DENOMINAZIONE
BAXOGAR 150 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Farmaci per il trattamento delle patologie ossee, bisfosfonati.
PRINCIPI ATTIVI
Ciascuna compressa rivestita con film contiene 150 mg di acido ibandronico (come sodio monoidrato).
ECCIPIENTI
Nucleo della compressa: povidone, cellulosa microcristallina, amido di mais pregelificato, crospovidone, silice colloidale anidra, gliceroldibeenato. Rivestimento della compressa; opadry OY-LS-28908 (Bianco II) contenente: ipromellosa, lattosio monoidrato, titanio biossido (E171), macrogol 4000.
INDICAZIONI
Trattamento dell’osteoporosi in donne in post-menopausa ad elevato rischio di frattura. E’ stata dimostrata una riduzione del rischio di fratture vertebrali; non e’ stata stabilita l’efficacia sulle fratture del collo del femore.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita’ al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Ipocalcemia. Anomalie dell’esofago che ritardano lo svuotamento esofageo, come stenosi o acalasia. Incapacita’ di mantenere la posizione eretta in piedi o da seduti per almeno 60 minuti.
POSOLOGIA
Posologia: la dose raccomandata e’ una compressa rivestita con film da 150 mg una volta al mese. E’ preferibile assumere la compressa nellostesso giorno di ogni mese. Questo farmaco deve essere assunto dopo un digiuno notturno (di almeno 6 ore) e 1 ora prima dell’assunzione di cibi e bevande (a parte l’acqua) del mattino o di qualsiasi altro medicinale o integratore orale (compreso il calcio): in caso di dimenticanza di una somministrazione, alle pazienti va indicato di prendere una compressa di questo medicinale da 150 mg il mattino successivo al giorno in cui si sono ricordate, a meno che non manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata. In seguito le pazienti devono continuare ad assumere la compressa una volta al mese alla scadenza programmata inizialmente. Nel caso in cui manchino meno di 7 giorni allasuccessiva assunzione programmata, le pazienti devono attendere fino al giorno della successiva assunzione e quindi continuare ad assumere una compressa una volta al mese come programmato inizialmente. Le pazienti non devono assumere due compresse nella stessa settimana. Le pazienti devono ricevere un’integrazione di calcio e/o vitamina D se l’assunzione con gli alimenti e’ inadeguata. Non e’ stata stabilita la durata ottimale del trattamento con bisfosfonati per l’osteoporosi. La necessita’ di un trattamento continuativo deve essere rivalutata in ogni singola paziente periodicamente in funzione dei benefici e rischi potenziali di questo farmaco, in particolare dopo 5 o piu’ anni d’uso. Popolazioni speciali. Pazienti con danno renale: in conseguenza della limitata esperienza clinica il trattamento con questo farmaco non e’ raccomandato nelle pazienti con una clearance della creatinina inferiore a30 ml/min. Nelle pazienti con danno renale da lieve a moderata con clearance della creatinina pari o superiore a 30 ml/min non e’ necessario alcun aggiustamento di dose. Pazienti con compromissione epatica: non e’ richiesto alcun aggiustamento della dose. Popolazione anziana (>65 anni): non e’ richiesto alcun aggiustamento della dose. Popolazione pediatrica: non vi e’ un uso indicato di acido ibandronico nei bambinisotto i 18 anni e acido ibandroniconon e’ stato studiato in questa popolazione. Modo di somministrazione: per uso orale. Le compresse devono essere deglutite intere con l’aiuto di un bicchiere di acqua (da 180a 240 ml) con la paziente in posizione seduta o in piedi. Non deve essere utilizzata acqua ad elevata concentrazione di calcio. Si consiglia di utilizzare acqua in bottiglia con un basso contenuto di minerali se c’e’ un problema associato a livelli potenzialmente elevati di calcio nell’acqua del rubinetto (acqua dura). Le pazienti non devono sdraiarsi per 1 ora dopo l’assunzione di questo medicinale. L’acqua e’ l’unica bevanda che puo’ essere assunta con questo farmaco. Le pazienti non devono ne’ masticare ne’ succhiare le compresse per il rischio di ulcerazioni orofaringee.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
AVVERTENZE
Ipocalcemia: un’esistente ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia con questo medicinale. Anche altri disturbi del metabolismo osseo e minerale devono essere trattati efficacemente. Un’adeguata assunzione di calcio e vitamina D e’ importante in tutte le pazienti. Irritazioni gastrointestinali: i bisfosfonati somministrati oralmente possono causare irritazione locale del tratto superiore della mucosa gastrointestinale. A causa di questi possibili effetti irritanti e del potenziale peggioramento della patologia di base, occorre usare cautela quando questo farmaco e’ somministrato a pazienti con problemidel tratto gastrointestinale superiore in corso (per esempio esofago di Barrett, disfagia, altre malattie esofagee, gastrite, duodenite o ulcere noti). Eventi avversi quali esofagite, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, in alcuni casi gravi e che richiedono l’ospedalizzazione,raramente con sanguinamento o seguite da stenosi o perforazione esofagee, sono stati riportati in pazienti in trattamento con bisfosfonati orali. Il rischio di eventi avversi gravi a livello esofageo sembra essere maggiore nei pazienti che non si sono attenuti alle istruzioni per il dosaggio e/o che continuano ad assumere bisfosfonati per via orale dopo lo sviluppo di sintomi riferibili ad irritazione esofagea. I pazienti devono prestare particolare attenzione ed essere in grado di attenersi alle istruzioni per il dosaggio. I medici devono essere attenti a qualsiasi segno o sintomo che segnala una possibile reazione esofagea e i pazienti devono essere informati di sospendere questo medicinale e rivolgersi al medico se sviluppano disfagia, odinofagia, dolore retrosternale o insorgenza o peggioramento di pirosi. Mentre nessun aumento del rischio e’ stato osservato negli studi clinici controllati, vi sono state segnalazioni post-marketing di ulcere gastriche e duodenali con l’uso orale di bisfosfonati, alcune delle quali gravi ed associate a complicanze. Dato che i farmaci antinfiammatori non steroidei e i bisfosfonati sono entrambi associati alla comparsa di irritazione gastrointestinale, si deve usare cautela durante la somministrazione contemporanea. Osteonecrosi della mandibola/mascella: l’osteonecrosi della mandibola/mascella (ONJ) e’ stata riportata molto raramente nel periodo post-marketing in pazienti in trattamento con acido ibandronico per l’osteoporosi. L’inizio del trattamento o di un nuovo ciclo di trattamento deve essere rimandato in pazienti con lesioni aperte non rimarginate dei tessuti molli del cavo orale. Prima di iniziare il trattamento con questo farmaco in pazienti con fattori di rischio concomitanti,si raccomanda un esame odontoiatrico con le appropriate procedure odontoiatriche preventive ed una valutazione del beneficio-rischio individuale. Durante la valutazione del rischio individuale di sviluppare osteonecrosi della mandibola/mascella devono essere considerati i seguenti fattori di rischio: potenza del medicinale che inibisce il riassorbimento osseo (rischio piu’ alto per i composti piu’ potenti), via di somministrazione (rischio piu’ alto per somministrazione parenterale) edose cumulativa della terapia di riassorbimento osseo; cancro, condizioni di co-morbidita’ (es.: anemia, coaugulopatie, infezione), fumo; terapie concomitanti: corticosteroidi, chemioterapia, inibitori dell’angiogenesi, radioterapia alla testa e al collo; scarsa igiene orale, malattia parodontale, dentiere scarsamente fissate, anamnesi di patologie dentali, procedure dentali invasive ad. es. estrazioni dentarie. Tutti le pazienti devono essere incoraggiate a mantenere una buona igieneorale, a sottoporsi a controlli odontoiatrici di routine e a segnalare immediatamente qualsiasi sintomo orale come mobilita’ dentale, dolore, gonfiore o ulcere non guarite, oppure secrezione durante il trattamento con questo farmaco. Durante il trattamento, procedure dentali invasive devono essere effettuate solo dopo attenta considerazione e devono essere evitate in stretta prossimita’ della somministrazione di questo medicinale. Il piano di trattamento delle pazienti che sviluppano l’osteonecrosi della mandibola/mascella deve essere stabilito in stretta collaborazione tra il medico curante e un dentista o un chirurgo del cavo orale competente in osteonecrosi della mandibola/mascella. Si deve prendere in considerazione l’interruzione temporanea del trattamento con questo farmaco fino a quando la condizione si risolve e i fattori di rischio concomitanti sono mitigati ove possibile. Osteonecrosi del canale uditivo esterno: e’ stata riferita osteonecrosi del canale uditivo esterno in concomitanza con l’uso di bisfosfonati, prevalentemente in associazione a terapie di lungo termine. Tra i possibili fattori di rischio dell’osteonecrosi del canale uditivo esterno sono inclusil’uso di steroidi e la chemioterapia e/o fattori di rischio locali quali infezioni o traumi. L’eventualita’ di osteonecrosi del canale uditivo esterno deve essere valutata in pazienti trattati con bisfosfonatiche presentano sintomi a carico dell’orecchio, tra cui infezioni croniche dell’orecchio. Fratture atipiche del femore: sono state riportatefratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratturesi verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato a evidenze di diagnostica per immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. E’ stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bisfosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale. Durante il trattamento con bisfosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompleta frattura del femore.
INTERAZIONI
Interazione farmaco-cibo: la biodisponibilita’ orale dell’acido ibandronico e’ generalmente ridotta dalla presenza di cibo. In particolare,i prodotti contenenti calcio, incluso il latte, e altri cationi polivalenti (quali alluminio, magnesio e ferro), possono interferire con l’assorbimento di acido ibandronico, il che e’ in accordo con quanto rilevato negli studi sull’animale. Le pazienti, percio’, devono assumere acido ibandronico dopo un digiuno notturno (almeno 6 ore) e continuarea digiunare per 1 ora dopo l’assunzione di acido ibandronico. Interazioni con altri medicinali: dato che l’acido ibandronico non inibisce iprincipali isoenzimi epatici umani del P450 ed e’ stato dimostrato che non induce il sistema dei citocromi epatici P450 nel ratto, non sonoconsiderate probabili interazioni metaboliche. L’acido ibandronico e’eliminato esclusivamente mediante escrezione renale e non e’ sottoposto ad alcuna biotrasformazione. Integratori a base di calcio, antiacidi e alcuni farmaci orali contenenti cationi polivalenti. Gli integratori a base di calcio, gli antiacidi e alcuni farmaci orali contenenti cationi polivalenti (quali alluminio, magnesio e ferro) possono interferire con l’assorbimento di acido ibandronico. Pertanto le pazienti nondevono assumere altri farmaci per via orale per almeno 6 ore prima diassumere questo farmaco e per 1 ora dopo l’assunzione di acido ibandronico. Acido acetilsalicilico e FANS: dal momento che l’acido acetilsalicilico, i farmaci antinfiammatori non-steroidei (FANS) e i bisfosfonati sono associati a irritazione gastrointestinale, durante la somministrazione concomitante occorre prestare cautela. Bloccanti dei recettori H2 o inibitori della pompa protonica: delle oltre 1500 pazienti arruolate nello studio BM 16549, che metteva a confronto un regime posologico mensile con uno giornaliero di acido ibandronico, il 14% e il 18%assumeva bloccanti dei recettori H2 istaminergici o inibitori della pompa protonica, rispettivamente dopo uno e due anni. Tra queste pazienti, l’incidenza di eventi a carico del tratto superiore dell’apparato gastrointestinale in quelle trattate con 150 mg di acido ibandronico una volta al mese e’ risultata simile a quella nelle pazienti trattate con 2,5 mg di acido ibandronico al giorno. In volontari maschi sani e donne in post-menopausa, la ranitidina per via endovenosa ha determinato un aumento della biodisponibilita’ dell’acido ibandronico del 20% circa, probabilmente come risultato della ridotta acidita’ gastrica. Dato che questo aumento, comunque, e’ nell’ambito della normale variabilita’ della biodisponibilita’ dell’acido ibandronico, non sono ritenutinecessari aggiustamenti di dose quando acido ibandronico viene somministrato in concomitanza con H2-antagonisti o altre sostanze attive cheaumentano il pH gastrico.
EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza: le reazioni avverse piu’ gravi che sono state riportate sono reazione anafilattica/shock, fratture atipiche del femore, osteonecrosi della mandibola/mascella, irritazione gastrointestinale e infiammazione oculare. Le reazioni avverse piu’ frequentemente riportate sono artralgia e sintomi simil-influenzali. Questi sintomi, in genere di breve durata, di intensita’ lieve o moderata, sono tipicamente associati alla prima dose e di solito si risolvono nel corso di un trattamento continuativo senza bisogno di interventi correttivi. Riassunto delle reazioni avverse: di seguito e’ presentato unelenco completo delle reazioni avverse. La sicurezza del trattamento orale con acido ibandronico 2,5 mg una volta al giorno e’ stata valutata su 1251 pazienti trattati in 4 studi clinici controllati verso placebo, di cui la maggior parte dei pazienti proveniva dallo studio principale sulle fratture della durata di tre anni (MF4411). Nello studio principale della durata di due anni su donne in post-menopausa affette da osteoporosi (BM16549), la sicurezza complessiva di 150 mg di acido ibandronico una volta al mese e’ risultata simile a quella di 2,5 mg di acido ibandronico al giorno. La percentuale complessiva delle pazienti che hanno riportato una reazione avversa e’ stata del 22,7% e 25,0%con la somministrazione di 150 mg di acido ibandronico una volta al mese, rispettivamente dopo uno e due anni. La maggioranza dei casi non ha comportato l’interruzione del trattamento. Le reazioni avverse sonoelencate in accordo alla classificazione sistemica organica MedDRA e alla categoria di frequenza. Le categorie di frequenza sono definite usando le seguenti convenzioni: molto comune (>1/10), comune (>= 1/100 a < 1/10), non comune (>= 1/1.000 a < 1/100), raro (>= 1/10.000 a < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non puo’ essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravita’. Reazioni avverse verificatesi in donne in post- menopausa in trattamento con acido ibandronico 150 mg una volta al mese o con acido ibandronico 2,5 mg al giorno negli studi di fase III BM16549 e MF4411 e nell’esperienza successiva alla commercializzazione. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: esacerbazione dell’asma; raro: reazioni di ipersensibilit?; molto raro: reazione anafilattica/shock. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea; non comune: capogiro; patologie dell’occhio. Raro: infiammazione oculare. Patologie gastrointestinali. Comune: esofagite, gastrite, malattia da reflusso gastroesofageo, dispepsia, diarrea, dolore addominale, nausea; non comune: esofagite incluse ulcerazioni esofagee o stenosi e disfagia, vomito, flatulenza; raro: duodenite. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea; raro: angioedema, edema del volto, orticaria; molto raro: sindrome di stevens-johnson, eritema multiforme, dermatite bollosa. Patologie del sistema muscoloscheletricoe del tessuto connettivo. Comune: artralgia, mialgia, dolore muscoloscheletrico, crampi muscolari, rigidit? muscoloscheletrica; non comune: dolore dorsale; raro: fratture atipiche subtrocanterica e diafisarie del femore; molto raro: osteonecrosi della mandibola/mascella, osteonecrosi del canale uditivo esterno (reazione avversa di classe dei bisfosfonati). Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: malattia simil influenzale; non comune: affaticamento. Descrizione di alcune reazioni avverse. Reazioni avverse gastrointestinali:nello studio sul trattamento mensile sono state incluse pazienti con anamnesi positiva per patologie gastrointestinali, comprese le pazienti affette da ulcera peptica, in assenza di sanguinamento o ricovero ospedaliero recenti, e le pazienti affette da dispepsia o reflusso sottocontrollo farmacologico. Per queste pazienti non sono emerse differenze nell’incidenza degli eventi avversi a carico del tratto superiore dell’apparato gastrointestinale tra il regime terapeutico con 150 mg una volta al mese e quello con 2,5 mg al giorno. Malattia simil-influenzale: la malattia simil-influenzale comprende eventi segnalati come reazioni di fase acuta o sintomi quali mialgia, artralgia, febbre, brividi, affaticamento, nausea, perdita dell’appetito o dolore alle ossa. Osteonecrosi della mandibola/mascella: sono stati riportati casi di osteonecrosi della mandibola/mascella, principalmente in pazienti con cancro trattati con medicinali che inibiscono il riassorbimento osseo, come acido ibandronico. Casi di osteonecrosi della mandibola/mascella sono stati segnalati nell’esperienza post-marketing con acido ibandronico. Infiammazione oculare: con l’utilizzo dell’acido ibandronico, sono stati riportati eventi infiammatori oculari come uveiti, episcleriti e scleriti. In alcuni casi, questi eventi non si sono risolti fino alla sospensione della terapia con acido ibandronico. Reazione anafilattica/shock: casi di reazione anafilattica/shock, inclusi eventi fatali, sisono manifestati in pazienti trattati con acido ibandronico per via endovenosa. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale e’ importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatorisanitari e’ richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni -reazioni-avverse.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: questo medicinale e’ destinato a uso esclusivo delle donne in post-menopausa e non deve essere somministrato a donne in eta’ fertile. Non vi sono dati adeguati provenienti dall’uso dell’acido ibandronico in donne in gravidanza. Gli studi condotti nei ratti hanno evidenziato una tossicita’ riproduttiva. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e’ noto. Questo farmaco non deve essere usato durante lagravidanza. Allattamento: non e’ noto se l’acido ibandronico e’ escreto nel latte materno umano. Studi condotti su ratti femmine che allattavano hanno mostrato bassi livelli di acido ibandronico nel latte materno dopo somministrazione endovenosa. Questo medicinale non deve essere usato nelle pazienti che allattano al seno. Fertilita’: non vi sono dati sugli effetti dell’acido ibandronico nell’uomo. Negli studi di riproduzione condotti nei ratti utilizzando la somministrazione orale, l’acido ibandronico ha ridotto la fertilita’. Negli studi condotti nei ratti utilizzando la somministrazione endovenosa, l’acido ibandronico ha ridotto la fertilita’ a dosi giornaliere alte.
Forma farmaceutica
COMPRESSE RIVESTITE
Scadenza
24 MESI
Confezionamento
BLISTER