CARAVEL 30CPR 25MG

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DENOMINAZIONE

CARAVEL COMPRESSE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Betabloccanti.

PRINCIPI ATTIVI

Carvedilolo.

ECCIPIENTI

Compresse 6,25 mg: saccarosio; lattosio monoidrato; polivinilpirrolidone; silice colloidale anidra; crospovidone; magnesio stearato; ferro ossido giallo (E 172). Compresse 25 mg: saccarosio; lattosio monoidrato; polivinilpirrolidone; silice colloidale anidra; crospovidone; magnesio stearato.

INDICAZIONI

Trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale: carvedilolo e’ indicato per il trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale. Puo’essere usato da solo o in associazione con altri antiipertensivi, specialmente con i diuretici tiazidici; trattamento dell’angina pectoris;trattamento dello scompenso cardiaco.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita’ al carvedilolo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; insufficienza cardiaca instabile/scompensata; disfunzione epatica clinicamente manifesta; blocco atrio-ventricolare di secondo e di terzo grado (a meno che sia stato posto un pacemaker permanente); bradicardia grave (< 50 bpm); disfunzioni del nodo seno-atriale (sick sinus sindrome, compreso blocco seno-atriale); ipotensione grave (pressione sistolica < 85 mm Hg); shock cardiogeno; storia di broncospasmo, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) con componente broncospastica; asma; gravidanza e allattamento; feocromocitoma non controllato con alfa-bloccanti; acidosi metabolica.

POSOLOGIA

Le compresse devono essere assunte con una sufficiente quantita’ di liquido. Non e’ necessario assumere le compresse con i pasti; tuttavia,nei pazienti affetti da scompenso cardiaco, carvedilolo dovrebbe essere somministrato in concomitanza dei pasti per rallentare l’assorbimento e ridurre l’incidenza di effetti posturali quali l’ipotensione ortostatica. >>Trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale. Adulti:il dosaggio consigliato per l’inizio della terapia e’ di 12,5 mg una volta al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio raccomandato e’ di 25 mg una volta al giorno. Se necessario il dosaggiopuo’ essere gradualmente aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane, fino al raggiungimento della dose massima consigliata di50 mg al giorno da assumersi in un’unica somministrazione o frazionata in 25 mg due volte al giorno. Anziani: la dose raccomandata per l’inizio della terapia e’ di 12,5 mg una volta al giorno. Tale dosaggio hapermesso di ottenere un adeguato controllo dei valori pressori in unaparte dei pazienti. Se la risposta dovesse essere inadeguata, il dosaggio potra’ essere aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane fino al raggiungimento della dose massima consigliata di 50 mg, da assumersi frazionata in 25 mg due volte al giorno. >>Trattamento dell’angina pectoris. Adulti: il dosaggio raccomandato per l’inizio della terapia e’ di 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio consigliato e’ di 25 mg due volte al giorno. Si raccomanda di non superare tale posologia. Anziani: la dose raccomandata per l’inizio della terapia e’ di 12,5 mg due volte al giorno. Successivamente la dose puo’ essere aumentata, dopo un intervallo di almeno due giorni, a 25 mg due volte al giorno (dose massima da non superare). Trattamento dello scompenso cardiaco: la decisione di iniziarela terapia con carvedilolo per lo scompenso cardiaco deve essere presa da un medico esperto nella gestione di tale patologia, dopo un’accurata valutazione delle condizioni del paziente. I pazienti devono essere sempre stabili dal punto di vista clinico e non devono presentare deterioramento dello stato clinico o segni di scompenso rispetto alla visita precedente. Nei pazienti in trattamento con digitale, diuretici eACE-inibitori, il dosaggio di tali farmaci dovrebbe essere stabilizzato prima di iniziare il trattamento con carvedilolo. Il dosaggio deve essere personalizzato ed il paziente deve essere attentamente seguito dal medico durante tutto il periodo necessario per il raggiungimento del dosaggio adeguato. La dose raccomandata per l’inizio della terapia e’ di 3,125 mg (mezza compressa da 6,25 mg) due volte al giorno almenoper due settimane. Se tale dosaggio e’ ben tollerato, la posologia puo’ essere in seguito aumentata, ad intervalli non inferiori alle due settimane, e portata prima a 6,25 mg due volte al giorno, poi a 12,5 mgdue volte al giorno ed infine a 25 mg due volte al giorno. Il dosaggio dovrebbe essere aumentato fino alla dose piu’ alta tollerata dal paziente. La dose massima raccomandata e’ di 25 mg due volte al giorno intutti i pazienti con scompenso cardiaco severo e nei pazienti con scompenso cardiaco lieve o moderato con peso corporeo inferiore a 85 kg. In pazienti con scompenso cardiaco lieve o moderato con peso corporeo superiore a 85 kg la dose massima raccomandata e’ di 50 mg due volte al giorno. Prima di ogni aumento del dosaggio, il paziente dovrebbe essere esaminato dal medico per accertare eventuali segni di peggioramento dell’insufficienza cardiaca o di vasodilatazione. Un temporaneo peggioramento dell’insufficienza cardiaca o la ritenzione idrica dovrebbero essere trattati con un aumento del dosaggio dei diuretici, sebbene occasionalmente possa essere necessario diminuire la dose di carvedilolo o sospenderne temporaneamente l’assunzione. Nell’eventualita’ in cuiil trattamento con carvedilolo venga interrotto per piu’ di due settimane, la terapia dovra’ essere nuovamente iniziata con l’assunzione di3,125 mg (mezza compressa da 6,25 mg) due volte al giorno e successivamente la posologia dovra’ essere aumentata tenendo conto delle precedenti raccomandazioni. I sintomi di vasodilatazione possono essere inizialmente trattati con una riduzione del dosaggio dei diuretici. Se i sintomi persistono la dose di ACE-inibitore (se usato) puo’ essere diminuita e, se ritenuto necessario, si potra’ successivamente effettuare una riduzione del dosaggio di carvedilolo. In tali circostanze, la dose di carvedilolo non dovrebbe essere aumentata fino a quando i sintomidi peggioramento dell’insufficienza cardiaca o di vasodilatazione nonsiano stati stabilizzati. La tollerabilita’ e l’efficacia di carvedilolo in pazienti al di sotto dei 18 anni di eta’ non sono state stabilite.

CONSERVAZIONE

Conservare il prodotto nella confezione originale per proteggerlo dall’umidita’ e dalla luce; conservare a temperatura non superiore a 25 gradi C.

AVVERTENZE

Insufficienza cardiaca congestizia cronica: in pazienti con insufficienza cardiaca congestizia puo’ verificarsi un peggioramento dell’insufficienza cardiaca o della ritenzione idrica durante la fase di titolazione di carvedilolo. Se questi sintomi si manifestano, il dosaggio deidiuretici deve essere aumentato e la dose di carvedilolo non deve essere incrementata fino a quando non sia stata raggiunta una stabilizzazione della sintomatologia e dei segni clinici. Occasionalmente, puo’ essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o, in rari casi, sospenderne temporaneamente l’assunzione. Tali episodi non precludono la possibilita’ di una successiva efficace titolazione di carvedilolo. In pazienti con scompenso cardiaco controllato con digitale, diuretici e/oACE-inibitori, carvedilolo deve essere usato con cautela in quanto sia la digitale sia carvedilolo rallentano la conduzione atrio-ventricolare. Funzione renale in caso di insufficienza cardiaca congestizia: unpeggioramento reversibile della funzionalita’ renale e’ stato osservato durante la terapia con carvedilolo in pazienti con insufficienza cardiaca cronica con bassa pressione arteriosa (pressione sistolica < 100 mmHg), nei pazienti con cardiopatia ischemica, malattia vascolare diffusa, e/o insufficienza renale di base. In pazienti affetti da insufficienza cardiaca che presentino tali fattori di rischio, la funzionalita’ renale dovrebbe essere tenuta sotto controllo durante le fasi di aumento del dosaggio di carvedilolo ed il trattamento dovrebbe essere sospeso, oppure il dosaggio ridotto, qualora si osservi un peggioramento della funzionalita’ renale. Disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto: prima di iniziare il trattamento con carvedilolo, il paziente deve essere clinicamente stabile e deve aver ricevutoun ACE- inibitore almeno nelle ultime 48 ore, e la dose di ACE-inibitore deve essere stabile almeno nelle ultime 24 ore. Broncopneumopatia cronica ostruttiva: carvedilolo deve essere utilizzato con cautela neipazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) con componente broncospastica che non assumono medicinali per via orale o inalatoria e solo se i potenziali benefici superano i potenziali rischi. In pazienti con predisposizione al broncospasmo, si puo’ manifestare sofferenza respiratoria come risultato di un possibile aumento delle resistenze delle vie aeree. I pazienti devono essere strettamente monitorati durante le fasi iniziali e quelle di aggiustamento del dosaggio di carvedilolo, e qualora venissero osservati fenomeni di broncospasmo, la dose di carvedilolo deve essere ridotta. Diabete: carvedilolo deve essere somministrato con cautela ai pazienti con diabete mellito, in quanto gli iniziali segni e sintomi di un’ipoglicemia acuta possono venire mascherati o attenuati. Nei pazienti con diabete mellito insulino-dipendente sono comunque da preferire farmaci alternativi ai beta-bloccanti. In pazienti diabetici con insufficienza cardiaca cronica, l’uso di carvedilolo puo’ essere associato ad un peggioramento del controllo della glicemia. Un regolare controllo della glicemia e’ pertanto necessario nei diabetici sia quando viene iniziata la terapia con carvedilolosia quando ne viene aumentato il dosaggio; la terapia ipoglicemizzante deve essere aggiustata di conseguenza. Vasculopatia periferica: carvedilolo deve essere impiegato con cautela in pazienti con vasculopatiaperiferica poiche’ i beta-bloccanti possono precipitare o aggravare isintomi di un’insufficienza arteriosa. Fenomeno di Raynaud: carvedilolo deve essere usato con cautela in pazienti affetti da disturbi circolatori periferici poiche’ puo’ verificarsi un aggravamento della sintomatologia. Tireotossicosi: carvedilolo, come altri farmaci beta-bloccanti, puo’ mascherare i sintomi delle tireotossicosi. Anestesia e chirurgia maggiore: particolare attenzione deve essere prestata nei pazienti che devono subire interventi chirurgici a causa della sinergia tra gli effetti inotropo negativi ed ipotensivi di carvedilolo e degli anestetici. Bradicardia: carvedilolo puo’ indurre bradicardia. Il dosaggiodi carvedilolo deve essere ridotto qualora la frequenza del polso delpaziente scenda al di sotto di 55 battiti per minuto. Ipersensibilita’: carvedilolo deve essere somministrato con cautela ai pazienti con precedenti per gravi reazioni di ipersensibilita’ ed ai pazienti sottoposti a terapia di desensibilizzazione in quanto i beta-bloccanti possono aumentare sia la sensibilita’ agli allergeni sia la gravita’ di unareazione anafilattica. Psoriasi: in pazienti con precedenti per fenomeni psoriasici associati a trattamento con beta-bloccanti, carvedilolodeve essere somministrato solo dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio. Uso concomitante di calcio-antagonisti: in pazienti nei quali sia necessario utilizzare carvedilolo in associazione a calcio-antagonisti del tipo verapamil o diltiazem, o ad altri farmaci antiaritmici, e’ necessario provvedere ad un attento monitoraggio elettrocardiografico (ECG) e della pressione arteriosa. Feocromocitoma: nei pazienti con feocromocitoma, il trattamento con un alfa-bloccante deve essere iniziato prima di utilizzare un qualsiasi agente beta-bloccante. Sebbene carvedilolo possieda proprieta’ farmacologiche sia alfa che beta-bloccanti, non vi e’ alcuna esperienza relativa al suo uso in questa condizione. Pertanto, particolare cautela deve essere prestata nel somministrare carvedilolo ai pazienti con sospetto feocromocitoma.Angina variante di Prinzmetal: i farmaci dotati di attivita’ beta-bloccante non selettiva possono determinare l’insorgenza di dolore toracico nei pazienti affetti da angina variante di Prinzmetal. Non sono disponibili dati relativi ad esperienze cliniche con carvedilolo in questi pazienti, sebbene l’attivita’ alfa-bloccante di carvedilolo possa prevenire questi sintomi. In ogni caso occorre prestare attenzione nel somministrare carvedilolo a pazienti con sospetta angina variante di Prinzmetal. Lenti a contatto: i portatori di lenti a contatto devono tener presente l’eventualita’ di una ridotta lacrimazione. Sindrome da sospensione: il trattamento con carvedilolo non deve essere interrotto bruscamente, specialmente in pazienti con cardiopatia ischemica. La sospensione del trattamento con carvedilolo deve avvenire gradualmente (nell’arco di 2 settimane). Come per altri farmaci con attivita’ beta-bloccante: carvedilolo dovrebbe essere utilizzato con cautela in pazienti con ipertensione labile o secondaria fintanto che non siano disponibili ulteriori esperienze cliniche. Se nel corso della terapia dello scompenso cardiaco, si verificano deterioramento dello stato clinico o segni di aggravamento dell’insufficienza cardiaca rispetto alla visita precedente deve essere instaurata una terapia alternativa. Contiene saccarosio e lattosio.

INTERAZIONI

Interazioni farmacocinetiche: il carvedilolo e’ un substrato nonche’ inibitore della glicoproteina-P. Quindi la biodisponibilita’ dei farmaci trasportati dalla glicoproteina-P puo’ essere aumentata dalla concomitante somministrazione di carvedilolo. Inoltre, la biodisponibilita’del carvedilolo puo’ essere modificata da induttori o da inibitori della glicoproteina-P. Gli inibitori cosi’ come gli induttori di CYP2D6 e CYP2C9 possono modificare in modo stereoselettivo il metabolismo sistemico e/o presistemico del carvedilolo, provocando aumento o riduzione delle concentrazioni plasmatiche di R- carvedilolo e S-carvedilolo. Alcuni esempi osservati in pazienti o in soggetti sani sono elencati sotto, ma la lista non e’ esaustiva. Digossina: a seguito della somministrazione in associazione di carvedilolo e digossina in pazienti ipertesi, le concentrazioni minime di digossina allo stato stazionario (“steady state”) sono risultate aumentate di circa il 15%. Sia digossina che carvedilolo rallentano la conduzione atrioventricolare. Si raccomanda un maggior controllo dei livelli di digossina ogni qualvolta venga iniziato, modificato od interrotto il trattamento con carvedilolo. >>Induttori e inibitori del metabolismo epatico. Rifampicina: in uno studio effettuato su 12 soggetti sani, la somministrazione di rifampicina ha ridotto i livelli plasmatici del carvedilolo di circa il 70%, moltoprobabilmente a seguito dell’induzione della glicoproteina-P che ha causato una diminuzione dell’assorbimento intestinale di carvedilolo. Cimetidina ha aumentato l’AUC di circa il 30%, ma non ha causato alcun cambiamento nella C max. Particolare attenzione va posta sia nei pazienti in trattamento con induttori delle ossidasi a funzione mista (ad esempio la rifampicina), poiche’ i livelli sierici di carvedilolo possono venire ridotti, sia nei pazienti in trattamento con inibitori delleossidasi a funzione mista (ad esempio la cimetidina), poiche’ i livelli plasmatici di carvedilolo possono venire aumentati. Tuttavia, dato l’effetto relativamente piccolo di cimetidina sui livelli di carvedilolo, la probabilita’ di un’interazione clinicamente importante e’ minima. Ciclosporina: due studi in pazienti sottoposti a trapianto renale ocardiaco trattati con ciclosporina per via orale hanno mostrato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di ciclosporina dopo l’inizio del trattamento con carvedilolo. In circa il 30% dei pazienti, la dose di ciclosporina e’ stata ridotta per mantenere le concentrazioni di ciclosporina all’interno dell’intervallo terapeutico, mentre nel resto dei pazienti non e’ stato necessario alcun aggiustamento. In media, la dose di ciclosporina in questi pazienti e’ stata ridotta di circa il 20%. A causa dell’ampia variabilita’ individuale nell’aggiustamento posologico richiesto, si raccomanda di monitorare attentamente le concentrazioni plasmatiche di ciclosporina dopo l’inizio della terapia con carvedilolo e di aggiustare la dose di ciclosporina in modo appropriato.Amiodarone: nei pazienti con insufficienza cardiaca, l’amiodarone ha determinato una riduzione dell’eliminazione di S-carvedilolo, probabilmente a seguito dell’inibizione del CYP2C9. La concentrazione media plasmatica di R-carvedilolo non ha subito modifiche. Conseguentemente, vi e’ un rischio potenziale di aumentato blocco dei recettori beta provocato da un’aumentata concentrazione di S-carvedilolo nel plasma. Fluoxetina: in uno studio randomizzato trasversale effettuato su 10 pazienti con insufficienza cardiaca, la somministrazione contemporanea di fluoxetina, un forte inibitore del CYP2D6, ha determinato un’inibizione stereoselettiva del metabolismo del carvedilolo con un aumento del 77%nell’AUC media dell’enantiomero R(+). Tuttavia, non sono state osservate differenze tra i gruppi di trattamento per quanto riguarda gli eventi avversi, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. >>Interazioni farmacodinamiche. Insulina o ipoglicemizzanti orali: gli effetti dell’insulina o degli ipoglicemizzanti orali possono risultare potenziati da agenti con proprieta’ beta-bloccante. I segni e i sintomi di ipoglicemia possono essere mascherati o attenuati (specialmente la tachicardia). In pazienti che assumono insulina o ipoglicemizzanti orali e’pertanto raccomandabile un regolare controllo della glicemia. Agenti che riducono le catecolamine: pazienti che assumono sia agenti con proprieta’ betabloccanti sia un medicinale che puo’ ridurre le catecolamine, devono essere attentamente monitorati per i segni di ipotensione e/o bradicardia severa. Digossina: l’uso combinato di beta-bloccanti e digossina puo’ provocare un ulteriore prolungamento del tempo di conduzione atrioventricolare (AV). Verapamil, diltiazem, amiodarone o altriantiaritmici: in combinazione con carvedilolo possono aumentare il rischio di disturbi della conduzione AV. Clonidina: la somministrazione concomitante di clonidina e agenti con proprieta’ betabloccanti puo’ potenziare gli effetti di riduzione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. Nel caso si renda necessario interrompere il trattamento concomitante di agenti con proprieta’ betabloccanti e clonidina,il betabloccante deve essere sospeso per primo. La terapia con clonidina potra’ essere sospesa diversi giorni dopo mediante diminuzione graduale del dosaggio. Calcio-antagonisti: casi isolati di disturbo dellaconduzione (raramente con compromissione emodinamica) sono stati osservati quando carvedilolo e’ somministrato in associazione con diltiazem. Come osservato per altri agenti con proprieta’ betabloccanti, se carvedilolo e’ somministrato per via orale con calcio-antagonisti del tipo verapamil o diltiazem, si raccomanda il monitoraggio dell’ECG e della pressione arteriosa. Antiipertensivi: anche carvedilolo puo’ potenziare l’azione di altri farmaci somministrati in associazione dotati diattivita’ antiipertensiva (ad esempio antagonisti dei recettori alfa1) o quella di farmaci che possono determinare ipotensione come effettosecondario indesiderato. Agenti anestetici: particolare attenzione deve essere prestata durante l’anestesia a causa della sinergia tra gli effetti inotropo negativo ed ipotensivo di carvedilolo e degli anestetici. FANS: l’uso concomitante di farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) e di farmaci betabloccanti puo’ provocare un aumento dei livelli di pressione sanguigna e una riduzione del controllo della pressione sanguigna stessa. Broncodilatatori beta-agonisti: i farmaci betabloccanti non cardio-selettivi si oppongono agli effetti broncodilatatoridei beta- agonisti. Si raccomanda un attento monitoraggio dei pazienti in queste condizioni.

EFFETTI INDESIDERATI

La frequenza delle reazioni avverse non e’ dose-dipendente, con l’eccezione di capogiri, visione anormale e bradicardia. Il rischio della maggior parte delle reazioni avverse associate a carvedilolo e’ simile in tutte le indicazioni. Le categorie di frequenza sono le seguenti: molto comune (>= 1/10); comune (>= 1 / 100 e <1/10); non comune (>=1/1.000 e <1/100); raro (>= 1 /10.000 e <1 /1.000); molto raro (<1 /10.000). Infezioni ed infestazioni. Comune: bronchiti, polmonite, infezioni delle vie respiratorie superiori, infezioni delle vie urinarie. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia; raro: trombocitopenia; molto raro: leucopenia. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: ipersensibilita’ (reazione allergica). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: ipoglicemia, aumento di peso, ipercolesterolemia, alterazione del controllo glicemico (iperglicemia, ipoglicemia) nei pazienti con diabete preesistente. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione, umore depresso; non comune: disturbi del sonno. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: capogiri, vertigini, cefalea; non comune: pre-sincope, sincope, parestesia. Patologie dell’occhio. Comune: compromissione della visione, ridotta lacrimazione (occhi secchi), irritazione oculare. Patologie cardiache. Molto comune: insufficienza cardiaca; comune: bradicardia, edema (inclusi: edema generalizzato, edema periferico, edema dei genitali, edema delle estremita’ inferiori), ipervolemia, eccesso di liquidi; non comune: blocco atrio-ventricolare, angina pectoris. Patologie vascolari. Molto comune: ipotensione; comune: ipotensione ortostatica, disturbi della circolazione periferica (estremita’ fredde, malattia vascolare periferica, esacerbazione della claudicazione intermittente e del fenomeno di Raynaud). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea, edema polmonare,asma in pazienti predisposti; raro: congestione nasale. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, diarrea, vomito, dispepsia, dolori addominali; raro: stipsi, secchezza della bocca. Patologie epatobiliari. Molto raro: aumento dell’alanina amminotransferasi (ALT), dell’aspartato amminotransferasi (AST) e della gammaglutamiltransferasi (GGT). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: reazioni cutanee (es. esantema allergico, dermatiti, orticaria, prurito, lesioni cutanee psoriasiche, che laddove presenti possono venire esacerbate daltrattamento, e lichen planus simili), alopecia, aumentata sudorazione; molto raro: gravi reazioni avverse cutanee (ad es.eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica). Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore alle estremita’. Patologie renali e urinarie. Comune: insufficienza renale e alterazioni della funzione renale in pazienti con malattiavascolare diffusa e/o insufficienza renale basale, disturbi della minzione; molto raro: incontinenza urinaria nelle donne. Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzione erettile. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: astenia (fatica); comune: dolore. Capogiri, sincope, mal di testa e astenia sono generalmente lievi e hanno maggiori probabilita’ di verificarsi all’inizio del trattamento. Nei pazienti coninsufficienza cardiaca congestizia, puo’ verificarsi un peggioramentodell’insufficienza cardiaca e della ritenzione di liquidi nella fase di titolazione della dose di carvedilolo. L’insufficienza cardiaca e’ un evento comunemente segnalato sia in pazienti trattati con placebo che in pazienti trattati con carvedilolo (14,5% e 15,4% rispettivamente, nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto). E’ stato osservato un peggioramento reversibile della funzione renale nella terapia con carvedilolo nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica con bassa pressione sanguigna, cardiopatia ischemica e malattia vascolare diffusa e/o insufficienza renale di base. Come effetto di classe, gli antagonisti dei recettori beta-adrenergici possono causare il manifestarsi di un diabete latente, il peggioramento di un diabete manifesto e l’inibizione della controregolazione del glucosio nel sangue. Carvedilolo puo’ causare incontinenza urinaria nelle donne che si risolve con l’interruzione del trattamento. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale e’ importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Non c’e’ adeguata esperienza clinica relativa all’utilizzo di carvedilolo nelle donne in gravidanza. Gli studi sugli animali sono insufficienti per quanto riguarda gli effetti sulla gravidanza, sullo sviluppo embrionale/fetale, sul parto e sullo sviluppo post-natale. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e’ noto. Carvedilolo non deve essere somministrato durante la gravidanza a meno che i potenziali benefici non superino i potenziali rischi. I betabloccanti riducono la perfusione placentare, che puo’ causare morte fetale intrauterina e parti immaturi e prematuri. Inoltre, si possono verificare reazioni avverse (specialmente ipoglicemia e bradicardia) nel feto e nel neonato. Si puo’verificare un aumento del rischio di complicanze cardiache e polmonari nel neonato nel periodo postnatale. Gli studi sugli animali non hanno mostrato evidenze sostanziali di teratogenicita’ con carvedilolo. Studi sugli animali hanno mostrato che carvedilolo o i suoi metaboliti sono escreti nel latte materno. Non e’ noto se carvedilolo e’ escreto nel latte materno umano. L’assunzione di carvedilolo e’ controindicata durante l’allattamento.

Forma farmaceutica

COMPRESSE DIVISIBILI

Scadenza

36 MESI

Confezionamento

BLISTER