta esperienza di post-marketing. I raggruppamenti di frequenza sono definiti in base alla seguente convenzione: comune (>=1/100, < 1/10); non comune (>= 1/1.000, < 1/100); raro (>=1/10.000, <1/1.000); molto raro (<=1/10.000). Infezioni e infestazioni. Comune: rinofaringite. Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro: Trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Comune: Reazioni allergiche;molto raro: anafilassi. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: iperglicemia; non comune: ipoglicemia, aumento ponderale, anoressia. Disturbi psichiatrici. Non comune: incubi, insonnia. Patologie nervose. Comune: cefalea; non comune: capogiri, parestesia, ipoestesia, disgeusia, amnesia; raro: neuropatia periferica. Patologie dell’occhio. Non comune: visione offuscata; raro: alterazioni della visione. Patologie dell’orecchio e del labirinto. Non comune: tinnito; molto raro: perdita di udito. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche.Comune: dolore faringo-laringeo, epistassi. Patologie gastrointestinali. Comune: stipsi, flatulenza, dispepsia, nausea, diarrea; non comune: vomito, dolore al basso e alto addome, eruttazioni, pancreatite. Patologie epatobiliari. Non comune: epatite; raro: colestasi; molto raro:insufficienza epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: orticaria, eruzioni cutanee, prurito, alopecia; raro: edema angioneurotico, dermatite bollosa, inclusi eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica. Patologie muscoloscheletriche e del tessuto connettivo. Comune: mialgia, artralgia, dolore alle estremita’, spasmi muscolari, gonfiore alle articolazioni, mal di schiena; non comune: Dolore al collo, affaticamento muscolare; raro: miopatia, miosite, rabdomiolisi, rottura muscolare, tendinopatia, a volte complicata da rottura; molto raro: sindrome simil lupoide; non nota: miopatia necrotizzante immuno-mediata. Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella. Molto raro: ginecomastia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: malessere, astenia, dolore al torace, edema periferico, affaticamento, piressia. Esami diagnostici. Comune: test anomali di funzionalita’ epatica, aumento dei livelli di creatin-chinasi nel sangue; non comune: urine positive per i globuli bianchi. Come con altri inibitoridella HMG-CoA riduttasi, in pazienti trattati con il farmaco sono stati segnalati aumenti delle transaminasi sieriche. Questi aumenti sono stati di solito lievi e transitori e non hanno richiesto la sospensione del trattamento. Aumenti clinicamente importanti (> 3 volte il limite normale superiore) delle transaminasi sieriche sono stati osservati nello 0,8% dei pazienti trattati con il medicinale. Questi aumenti sono risultati dose-dipendenti e reversibili in tutti i pazienti. Negli studi clinici sono stati osservati livelli elevati di creatinchinasi (CK) oltre 3 volte il limite normale superiore nel 2,5% dei pazienti trattati con il farmaco, in modo simile ad altri inibitori della HMG-CoA riduttasi. Nello 0,4% dei pazienti trattati con il farmaco sono stati osservati livelli oltre 10 volte il limite superiore della norma. Con alcune statine sono stati segnalati i seguenti eventi avversi: disfunzione sessuale; depressione; sono stati riportati casi eccezionali di patologie polmonari interstiziali, in special modo nel contesto di terapie a lungo termine. Diabete Mellito: la frequenza dipendera’ dalla presenza o assenza di fattori di rischio (glicemia a digiuno >= 5,6 mmol/L, BMI >30 kg/m^2, aumento di trigliceridi, storia di ipertensione). Popolazione pediatrica. Il database di sicurezza clinica comprende dati di sicurezza relativi a 249 pazienti pediatrici che hanno ricevuto atorvastatina, dei quali 7 avevano un’eta’ inferiore a 6 anni, 14 avevano un’eta’ compresa tra 6 e 9 anni, e 228 avevano un’eta’ compresa tra10 e 17 anni. Patologie nervose. Comune: Cefalea. Patologie gastrointestinali. Comune: dolore addominale. Esami diagnostici. Comune: aumento dei livelli di alanina transferasi, aumento dei livelli ematici di creatina fosfochinasi. Sulla base dei dati disponibili si ritiene che la frequenza, il tipo e la gravita’ delle reazioni avverse nei bambini siano comparabili a quelli osservati negli adulti. Al momento l’esperienza in materia di sicurezza a lungo termine nella popolazione pediatrica e’ limitata. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramiteil sistema nazionale di segnalazione.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Le donne in eta’ fertile devono usare efficaci metodi contraccettivi durante il trattamento. Il farmaco e’ controindicato durante la gravidanza. Non e’ stata stabilita la sicurezza di impiego del farmaco in donne in stato di gravidanza. Non sono stati eseguiti studi clinici controllati con atorvastatina in donne gravide. Sono state ricevute rare segnalazioni di anomalie congenite a seguito di esposizione intrauterina a inibitori della HMG-CoA reduttasi. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicita’ riproduttiva. Il trattamento materno con atorvastatina puo’ ridurre i livelli fetali di mevalonato, un precursore della biosintesi del colesterolo. L’aterosclerosi e’ un processo cronico, e l’interruzione consueta dell’assunzione di farmaci ipocolesterolemici durante la gravidanza dovrebbe avere un basso impatto sul rischio a lungo termine associato all’ipercolesterolemia primaria. Per queste ragioni, il farmaco non deve essere usato in donne gravide o che cercano o sospettano una gravidanza. Il trattamento con il farmaco deve essere sospeso per la durata della gravidanza o fino a quando non sia stato determinato che la donna non e’ incinta. Non e’ noto se l’atorvastatina o i suoi metaboliti siano escreti nel latte umano. Nel ratto, le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi sono simili a quelle riscontrate nel latte materno. A causa della possibile insorgenza di gravi reazioni avverse nell’infante le donne in trattamento con il farmaco non devono allattare il proprio figlio al seno.L’atorvastatina e’ controindicata durante l’allattamento. Studi nell’animale hanno dimostrato che l’atorvastatina non ha effetto sulla fertilita’ maschile o femminile.

Forma farmaceutica

COMPRESSE RIVESTITE

Scadenza

36 MESI

Confezionamento

BLISTER