ASTON 12CPR 70MG

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DENOMINAZIONE

ASTON 70 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Bifosfonato, per il trattamento delle malattie delle ossa.

PRINCIPI ATTIVI

Ogni compressa contiene il seguente principio attivo: acido alendronico 70 mg (come alendronato sodico triidrato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Nucleo: cellulosa microcristallina, croscarmellosa sodica, silice colloidale anidra, sodio stearil fumarato. Rivestimento: ipromellosa, talco.

INDICAZIONI

Aston e’ indicato negli adulti per il trattamento dell’osteoporosi postmenopausale. Riduce il rischio di fratture vertebrali e dell’anca.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita’ al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Patologie dell’esofago e altri fattori che ritardano lo svuotamento esofageo, come stenosi e acalasia. Impossibilita’ a stare in piedi o seduti con il busto eretto per almeno 30 minuti. Ipocalcemia.

POSOLOGIA

Posologia. La dose raccomandata e’ di una compressa da 70 mg in mono-somministrazione settimanale. I pazienti devono essere informati che in caso abbiano dimenticato di assumere la dose di Aston 70 mg, devono assumere una compressa al mattino successivo al giorno in cui se ne sono accorti. Non devono prendere due compresse lo stesso giorno ma devono ricominciare ad assumere una compressa una volta a settimana, nel giorno prescelto come stabilito in precedenza. Non e’ stata stabilita la durata ottimale del trattamento con bifosfonati per l’osteoporosi. La necessita’ di un trattamento continuativo deve essere rivalutata in ogni singolo paziente periodicamente in funzione dei benefici e rischipotenziali di Aston, in particolare dopo 5 o piu’ anni d’uso. Anziani: negli studi clinici non e’ stata dimostrata nessuna differenza legata all’eta’ nei profili di efficacia o di sicurezza dell’alendronato. Non e’ pertanto necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti anziani. Compromissione renale: non e’ necessario aggiustare la dose nei pazienti con VFG (velocita’ di filtrazione glomerulare) maggiore di35 ml/min. L’alendronato non e’ raccomandato in pazienti con funzionerenale compromessa quando la VFG e’ minore di 35 mL/min, in quanto non sono disponibili informazioni in proposito. Popolazione pediatrica: l’uso dell’alendronato sodico non e’ raccomandato nei bambini al di sotto dei 18 anni di eta’ a causa dell’insufficienza dei dati su sicurezza ed efficacia in condizioni associate con osteoporosi pediatrica (vedere anche paragrafo 5.1). Modo di somministrazione: per ottenere un adeguato assorbimento dell’alendronato Aston deve essere deglutito almeno 30 minuti prima di qualsiasi alimento, bevanda o medicinale della giornata insieme solo ad acqua di rubinetto. E’ probabile che altre bevande (inclusa l’acqua minerale), alimenti e alcuni medicinali riducanol’assorbimento di alendronato (vedere paragrafo 4.5). Per facilitare il rilascio a livello gastrico e ridurre la possibilita’ di irritazione/eventi indesiderati locali ed esofagei (vedere paragrafo 4.4): Astondeve essere deglutito solo dopo essersi alzati dal letto per iniziarela giornata, con un bicchiere colmo d’acqua di rubinetto (non meno di200 mL). Il paziente deve deglutire la compressa di Aston solo intera. Il paziente non deve frantumare o masticare o sciogliere in bocca lacompressa, a causa del rischio potenziale che si verifichino ulcerazioni orofaringee. Il paziente non deve distendersi per almeno 30 minutidopo aver assunto Aston e fintanto che non abbia mangiato qualcosa. Aston non deve essere assunto al momento di coricarsi o prima di alzarsi dal letto all’inizio della giornata. I pazienti devono assumere integratori di calcio e vitamina D se l’assunzione con la dieta non e’ adeguata (vedere paragrafo 4.4). Aston 70 mg non e’ stato studiato nel trattamento dell’osteoporosi indotta dai glucocorticoidi.

CONSERVAZIONE

Nessuna speciale precauzione per la conservazione.

AVVERTENZE

Reazioni avverse del tratto gastrointestinale superiore: l’alendronato puo’ causare irritazione locale della mucosa del tratto gastrointestinale superiore. A causa del potenziale peggioramento della patologia di base, si deve agire con cautela nel somministrare l’alendronato a pazienti con patologie attive a livello del tratto gastro-intestinale superiore, quali disfagia, patologie esofagee, gastrite, duodenite, ulcere o con storia recente (entro l’anno precedente) di patologie gastrointestinali importanti quali ulcera peptica o sanguinamento gastrointestinale attivo o chirurgia del tratto gastrointestinale superiore esclusa la piloroplastica (vedere paragrafo 4.3). Nei pazienti con esofagodi Barrett gia’ noto, i medici prescrittori devono valutare i benefici e i rischi potenziali dell’alendronato su base individuale. In pazienti in trattamento con alendronato sono state segnalate reazioni a carico dell’esofago (alcune gravi e con necessita’ di ospedalizzazione) quali esofagite, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, raramente seguite da stenosi esofagee. Il medico deve, pertanto, fare attenzione alla comparsa di qualsiasi segno o sintomo che indichi una possibile reazione esofagea ed avvisare il paziente di interrompere l’alendronato e rivolgersi ad un medico nel caso si verifichino sintomi di irritazione esofagea quali disfagia, odinofagia o dolore retrosternale, insorgenza o peggioramento di pirosi (vedere paragrafo 4.8). Il rischio di eventiindesiderati gravi a livello esofageo sembra essere maggiore nei pazienti che non assumono l’alendronato in maniera appropriata e/o che continuano ad assumere l’alendronato dopo lo sviluppo di sintomi riferibili ad irritazione esofagea. E’ molto importante che il paziente conosca e comprenda bene le modalita’ di assunzione del medicinale (vedere paragrafo 4.2). Il paziente deve essere informato che se non vengono seguite queste precauzioni, puo’ aumentare il rischio di problemi esofagei. Mentre in ampi studi clinici non e’ stato osservato un aumento delrischio, sono stati segnalati (dopo l’immissione in commercio del medicinale) rari casi di ulcere gastriche e duodenali, alcuni dei quali gravi ed associati a complicanze (vedere paragrafo 4.8). Osteonecrosi della mandibola/mascella: l’osteonecrosi della mandibola/mascella, generalmente associata ad estrazione dentale e/o ad infezione locale (inclusa osteomielite), e’ stata segnalata in pazienti con cancro in trattamento con regimi comprendenti i bifosfonati somministrati principalmente per via endovenosa. Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. L’osteonecrosi della mandibola/mascella e’ stata anche segnalata in pazienti con osteoporosi in trattamento con i bifosfonati orali. Quando si valuta il rischio individuale di sviluppare osteonecrosi della mandibola/mascella, devono essere considerati i seguenti fattori di rischio: potenza del bifosfonato (massima per l’acido zoledronico), via di somministrazione (vedere sopra) e dose cumulativa; cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, inibitori dell’angiogenesi, fumo; un’anamnesi di malattia odontoiatrica, scarsa igiene orale, malattia periodontale, procedure odontoiatriche invasive e protesi dentarie con scarsa aderenza. Prima di iniziare il trattamento con i bifosfonati orali in pazienti con scarsa igiene dentale deve essere presa in considerazione la necessita’ di un esame odontoiatrico con le appropriate procedure odontoiatriche preventive. Durante il trattamento, questi pazienti devono, se possibile, evitare procedure dentarie invasive. Nei pazienti che hanno sviluppato osteonecrosi della mandibola/mascella durante la terapia con i bifosfonati, la chirurgia dentaria puo’ esacerbare la condizione. Per i pazienti che necessitano di chirurgia dentaria, non ci sono dati disponibili per suggerire che l’interruzione del trattamento con i bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola/mascella. Il giudizio clinico del medico curante deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto beneficio/rischio. Durante il trattamento con i bifosfonati, tutti i pazienti devono essere incoraggiati a mantenere una buona igiene orale, a sottoporsi a periodici controlli odontoiatrici e a segnalare qualsiasi tipodi sintomo orale quale mobilita’ dentale, dolore o gonfiore. Osteonecrosi del canale uditivo esterno: e’ stata riferita osteonecrosi del canale uditivo esterno in concomitanza con l’uso di bifosfonati, prevalentemente in associazione a terapie di lungo termine. Tra i possibili fattori di rischio dell’osteonecrosi del canale uditivo esterno sono inclusi l’uso di steroidi e la chemioterapia e/o fattori di rischio locali quali infezione o trauma. L’eventualita’ di osteonecrosi del canaleuditivo esterno deve essere valutata in pazienti trattati con bifosfonati che presentano sintomi a carico dell’orecchio come dolore o secrezione, o infezioni croniche dell’orecchio. Dolore muscoloscheletrico: nei pazienti trattati con bifosfonati sono stati segnalati dolori ossei, articolari e/o muscolari. Nell’esperienza post-marketing questi sintomi sono stati raramente gravi e/o hanno causato disabilita’ (vedere paragrafo 4.8). I tempi di esordio dei sintomi sono risultati variabili da un giorno a diversi mesi dall’inizio del trattamento. Nella maggior parte dei pazienti l’interruzione del trattamento ha dato luogo a un sollievo dai sintomi. A seguito di una nuova somministrazione dello stesso farmaco o di un altro bifosfonato, un sottogruppo di pazienti e’ andato incontro ad una ricaduta dei sintomi. Fratture atipiche del femore: sono state segnalate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bifosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato con reperti di diagnostica per immagini a evidenze radiografiche di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bifosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femorecontrolaterale. E’ stata segnalata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale sideve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bifosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale.

INTERAZIONI

E’ probabile che cibo e bevande (inclusa l’acqua minerale), integratori di calcio, antiacidi e altri medicinali per somministrazione orale,se assunti contemporaneamente all’alendronato, interferiscano con l’assorbimento di quest’ ultimo. Di conseguenza, i pazienti devono lasciare trascorrere almeno 30 minuti dall’assunzione dell’alendronato primadell’assunzione orale di qualsiasi altro medicinale per via orale (vedere paragrafi 4.2 e 5.2). Non si prevedono altre interazioni farmacologiche di rilevanza clinica. Negli studi clinici, ad alcuni pazienti sono stati somministrati estrogeni (intravaginali, transdermici o orali) durante il trattamento con l’alendronato. Non sono stati identificati eventi indesiderati attribuibili all’uso degli estrogeni durante il trattamento con l’alendronato. Poiche’ l’uso di FANS e’ associato al rischio di irritazione gastrointestinale, si deve usare con cautela durante il trattamento concomitante con alendronato. Sebbene non siano stati condotti studi specifici di interazione, negli studi clinici l’alendronato e’ stato usato con una vasta gamma di medicinali comunemente prescritti senza dare luogo ad eventi indesiderati di rilevanza clinica.

EFFETTI INDESIDERATI

Riassunto del profilo di sicurezza: in uno studio clinico della durata di un anno, nelle donne in post-menopausa con osteoporosi, i profiliglobali di sicurezza di ASTON 70 mg (n=519) e alendronato 10 mg/die (n=370), sono risultati simili. In due studi della durata di tre anni di disegno sostanzialmente identico, nelle donne in post-menopausa (alendronato 10 mg: n=196, placebo: n=397) i profili globali di sicurezza di alendronato 10 mg/die e placebo sono risultati simili. Elenco dellereazioni avverse. Negli studi clinici e/o con l’uso commerciale del medicinale sono state segnalate anche le seguenti esperienze avverse. Le frequenze sono definite come: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1.000),molto raro (<1/10.000 inclusi i casi isolati). Disturbi del sistema immunitario. Raro: reazioni di ipersensibilita’ inclusi orticaria e angioedema. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Raro: ipocalcemia sintomatica, spesso in associazione con condizioni predisponenti ^a.Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, capogiro^+; non comune: disgeusia^+. Patologie dell’occhio. Non comune: infiammazioni dell’occhio (uveite, sclerite, episclerite). Patologie dell’orecchio e del labirinto. Comune: vertigine^+; molto raro: osteonecrosi del canale uditivo esterno (reazione avversa per la classe dei bisfosfonati). Patologie gastrointestinali. Comune: dolore addominale, dispepsia, stipsi, diarrea, flatulenza, ulcera esofagea*, disfagia*, distensione addominale, rigurgito acido; non comune: nausea, vomito, gastrite, esofagite*,erosioni esofagee*, melena^+; raro: stenosi esofagea*, ulcera orofaringea*, sup del tratto gastrointestinale superiore^a(perforazione, ulcere, sanguinamento). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: alopecia^+, prurito^+; non comune: eruzione cutanea, eritema; raro: eruzione cutanea con fotosensibilita’, reazioni cutanee gravi incluse sindrome di stevens-johnson e necrolisi epidermica tossica^++. Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: dolore muscolo-scheletrico (osseo, muscolare o articolare) avolte grave^+, a; comune: gonfiore articolare^+; raro: osteonecrosi della mandibola/mascella ^++, a, fratture atipiche sottotrocanteriche ediafisarie del femore (reazione avversa di classe dei bifosfonati) ^d. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede somministrazione. Comune: astenia^+, edema periferico^+; non comune: sintomi transitori come da risposta della fase acuta (mialgia, malessere e raramente, febbre), tipicamente in associazione con l’inizio del trattamento^+. ^a vedere paragrafo 4.4. ^+ negli studi clinici la frequenza e’ risultata simile tra il gruppo di pazienti trattati con il farmaco e il placebo. * vedere paragrafi 4.2 e 4.4. ^++ questa reazione avversa e’ stataidentificata tramite monitoraggio post- marketing. La frequenza rara e’ stata valutata sulla base di studi clinici rilevanti. ^d identificata nell’esperienza post-maketing. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale e’ importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e’ richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: i dati relativi all’uso di alendronato in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicita’ riproduttiva. L’alendronato ha causato distocia dovuta all’ipocalcemia nei ratti in gravidanza (vedere paragrafo 5.3). Aston non deve essere usato durante la gravidanza. Allattamento: non e’ noto se l’alendronato/metaboliti siano escreti nel latte materno. Il rischio per i neonati/lattanti non puo’ essere escluso. Astonnon deve essere utilizzato durante l’allattamento. Fertilita’: i bifosfonati sono incorporati nella matrice dell’osso, dalla quale sono gradualmente rilasciati nell’arco di anni. Il quantitativo di bifosfonatiincorporati nell’osso dell’adulto, e quindi, il quantitativo disponibile per il rilascio nella circolazione sistemica, e’ direttamente correlato alla dose e alla durata dell’uso di bifosfonati (vedere paragrafo 5.2). Non ci sono dati sul rischio fetale nell’uomo. Tuttavia, vi e’un rischio teorico di danno fetale, principalmente scheletrico, se una donna rimane incinta dopo aver completato un ciclo di terapia con bifosfonati. Non e’ stato studiato l’impatto sul rischio di variabili quali il tempo che intercorre tra la cessazione della terapia con bifosfonati e il concepimento, il tipo di bifosfonato usato e la via di somministrazione (via endovenosa nei confronti della via orale).

Forma farmaceutica

COMPRESSE RIVESTITE

Scadenza

36 MESI

Confezionamento

BLISTER