CLENIL SOLUZ INAL 200D 100MCG

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DENOMINAZIONE

CLENIL SOLUZIONE PRESSURIZZATA PER INALAZIONE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Farmaci per le sindromi ostruttive delle vie respiratorie, glucocorticoidi.

PRINCIPI ATTIVI

CLENIL 50 microgrammi soluzione pressurizzata per inalazione, ogni contenitore contiene; principio attivo: beclometasone-17,21-dipropionato10 mg (ogni erogazione contiene 50 microgrammi). Eccipienti con effetti noti: etanolo. CLENIL 100 microgrammi soluzione pressurizzata per inalazione, ogni contenitore contiene; principio attivo: beclometasone-17,21-dipropionato 24 mg (ogni erogazione contiene 100 microgrammi). Eccipienti con effetti noti: etanolo. CLENIL 250 microgrammi soluzione pressurizzata per inalazione, ogni contenitore contiene; principio attivo: beclometasone-17,21-dipropionato 50 mg (ogni erogazione contiene 250 microgrammi). Eccipienti con effetti noti: etanolo. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

HFA 134a (norflurano), etanolo, glicerolo.

INDICAZIONI

Controllo dell’evoluzione della malattia asmatica e delle condizioni di broncostenosi.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita’ al beclometasone dipropionato, ai cortisonici o ad uno qualsiasi degli eccipienti di CLENIL elencati al paragrafo 6.1.

POSOLOGIA

Posologia: la dose deve essere titolata alla dose minima che permettedi mantenere un efficace controllo dei sintomi. E’ necessaria una attenta e regolare valutazione medica del quadro clinico, in modo che le dosi di Clenil somministrate siano sempre ottimali. La posologia deve essere modulata in funzione dell’eta’ e della difficolta’ di controllare il quadro clinico. Adulti e adolescenti (12-18 anni): 100 microgrammi (2 inalazioni di Clenil 50 microgrammi o 1 inalazione di Clenil 100microgrammi) per 4 volte al giorno, oppure 200 microgrammi (4 inalazioni di Clenil 50 microgrammi o 2 inalazioni di Clenil 100 microgrammi)per 2 volte al giorno. Nei casi piu’ gravi e’ possibile iniziare con:150 microgrammi (3 inalazioni di Clenil 50 microgrammi) per 4 volte al giorno; 200 microgrammi (4 inalazioni di Clenil 50 microgrammi o 2 inalazioni di Clenil 100 microgrammi) per 3 volte al giorno; 300 microgrammi (6 inalazioni di Clenil 50 microgrammi o 3 inalazioni di Clenil 100 microgrammi) per 2 volte al giorno; e aggiustare successivamente il dosaggio a seconda della risposta. Nei pazienti che non ottengono unsoddisfacente controllo dei sintomi con le dosi di cui sopra e’ possibile somministrare 500 microgrammi (2 inalazioni di Clenil 250 microgrammi) per 2 volte al giorno. Se ritenuto piu’ opportuno, e’ possibile somministrare 250 microgrammi (1 inalazione di Clenil 250 microgrammi)per 4 volte al giorno. In caso di necessita’ si puo’ aumentare la dose fino a 500 microgrammi (2 inalazioni di Clenil 250 microgrammi) per 3-4 volte al giorno. La dose massima giornaliera non deve superare 2 mg di beclometasone. Popolazione pediatrica. Bambini (6-11 anni): 50 (1inalazione di Clenil 50 microgrammi) 100 microgrammi (2 inalazioni diClenil 50 microgrammi o 1 inalazione di Clenil 100 microgrammi) per 2-4 volte al giorno, a seconda dell’eta’ e della risposta. La dose massima giornaliera puo’ superare 400 microgrammi di beclometasone solo dopo una attenta valutazione specialistica. Bambini di eta’ inferiore a 5 anni: la posologia deve essere modulata in funzione dell’eta’ e della risposta. 50 (1 inalazione di Clenil 50 microgrammi) 100 microgrammi(2 inalazioni di Clenil 50 microgrammi o 1 inalazione di Clenil 100 microgrammi) per 2 volte al giorno. Per un miglior controllo della patologia e’ possibile somministrare dosi superiori a quelle sopra indicate, senza superare la dose massima giornaliera di 400 microgrammi. Popolazioni speciali: non sono richiesti aggiustamenti posologici nei pazienti anziani o con insufficienza epatica o renale. Modo di somministrazione: uso inalatorio. Occorre mostrare ai pazienti come utilizzare l’inalatore. Il buon esito del trattamento dipende da un corretto uso dell’inalatore. Al fine di ottenere un completo successo terapeutico, e’indispensabile che il paziente segua attentamente le istruzioni d’usorelative alla corretta modalita’ di inalazione del medicamento. Durante l’inalazione, il paziente deve preferibilmente essere seduto o stare in piedi. L’inalatore e’ stato progettato per essere utilizzato in posizione verticale. Nei bambini le inalazioni devono essere effettuatesotto la sorveglianza di un adulto. E’ utile chiudere le narici del bambino durante l’inalazione. Precauzioni che devono essere prese primadella somministrazione del medicinale: prova del funzionamento dell’inalatore: prima di impiegare l’inalatore per la prima volta oppure se esso non sia stato usato per tre giorni o piu’, rimuovere la chiusura di protezione del boccaglio premendolo delicatamente sui lati e premere una volta nell’aria per rilasciare un’erogazione in modo da assicurarsi dell’effettivo funzionamento. Nell’uso seguire attentamente le seguenti istruzioni: 1) tenere l’erogatore tra il pollice e l’indice con il boccaglio dalla parte inferiore; 2) togliere la chiusura di protezione; 3) collocare il boccaglio tra le labbra ben chiuse ed effettuare una espirazione completa; 4) inspirare a lungo e profondamente con la sola bocca, contemporaneamente premere con l’indice una sola volta. Terminata l’inspirazione, trattenere il respiro il piu’ a lungo possibile. Terminate le inalazioni richiudere il boccaglio con la chiusura di protezione. Sul retro dell’inalatore di Clenil 100 microgrammi soluzione pressurizzata per inalazione c’e’ un indicatore della dose che indica quante erogazioni sono rimaste; l’indicatore della dose scala di una piccola quantita’ quando viene erogato un puff. Il numero di erogazioni rimanenti viene visualizzato ad intervalli di 20. I pazienti devono essere avvertiti di procurarsi un nuovo inalatore quando l’indicatore mostra il numero 20. L’indicatore si fermera’ a 0 quando tutti le erogazioni previste saranno state usate. Si deve sostituire l’inalatore quando l’indicatore segna 0. Ai pazienti che hanno difficolta’ a coordinare l’attivazione dell’inalatore con l’inspirazione deve essere suggerito di utilizzare un distanziatore per garantire la corretta somministrazione del prodotto. I bambini piccoli potrebbero avere difficolta’a usare correttamente l’inalatore e potrebbero aver bisogno di aiuto;l’uso dell’inalatore con un distanziatore dotato di maschera faccialepuo’ aiutare. Al paziente deve anche essere detto di fare riferimentoal foglio illustrativo del distanziatore per le corrette istruzioni sul suo uso e pulizia. Il paziente deve essere informato dell’importanza di pulire l’inalatore almeno una volta a settimana per prevenire qualsiasi ostruzione, seguendo attentamente le istruzioni sulla pulizia dell’inalatore riportate sul Foglio Illustrativo. L’inalatore non deve essere lavato o immerso nell’acqua.

CONSERVAZIONE

Conservare a temperatura non superiore a 30 gradi C. Il contenitore sotto pressione non va forato, non deve essere avvicinato, anche se vuoto, a fonti di calore, non deve essere congelato e non deve essere esposto alla luce solare diretta.

AVVERTENZE

E’ importante che il paziente comprenda che CLENIL non e’ un aerosol broncodilatatore: esso deve essere usato regolarmente e non per ottenere una risoluzione rapida del broncospasmo. CLENIL non e’ efficace nelle crisi d’asma in atto; costituisce invece un trattamento di fondo della malattia asmatica per cui deve essere assunto regolarmente alle dosi prescritte e finche’ il medico lo ritenga opportuno, anche durante le fasi asintomatiche. Nelle crisi d’asma in atto e’ necessario utilizzare un broncodilatatore (somministrato per via inalatoria) ad azione rapida. I pazienti devono essere avvertiti di tenere a disposizione questo tipo di medicinale. Il trattamento dell’asma deve normalmente essere gestito con un approccio per gradi e la risposta del paziente deveessere monitorata clinicamente e tramite test di funzionalita’ polmonare. L’asma grave richiede regolari controlli medici, che includano tests di funzionalita’ polmonare, essendoci il rischio di attacchi gravio anche mortali. Occorre istruire il paziente affinche’ si rivolga a un medico qualora il trattamento broncodilatatore ad azione rapida diventasse meno efficace (o se avesse bisogno di piu’ inalazioni del solito), perche’ questo potrebbe essere indice di un peggioramento del controllo della malattia asmatica. In questa situazione, i pazienti devono essere rivalutati e occorre considerare la possibilita’ di aumentarela terapia antiinfiammatoria (ad esempio aumentare la dose dei corticosteroidi inalatori o inserire un ciclo con corticosteroidi orali). Legravi esacerbazioni dell’asma devono essere trattate in modo convenzionale, ad esempio aumentando la dose di beclometasone dipropionato inalato, somministrando uno steroide sistemico (se necessario) e/o un antibiotico appropriato in caso di infezione, in associazione a una terapia a base di b-agonisti. Non si deve interrompere bruscamente il trattamento con beclometasone dipropionato. Si possono presentare effetti sistemici con i corticosteroidi inalatori, in particolare quando prescritti ad alte dosi per periodi prolungati. Tali effetti si verificano con meno probabilita’ rispetto al trattamento con i corticosteroidi orali. I possibili effetti sistemici includono la sindrome di Cushing, aspetto Cushingoide, soppressione surrenalica, ritardo della crescita nei bambini e adolescenti, riduzione della densita’ minerale ossea, cataratta, glaucoma e, piu’ raramente una serie di effetti psicologici o comportamentali che includono iperattivita’ psicomotoria, disturbi del sonno, ansieta’, depressione o aggressivita’ (particolarmente nei bambini). Una significativa soppressione della funzionalita’ surrenalica si verifica raramente fino a dosaggi di 1500 mcg/die di beclometasone dipropionato per via inalatoria. Alcuni pazienti trattati con 2000 mcg/die hanno presentato riduzioni dei livelli plasmatici di cortisolo. Intali pazienti, occorre valutare il rischio di sviluppare soppressionesurrenale rispetto ai vantaggi terapeutici, e precauzioni dovrebbero essere adottate per fornire una copertura sistemica di steroidi in situazioni di stress prolungato (es. chirurgia elettiva). La soppressioneprolungata dell’asse ipotalamico – pituitario – surrenale, puo’ presentare effetti sistemici con i corticosteroidi inalatori, in particolare quando prescritti ad alte dosi per periodi prolungati. I pazienti che ricevono dosi elevate devono essere strettamente valutati e la dose gradualmente ridotta. Il monitoraggio della riserva surrenalica puo’ anche essere necessario. La condotta del trattamento nei pazienti gia’ sotto corticoterapia sistemica necessita di precauzioni particolari e di una stretta sorveglianza medica, dato che la riattivazione della funzionalita’ surrenalica, soppressa dalla prolungata terapia corticosteroidea sistemica, e’ lenta. E’ in ogni caso necessario che la malattiasia relativamente “stabilizzata” con il trattamento sistemico. Inizialmente CLENIL va somministrato continuando il trattamento sistemico; approssimativamente dopo una settimana, questo va progressivamente ridotto controllando il paziente ad intervalli regolari (in particolare vanno effettuati periodici esami della funzionalita’ cortico-surrenalica) e modificando la posologia di CLENIL a seconda dei risultati ottenuti. Durante i periodi di stress o di grave attacco asmatico i pazienti,sottoposti a tale passaggio, dovranno avere un trattamento supplementare di steroidi sistemici. L’entita’ della riduzione deve corrispondere alla dose di mantenimento dello steroide sistemico. La riduzione della dose non deve essere superiore a 1 mg di prednisolone (o equivalente) nei pazienti in trattamento con una dose di mantenimento di 10 mg al giorno, o meno. Riduzioni piu’ consistenti possono essere appropriate con dosi di mantenimento piu’ alte. Le riduzioni del dosaggio orale devono essere implementate a intervalli non inferiori a una settimana.Alcuni pazienti manifestano malessere durante la sospensione del trattamento con corticosteroidi sistemici, anche se la loro funzionalita’ respiratoria rimane immodificata o addirittura migliora. Occorre incoraggiare questi pazienti a proseguire il trattamento con beclometasone dipropionato per via inalatoria e continuare la sospensione dello steroide sistemico, a meno che non sussistano segni clinici oggettivi di insufficienza surrenale. Queste precauzioni non vanno applicate a pazienti in terapia steroidea orale da meno di 2 settimane. In un paziente che presenti sintomi asmatici puo’ rendersi necessario iniziare simultaneamente l’assunzione di uno steroide orale e Clenil per inalazione. Una volta raggiunto un buon controllo dell’asma (mediante monitoraggiodel flusso di picco espiratorio), lo steroide orale puo’ essere sospeso bruscamente, sempre nel caso sia stato somministrato da meno di 2 settimane. Il trattamento con Clenil per inalazione dovrebbe essere proseguito per mantenere il controllo della malattia asmatica. I pazientiche hanno smesso il trattamento con corticosteroidi orali e che presentano una disfunzione surrenalica possono avere necessita’ di un trattamento supplementare con steroidi sistemici in situazioni di crisi (adesempio nel caso di un peggioramento dell’attacco d’asma, nel caso diinfezioni del torace, patologie maggiori concomitanti, interventi chirurgici, traumi, ecc.).

INTERAZIONI

Non sono stati effettuati studi d’ interazione. L’uso concomitante con steroidi sistemici o intranasali porta ad un effetto additivo della soppressione della funzionalita’ surrenalica. Clenil contiene una piccola quantita’ di etanolo. Esiste la teorica possibilita’ di un’interazione con disulfiram o metronidazolo, in soggetti particolarmente sensibili in trattamento con tali farmaci. Beclometasone dipende in misura minore dal metabolismo di CYP3A rispetto ad altri corticosteroidi e, in generale interazioni sono improbabili; tuttavia, poiche’ non puo’ essere esclusa la possibilita’ di effetti sistemici con l’utilizzo concomitante di forti inibitori del CYP3A (ad esempio ritonavir, cobicistat), si raccomanda di prestare attenzione e di monitorare adeguatamente l’uso di tali agenti.

EFFETTI INDESIDERATI

Gli eventi avversi sono elencati di seguito per classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA e frequenza. Le frequenze sono definitenel modo seguente: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1.000), molto raro (<=1/10.000) e non nota (la frequenza non puo’ essere definita sulla base dei dati disponibili). Infezioni e infestazioni. Molto comune: candidiasi orale (bocca e gola). Disturbi del sistema immunitario. Non comune: ipersensibilita’ con i seguenti sintomi: eruzione cutanea, orticaria, prurito, eritema; molto raro: edema oculare, della faccia, dellelabbra e della gola. Patologie endocrine. Molto raro: soppressione surrenale*. Patologie del sistema nervoso. Non nota: cefalea. Patologie dell’occhio. Molto raro: cataratta*, glaucoma*; non nota: visione, offuscata (vedere anche il paragrafo 4.4). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: raucedine, irritazione della gola; molto raro: broncospasmo paradosso, sibilo, dispnea, tosse. Patologie gastrointestinali. Molto raro: bocca secca; non nota: nausea. Esami diagnostici. Molto raro: densita’ ossea ridotta*. Disturbi psichiatrici (vedere paragrafo 4.4 “avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”). Non nota: iperattivita’ psicomotoria*, disturbi del sonno*, ansieta’*, depressione*, aggressivita’*, disturbi di comportamento* (prevalentemente nei bambini). Popolazione pediatrica. Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo. Molto raro: ritardo di crescita* (in bambini ed adolescenti). * Le reazioni sistemiche rappresentano una possibile risposta ai corticosteroidi inalatori, in particolare quandoviene prescritta una dose elevata per un periodo di tempo prolungato (sezione 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”). Come con altre terapie inalatorie, dopo somministrazione della dose si puo’ verificare broncospasmo paradosso con aumento immediato del respiro ansimante e affannoso e tosse. In questo caso, occorre trattare immediatamente con un broncodilatatore inalatorio ad azione immediata e sospendere immediatamente il trattamento con beclometasone dipropionato. L’incidenza di candidiasi della bocca e della gola aumenta con dosi superiori a 400 microgrammi di beclometasone dipropionato al giorno. E’ piu’ probabile che questa complicazione si sviluppi in pazienti con alti livelli di Candida precipitins nel sangue, indice di una precedente infezione. I pazienti possono trarre beneficio risciacquando accuratamente la bocca con acqua dopo l’inalazione. La candidosi sintomatica puo’ essere trattata con terapia antimicotica locale durante il trattamento con beclometasone dipropionato. La raucedine e’ reversibile e scompare dopo l’interruzione del trattamento e/o riposo della voce. Altri effetti collaterali sistemici sono oltremodo improbabili alle dosi consigliate; i pazienti vanno comunque tenuti sotto stretto controllo nel corso di trattamenti prolungati, al fine di accertare tempestivamente l’eventuale comparsa di manifestazioni sistemiche (osteoporosi, ulcera peptica, segni di insufficienza corticosurrenale secondaria, quali ipotensione e perdita di peso), al fine di evitare in quest’ultima evenienzagravissimi incidenti da iposurrenalismo acuto. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale e’ importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e’ richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale disegnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Fertilita’: studi sugli effetti del propellente HFA 134a sulla funzione riproduttiva e sullo sviluppo embriofetale negli animali non hanno evidenziato eventi avversi clinicamente rilevanti. E’ pertanto improbabile che si verifichino eventi avversi nell’uomo. Gravidanza: nelle donne in stato di gravidanza il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita’ e sotto il diretto controllo del medico. Non vi sono dati sufficienti in merito alla sicurezza di impiego del beclometasone dipropionato o del propellente HFA 134a in gravidanza nella specie umana. Studi tossicologici sulla riproduzione negli animali hanno rivelato un aumento dell’incidenza di danno fetale,l’importanza della quale e’ considerata incerta nell’uomo. Studi condotti nell’animale indicano che la somministrazione di dosi farmacologiche di glucocorticoidi durante la gravidanza puo’ aumentare il rischio di ritardo nell’accrescimento intrauterino. Dal momento che esiste la possibilita’ di soppressione della funzionalita’ corticosurrenale nei neonati dopo trattamento prolungato, il beneficio sulla madre deve essere attentamente valutato nei confronti del rischio per il feto. Allattamento: e’ ragionevoleritenere che il principio attivo sia escreto nel latte materno, ma alle dosi inalatorie impiegate, non vi sono rilevanti livelli di beclometasone nel latte materno. La somministrazione del prodotto durante la gravidanza e l’allattamento dovrebbe essere presa in considerazione solo se il beneficio atteso per la madre supera i rischi potenziali per il feto o il bambino. I bambini nati da madri che abbiano ricevuto sostanziali dosi di corticosteroidi per via inalatoria durante la gravidanza devono essere attentamente osservati per svelare un eventuale insufficienza surrenalica.

Forma farmaceutica

SOLUZIONE PRESSURIZZATA PER INALAZIONE

Scadenza

36 MESI

Confezionamento

CONTENITORE MULTIDOSE