DENOMINAZIONE
BATIF “500 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM”
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Antibatterici per uso sistemico – Macrolidi.
PRINCIPI ATTIVI
Ogni compressa rivestita con film contiene: 524,1 mg di azitromicina diidrato pari a 500 mg di azitromicina.
ECCIPIENTI
Calcio idrogeno fosfato anidro, amido pregelatinizzato, sodio laurilsolfato, croscarmellosa sodica, carmellosa sodica, silice colloidale anidra, magnesio stearato. Rivestimento: ipromellosa, titanio diossido, triacetina, lattosio monoidrato.
INDICAZIONI
Trattamento delle infezioni causate da germi sensibili all’azitromicina. Infezioni delle alte vie respiratorie (incluse otiti medie, sinusiti, tonsilliti e faringiti); infezioni delle basse vie respiratorie (incluse bronchiti e polmoniti); Infezioni odontostomatologiche; infezioni della cute e dei tessuti molli; uretriti non gonococciche (da Chlamydia trachomatis ); ulcera molle (da Haemophilus ducreyi).
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita’ al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. L’uso del prodotto e’ controindicato nei pazienti con ipersensibilita’ all’eritromicina, ad uno qualsiasi degli antibiotici macrolidi oketolidi. Grave insufficienza epatica.
POSOLOGIA
Adulti. Per il trattamento delle infezioni delle alte e basse vie respiratorie, della cute e dei tessuti molli e delle infezioni odontostomatologiche: 500 mg al giorno in un’unica somministrazione, per tre giorni consecutivi. Per il trattamento delle malattie sessualmente trasmesse, causate da ceppi sensibili di Chlamydia trachomatis o di Haemophilus ducreyi: 1000 mg, assunti una sola volta, in un’unica somministrazione orale. Anziani. Il medesimo schema posologico usato negli adulti puo’ essere applicato al paziente anziano. Poiche’ i pazienti anziani possono presentare condizioni proaritmiche in corso, si raccomanda particolare cautela per il possibile rischio di sviluppare aritmie e torsioni di punta. Bambini. Per i bambini dal peso pari o superiore a 45 kg puo’ essere usato lo stesso dosaggio dell’adulto (500 mg/die per tregiorni consecutivi). La dose totale massima consigliata per qualsiasiterapia pediatrica e’ di 1500 mg. Il farmaco deve essere sempre somministrato in dose singola giornaliera. Il farmaco puo’ essere assunto indifferentemente a stomaco vuoto o dopo i pasti. L’assunzione di cibo prima della somministrazione del prodotto puo’ attenuare gli eventualieffetti indesiderati di tipo gastrointestinale causati dall’azitromicina. Le compresse devono essere deglutite intere. Alterata funzionalita’ renale. Non e’ richiesto un aggiustamento posologico nei pazienti con alterazione della funzionalita’ renale da lieve a moderata (GFR 10 – 80 ml/min) mentre bisogna avere cautela in quelli con grave compromissione (GFR <10 ml/min). Alterata funzionalita’ epatica. Nei pazienti con alterazione della funzionalita’ epatica da lieve a moderata puo’ essere usato lo stesso dosaggio dei pazienti con funzionalita’ epatica normale.
CONSERVAZIONE
Conservare a temperatura non superiore ai 30 gradi C.
AVVERTENZE
Ipersensibilita’. Come per l’eritromicina e altri macrolidi, sono state segnalate rare reazioni allergiche gravi, tra cui l’edema angioneurotico e l’anafilassi (raramente fatale), reazioni dermatologiche tra cui pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP), sindrome di Stevens Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (TEN) e eruzione cutanea con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS). Alcune di queste reazioni associate al medicinale hanno provocato sintomi ricorrenti e hannorichiesto un periodo di osservazione e trattamento prolungati. Se si verifica una reazione allergica, la somministrazione del medicinale deve essere interrotta e deve essere iniziata una terapia adeguata. I medici devono essere consapevoli del fatto che quando la terapia sintomatica viene sospesa puo’ verificarsi la comparsa di sintomi allergici. Poiche’ il fegato e’ la principale via di eliminazione dell’azitromicina, il suo impiego nei pazienti con patologie epatiche significative deve essere intrapreso con cautela. Con azitromicina sono stati segnalati casi di epatite fulminante, potenzialmente causa di insufficienza epatica tale da costituire rischio per la vita. Alcuni pazienti possonoavere avuto una malattia epatica preesistente o possono aver preso altri medicinali epatotossici. Nei casi in cui si sviluppano segni e sintomi di compromissione della funzionalita’ epatica, quali astenia a comparsa rapida associata ad ittero, urine scure, tendenza al sanguinamento o encefalopatia epatica, si devono eseguire analisi/esami diagnostici per la funzionalita’ epatica. Qualora si manifesti una disfunzioneepatica la somministrazione di azitromicina deve essere interrotta. In pazienti con insufficienza epatica di grado lieve-moderato, non e’ stata dimostrata alcuna evidenza di modificazioni significative della farmacocinetica sierica dell’azitromicina rispetto a persone con funzionalita’ epatica normale. In questi pazienti l’eliminazione di azitromicina attraverso le urine sembra aumentare, probabilmente come compensoper la ridotta clearance epatica. Con i farmaci antibatterici a largospettro puo’ verificarsi la comparsa di colite pseudomembranosa. In pazienti in trattamento con derivati dell’ergotamina la co-somministrazione di antibiotici macrolidi ha precipitato crisi di ergotismo. Attualmente non vi sono dati a disposizione sulla possibilita’ di un’interazione tra azitromicina ed ergotamina. Tuttavia, a causa della possibilita’ teorica di ergotismo, azitromicina ed ergotamina non devono essere somministrate contemporaneamente. Cosi’ come con ogni altra preparazione antibiotica, e’ raccomandata una particolare osservazione per l’eventuale insorgenza di superinfezioni con microrganismi non sensibili inclusi i funghi. Con l’uso di quasi tutti gli antibiotici, tra cui l’azitromicina, sono stati segnalati casi di diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD), la cui gravita’ puo’ variare da diarrea lieve acolite fatale. Il trattamento con gli antibiotici altera la normale flora del colon e porta a una crescita eccessiva di C. difficile . Il C. difficile produce le tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo della CDAD. I ceppi di C. difficile che producono tossine in eccesso causano un aumento dei tassi di morbilita’ e mortalita’, poiche’ questeinfezioni sono in genere refrattarie alla terapia antibatterica e richiedono spesso una colectomia. Bisogna considerare la possibilita’ di diarrea associata a C. difficile in tutti i pazienti che presentano diarrea a seguito di trattamento antibiotico. E’ inoltre necessaria un’attenta anamnesi poiche’ i casi di diarrea associata a C. difficile sono stati segnalati anche oltre due mesi dopo la somministrazione di antibiotici. In caso di infezioni sessualmente trasmesse e’ necessario escludere una concomitante infezione da Treponema pallidum. Nei pazienticon grave compromissione della funzionalita’ renale (GFR < 10 ml/min), e’ stato osservato un aumento del 33% dell’esposizione sistemica all’azitromicina. Nel trattamento con i macrolidi e’ stato riscontrato unprolungamento della ripolarizzazione cardiaca e dell’intervallo QT, con il rischio di sviluppare aritmia cardiaca e torsioni di punta. Nei pazienti con un rischio piu’ elevato di prolungamento della ripolarizzazione cardiaca, non si puo’ escludere del tutto un effetto analogo con l’azitromicina. Poiche’ le seguenti situazioni possono portare ad unaumento del rischio di aritmie ventricolari (comprese torsioni di punta) che possono causare arresto cardiaco, azitromicina deve essere usata con cautela nei pazienti con condizioni proaritmiche in atto (soprattutto anziani e donne), cosi’ come in pazienti: con prolungamento congenito o documentato dell’intervallo QT; in corso di trattamento con altri principi attivi che prolungano l’intervallo QT, quali antiaritmici delle classi IA (chinidina e procainammide) e classe III (amiodarone, dofetilide e sotalolo), cisapride e terfenadina; agenti antipsicotici come pimozide; antidepressivi come citalopram; e fluorochinoloni come moxifloxacina e levofloxacina; con alterazioni degli elettroliti, specialmente nei casi di ipopotassiemia e ipomagnesiemia; con bradicardia clinicamente rilevante, aritmia cardiaca o insufficienza cardiaca grave. Nei pazienti in terapia con azitromicina sono state riportate esacerbazioni dei sintomi della miastenia gravis e comparsa iniziale di sindrome miastenica. La sicurezza e l’efficacia di azitromicina per viaendovenosa nel trattamento delle infezioni nei bambini non sono statestabilite. La sicurezza e l’efficacia di azitromicina per la prevenzione o il trattamento delle infezioni da Mycobacterium avium complex nei bambini non sono state stabilite. Informazioni importanti su alcuni eccipienti. Il medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapplattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
INTERAZIONI
Antiacidi. I pazienti in terapia con azitromicina e antiacidi non devono assumere i due farmaci contemporaneamente. Didanosina (Dideossinosina). ? stato osservato che la somministrazione contemporanea di un regime di 5 giorni di azitromicina 1200 mg/die e didanosina 400 mg/die in 6 pazienti HIV positivi non ha avuto alcun effetto sulla farmacocinetica allo steady state della didanosina rispetto al placebo. Digossinae colchicina. ? stato osservato che la somministrazione contemporaneadi alcuni antibiotici macrolidi, tra cui l’azitromicina, con substrati della glicoproteina P pu? causare un aumento dei livelli sierici delsubstrato della glicoproteina P. Quindi, se azitromicina e substrati della glicoproteina P come la digossina sono somministrati contemporaneamente, bisogna tenere conto del possibile aumento dei livelli di digossina. ? necessario un monitoraggio clinico, e possibilmente i livelli sierici di digossina, durante il trattamento con azitromicina e dopola sua interruzione. Zidovudina. La somministrazione di dosi singole da 1000 mg e di dosi multiple da 1200 mg o 600 mg di azitromicina ha indotto solo un lieve effetto sulla farmacocinetica plasmatica o l’escrezione urinaria della zidovudina o del suo metabolita glucuronide. Tuttavia, la somministrazione di azitromicina ha determinato un aumento delle concentrazioni della zidovudina fosforilata, suo metabolita clinicamente attivo, nelle cellule periferiche mononucleate. L’importanza clinica di questo dato non ? chiara, ma pu? comunque costituire un beneficio per il paziente. Ergotamina. A causa della possibile insorgenza di crisi di ergotismo, l’uso concomitante di azitromicina e derivati dell’ergotamina ? sconsigliato. Sono stati condotti studi di farmacocinetica tra l’azitromicina e i seguenti farmaci, per i quali ? nota una significativa attivit? metabolica mediata dal citocromo P450. Atorvastatina. Riportati casi di rabdomiolisi in pazienti trattati con azitromicina e statine. Ciclosporina. In uno studio di farmacocinetica condotto su volontari sani ai quali sono state somministrate una dose orale di 500 mg/die di azitromicina per 3 giorni e successivamente una dose orale unica di 10 mg/kg di ciclosporina, sono stati riscontrati innalzamenti significativi dei valori C max e AUC 0-5 della ciclosporina. Pertanto, l’eventuale somministrazione contemporanea dei due farmaci richiede cautela. Qualora la co-somministrazione dei due farmaci fosse strettamente necessaria, si dovranno attentamente monitorare i livelli della ciclosporina e il dosaggio di quest’ultima dovr? essere modificato di conseguenza. Fluconazolo. La somministrazione concomitante di unadose singola di azitromicina (1200 mg) non ha alterato la farmacocinetica di una dose singola di fluconazolo (800 mg). Il tempo di esposizione totale e l’emivita dell’azitromicina non sono state influenzate dalla somministrazione contemporanea di fluconazolo, mentre ? stata osservata una diminuzione della Cmax (18%) clinicamente irrilevante. Nelfinavir. La somministrazione concomitante di azitromicina (1200 mg) e nelfinavir allo steady state (750 mg tre volte al giorno) ha prodotto unaumento delle concentrazioni dell’azitromicina. Sebbene non siano state osservate reazioni avverse clinicamente significative e non sia necessaria alcuna modifica del dosaggio, ? consigliato un attento monitoraggio degli effetti collaterali dell’azitromicina. Rifabutina. La somministrazione concomitante di azitromicina e rifabutina non modifica leconcentrazioni sieriche dei due farmaci. Casi di neutropenia sono stati osservati in alcuni pazienti che assumevano i due farmaci contemporaneamente; sebbene sia noto che la rifabutina determini neutropenia, non ? stato possibile stabilire una relazione di causalit? tra i suddetti episodi di neutropenia e l’associazione rifabutina-azitromicina. Sildenafil. Nei volontari sani di sesso maschile non sono stati riscontrati effetti di azitromicina (500 mg/die per 3 giorni) sulle AUC e Cmaxdel sildenafil o del suo principale metabolita in circolo. Teofillina. La somministrazione contemporanea di azitromicina e teofillina a volontari sani non ha evidenziato un’interazione clinicamente significativa tra i due farmaci. Terfenadina. Gli studi di farmacocinetica non hanno evidenziato interazioni tra azitromicina e terfenadina. Sono statisegnalati alcuni rari casi in cui la possibilit? di una tale interazione non poteva essere del tutto esclusa; non c’? tuttavia alcuna provascientifica che l’interazione si sia verificata. Triazolam. In 14 volontari sani, la somministrazione concomitante di azitromicina 500 mg il primo giorno e 250 mg il secondo giorno e di triazolam 0,125 mg al secondo giorno non ha avuto effetti significativi sulle variabili farmacocinetiche del triazolam rispetto al triazolam e al placebo. Trimetoprim/Sulfametoxazolo. Dopo somministrazione concomitante per 7 giorni di trimetoprim/sulfametoxazolo (160 mg/800 mg) e di azitromicina (1200 mg), al settimo giorno non ? stato riscontrato alcun effetto significativo sulle concentrazioni di picco, sul tempo di esposizione o sull’escrezione urinaria sia del trimetoprim che del sulfametoxazolo. Le concentrazioni sieriche di azitromicina sono simili a quelle riscontrate in altri studi. Anticoagulanti orali di tipo cumarinico. Nel corso di uno studio di farmacocinetica condotto su volontari sani ? stato osservato che l’azitromicina non modifica l’effetto anticoagulante di una singola dose di warfarin da 15 mg. Nella fase post-marketing sono stati segnalati casi di potenziamento dell’azione anticoagulante a seguito della somministrazione concomitante di azitromicina e anticoagulanti orali di tipo cumarinico. Bench? non sia stata stabilita una relazione causale, si consiglia di rivalutare la frequenza con cui monitorare il tempo di protrombina quando si somministra l’azitromicina a pazienti che ricevono anticoagulanti di tipo cumarinico. Per quanto riguarda l’uso concomitante di azitromicina e di altri farmaci che agiscono sulla coagulazione, poich? non sono stati condotti studi specifici di interazione, si consiglia un attento monitoraggio di quei pazienti che assumono i suddetti farmaci in associazione.
EFFETTI INDESIDERATI
DI seguito sono elencate le reazioni avverse identificate durante la conduzione degli studi clinici e nel corso della sorveglianza post-marketing, suddivise in base alla classificazione sistemico-organica e alla frequenza. Le reazioni avverse identificate nel corso della sorveglianza post-marketing sono riportate in corsivo. La frequenza viene definita utilizzando i seguenti parametri: Molto comune (>=1/10); Comune (>= 1/100 e <1/10); Non comune (>=1/1.000 e <1/100); Raro (>= 1/10.000e <1/1.000); Molto raro (< 1/10.000); e Non nota (la frequenza non puo’ essere definita sulla base dei dati disponibili). Nell’ambito di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine di gravita’ decrescente. Reazioni avverse con correlazione possibile o probabile all’azitromicina sulla base dei risultati degli studi clinici e della sorveglianza post-marketing. Infezioni e infestazioni. Non comune: candidosi, infezioni vaginali, polmonite, infezione fungina, infezione batterica, faringite, gastroenterite, disturbi respiratori, rinite, candidosi orale; frequenza non nota: colite pseudomembranosa. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: leucopenia, neutropenia, eosinofilia; frequenza non nota: trombocitopenia, anemia emolitica. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: angioedema, ipersensibilit?; frequenza non nota: reazione anafilattica. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non comune: anoressia; disturbi psichiatrici. Non comune: nervosismo, insonnia; rari: agitazione; frequenza non nota: aggressivit?, ansia, delirio, allucinazioni. Disturbi del sistema nervoso. Comune: cefalea; non comune: capogiri, sonnolenza, disgeusia, parestesia; frequenza non nota: sincope, convulsioni, ipoestesia, iperattivit? psicomotoria, anosmia, ageusia, parosmia, miastenia grave. Patologie dell’occhio. Non comune: compromissione della vista. Patologie dell’orecchio e del labirinto. Non comune: compromissione dell’udito, vertigini; frequenza non nota: perdita dell’udito tra sordit? e/o tinnito. Patologie cardiache. Non comune: palpitazioni; frequenza non nota: torsioni di punta, aritmia compresa tachicardia ventricolare, prolungamento dell’intervallo qt visto all’elettrocardiogramma. Patologie vascolari. Non comune: vampate di calore; frequenza non nota: ipotensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: dispnea, epistassi. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea; comune: vomito, dolore addominale, nausea; non comune: stitichezza, flatulenza, dispepsia, gastrite, disfagia, distensione addominale, bocca secca, eruttazione, ulcerazione della bocca, ipersecrezione salivare; frequenza non nota: pancreatite, scolorimento della lingua. Patologie epatobiliari. Rari: alterazione della funzionalit? epatica, ittero colestatico; frequenza non nota: insufficienza epatica (che raramente ha portato a morte), epatite fulminante, necrosi epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: orticaria, eruzione cutanea, prurito, dermatite, iperidrosi, pelle secca; rari: reazione di fotosensibilit?, pustolosi esantematica acuta generalizzata (agep); frequenza non nota: sindrome di stevens johnson, necrolisi epidermica tossica, eritema multiforme. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: osteoartrite, mialgia, mal di schiena, dolore al collo; frequenza non nota: artralgia. Patologie renali e urinarie. Non comune: disuria, dolore renale; frequenza non nota: insufficienza renale, nefrite interstiziale acuta. Disturbi del sistema riproduttivo e della mammella. Non comune: metrorragia, disturbi testicolari. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede disomministrazione. Comune: dolore nella sede di iniezione, infiammazione nella sede di iniezione; non comune: edema, astenia, malessere, fatica, edema facciale, dolore toracico, febbre, dolore, edema periferico. Esami diagnostici. Comune: diminuzione della conta linfocitaria, aumento della conta degli eosinofili, diminuzione del bicarbonato ematico, aumento della conta dei basofili, aumento della conta dei monociti, aumento della conta dei neutrofili; non comune: aumento dell’aspartatoaminotransferasi, aumento dell’alanina aminotransferasi, aumento della bilirubina ematica, aumento dell’azotemia, aumento della creatinina ematica, alterazioni del potassio ematico, aumento della fosfatasi alcalina sierica, aumento del cloruro ematico, aumento del glucosio ematico, aumento delle piastrine, diminuzione dell’ematocrito, aumento del bicarbonato, alterazioni del sodio ematico. Traumatismi e avvelenamenti. Non comune: complicazioni post procedurali. Reazioni avverse con correlazione possibile o probabile alla profilassi e al trattamento di mycobacterium avium complex sulla base degli studi clinici e della sorveglianza post-marketing. Queste reazioni avverse differiscono da quelle riportate con le formulazioni a rilascio immediato o le formulazionia rilascio prolungato, in natura o in frequenza. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia. Disturbi del sistema nervoso. Comune: capogiri, mal di testa, parestesia, disgeusia; non comune:ipoestesia. Patologie dell’occhio. Comune: compromissione della vista. Patologie dell’orecchio e del labirinto. Comune: sordit?; non comune: compromissione dell’udito, tinnito. Patologie cardiache. Non comune:palpitazioni. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, dolore addominale, nausea, flatulenza, disagio addominale, feci molli. Patologie epatobiliari. Non comune: epatite. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea, prurito; non comune: sindrome di stevens johnson, reazione di fotosensibilit?. Patologie delsistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: affaticamento; astenia, malessere. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Sono stati condotti studi di riproduzione animale con l’utilizzo di dosi scalari fino al raggiungimento delle concentrazioni tossiche materne. Da questi studi non e’ risultata alcuna evidenza di pericoli per il feto a causa dell’azitromicina. Non sono tuttavia disponibili studi adeguati e ben controllati riguardanti l’uso di azitromicina nelle donne in gravidanza. Gli studi di tossicita’ riproduttiva animale hanno mostrato che l’azitromicina attraversa la placenta, ma non sono stati osservati effetti teratogeni. Poiche’ gli studi di riproduzione animalenon sono sempre predittivi della risposta umana e poiche’ la sicurezza di azitromicina non e’ stata confermata per quanto riguarda il suo impiego durante la gravidanza, azitromicina deve essere usata soltanto se i potenziali benefici giustificano i potenziali rischi. E’ stato evidenziato che l’azitromicina viene escreta nel latte materno. Non sonotuttavia disponibili studi adeguati e ben controllati riguardanti l’uso di azitromicina nelle donne che allattano, e che hanno caratterizzato la farmacocinetica di escrezione dell’azitromicina nel latte materno. Pertanto, azitromicina non deve essere usata nelle donne durante l’allattamento, tranne nei casi in cui, a giudizio del medico, i benefici potenziali giustificano il potenziale rischio per il bambino. Studi sulla fertilita’ condotti nel ratto, hanno evidenziato, dopo la somministrazione di azitromicina, una riduzione dei tassi di gravidanza. La rilevanza di questi risultati per l’uomo e’ sconosciuta.
Forma farmaceutica
COMPRESSE RIVESTITE
Scadenza
36 MESI
Confezionamento
BLISTER OPACO