COXIBEN 20CPS 200MG

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DENOMINAZIONE

COXIBEN CAPSULE RIGIDE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Farmaci antiinfiammatori ed antireumatici non steroidei.

PRINCIPI ATTIVI

Celecoxib.

ECCIPIENTI

Contenuto delle capsule: sodio laurilsolfato; lattosio monoidrato; crospovidone; povidone K29-32; magnesio stearato. Involucro della capsula: titanio diossido (E171); gelatina; sodio laurilsolfato. >>Inchiostro di stampa per le capsule rigide da 100 mg. Inchiostro blu TekPrint SB-6018 contenente: gommalacca; indaco carminio (E132). >>Inchiostro distampa per le capsule rigide da 200 mg. Inchiostro dorato TekPrint SB-3002 contenente: gommalacca; ossido di ferro giallo (E172).

INDICAZIONI

Adulti: sollievo sintomatico nel trattamento dell’osteoartrosi, dell’artrite reumatoide e della spondilite anchilosante. La decisione di prescrivere un inibitore selettivo della COX-2 deve essere basata su unavalutazione dei rischi globali del singolo paziente.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita’ al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati; ipersensibilita’ nota alle sulfonamidi; ulcera peptica attiva o sanguinamento gastrointestinale; soggetti nei quali si sono verificati asma, rinite acuta, polipi nasali, edema angioneurotico, orticaria o reazioni di tipo allergico dopo l’assunzione di acido acetilsalicilico o di farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) inclusi gli inibitori della COX-2 (ciclo-ossigenasi-2); gravidanza e donne in eta’ fertile che non fanno uso di adeguate misure contraccettive; sono state osservate malformazioni nelle due specie animali studiate con celecoxib; il potenziale rischio nella donna in gravidanza e’ sconosciuto, ma non puo’ essere escluso; allattamento; grave disfunzione epatica (albumina sierica < 25 g/l o punteggio Child-Pugh >=10); pazienti con clearance stimata della creatinina renale <30 ml/min; infiammazione cronica dell’intestino; insufficienza cardiaca congestizia (NYHA II-IV);cardiopatia ischemica, arteriopatia periferica e/o vasculopatia cerebrale accertate.

POSOLOGIA

Poiche’ i rischi cardiovascolari di celecoxib possono aumentare con il dosaggio e con la durata dell’esposizione, la durata del trattamentodeve essere la piu’ breve possibile e deve essere utilizzato il dosaggio giornaliero minimo efficace. La necessita’ del sollievo dei sintomi e la risposta alla terapia da parte del paziente devono essere rivalutati periodicamente, specialmente nei pazienti con osteoartrosi. Osteoartrosi: la dose giornaliera raccomandata e’ di 200 mg una volta al giorno o in due dosi divise. In pazienti in cui il sollievo dei sintominon si e’ dimostrato sufficiente, una dose da 200 mg due volte al giorno puo’ aumentare l’efficacia. Dopo due settimane di trattamento, in assenza di un maggiore beneficio terapeutico, si devono valutare altrealternative terapeutiche. Artrite Reumatoide: la dose iniziale giornaliera raccomandata e’ di 200 mg in due dosi divise. Se necessario, la dose puo’ essere successivamente incrementata fino a 200 mg due volte al giorno. Dopo due settimane di trattamento, in assenza di un maggiore beneficio terapeutico, si devono valutare altre alternative terapeutiche. Spondilite Anchilosante: la dose giornaliera raccomandata e’ di 200 mg una volta al giorno o in due dosi divise. In pochi pazienti in cui il sollievo dei sintomi non si e’ dimostrato sufficiente, una doseda 400 mg una volta al giorno o in due dosi divise puo’ aumentare l’efficacia. Dopo due settimane di trattamento, in assenza di un maggiorebeneficio terapeutico, si devono valutare altre alternative terapeutiche. La dose massima giornaliera raccomandata e’ pari a 400 mg per tutte le indicazioni. Anziani (> 65 anni): come negli adulti piu’ giovani, inizialmente si devono utilizzare 200 mg al giorno. Se necessario, la dose puo’ essere successivamente incrementata fino a 200 mg due volte al giorno. Si richiede particolare attenzione nei pazienti anziani con peso corporeo inferiore ai 50 kg. Compromissione epatica: in pazienti con moderata compromissione epatica accertata con albumina sierica compresa tra 25-35 g/l il trattamento deve essere iniziato con un dosaggio pari alla meta’ di quello raccomandato. L’esperienza clinica in questo gruppo e’ limitata ai pazienti con cirrosi epatica. Compromissione renale: l’esperienza in pazienti con compromissione renale lieve o moderata trattati con celecoxib e’ limitata; pertanto si consiglia di trattare questi pazienti con cautela. Riduzione dell’attivita’ metabolica del CYP2C9: ai pazienti che presentano una riduzione accertata o sospetta dell’attivita’ metabolica per il CYP2C9 sulla base del genotipo o di storia/esperienze precedenti con altri substrati del CY2C9, bisogna somministrare celecoxib con cautela, poiche’ il rischio di effetti indesiderati dose dipendenti e’ aumentato. In questi casi si deve considerare di dimezzare la dose minima raccomandata. Popolazione pediatrica: l’uso di celecoxib non e’ indicato nei bambini. La sicurezza e l’efficacia del prodotto non e’ stata stabilita nei bambini. Non ci sono dati disponibili. Modo di somministrazione: uso orale. Il farmaco puo’ essere preso con o senza cibo.

CONSERVAZIONE

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

AVVERTENZE

Complicazioni a carico del tratto gastrointestinale superiore (perforazioni, ulcere o sanguinamenti), alcune delle quali fatali, sono stateriscontrate in pazienti trattati con celecoxib. Si consiglia cautela nel trattamento di pazienti che presentano un rischio maggiore di complicanze gastrointestinali associate all’impiego di FANS: gli anziani, i pazienti che assumono contemporaneamente qualsiasi altro FANS o acido acetilsalicilico o i pazienti con anamnesi positiva per malattie gastrointestinali, quali ulcere e sanguinamento gastrointestinale. Quandocelecoxib viene assunto insieme all’acido acetilsalicilico (anche a basse dosi) si osserva un ulteriore aumento del rischio di eventi avversi gastrointestinali (ulcerazione gastrointestinale o altre complicazioni gastrointestinali). Negli studi clinici a lungo termine non e’ stata dimostrata una differenza significativa nella sicurezza gastrointestinale tra gli inibitori selettivi della COX-2 + acido acetilsalicilico e FANS + acido acetilsalicilico. L’uso concomitante di celecoxib e FANS diversi dall’acido acetilsalicilico deve essere evitato. In uno studio clinico a lungo termine controllato verso placebo in pazienti conpoliposi adenomatosa sporadica trattati con celecoxib alle dosi di 200 mg due volte al giorno e 400 mg due volte al giorno rispetto al placebo e’ stato osservato un aumento del numero degli eventi cardiovascolari gravi, principalmente infarto del miocardio. Poiche’ i rischi cardiovascolari di celecoxib possono aumentare con il dosaggio e con la durata dell’esposizione, la durata del trattamento deve essere la piu’ breve possibile e deve essere utilizzato il dosaggio giornaliero minimoefficace. La necessita’ di trattamento e la risposta alla terapia devono essere rivalutati periodicamente, specialmente nei pazienti con osteoartrosi. I pazienti con fattori di rischio significativi per eventicardiovascolari devono essere trattati con celecoxib solo dopo attenta valutazione. Gli inibitori selettivi della COX-2 non sono un sostituto dell’acido acetilsalicilico per la profilassi delle malattie tromboemboliche di origine cardiovascolare perche’ non hanno effetti antipiastrinici. Pertanto, la terapia antipiastrinica non deve essere interrotta. Analogamente a quanto riscontrato con altri farmaci che inibiscono la sintesi delle prostaglandine, in pazienti trattati con celecoxib sono stati riscontrati ritenzione di liquidi ed edemi. Pertanto, celecoxib deve essere usato con cautela nei pazienti con anamnesi positiva per insufficienza cardiaca, disfunzione ventricolare sinistra o ipertensione e nei pazienti con edema preesistente di altra natura, poiche’ l’inibizione delle prostaglandine puo’ causare un peggioramento della funzionalita’ renale e ritenzione di liquidi. E’ inoltre richiesta cautela nei pazienti che assumono diuretici o che sono a rischio di ipovolemia. Analogamente agli altri FANS, celecoxib puo’ portare alla comparsa di ipertensione o al peggioramento dell’ipertensione preesistente,che possono entrambe contribuire all’aumento dell’incidenza degli eventi cardiovascolari. La pressione arteriosa deve quindi essere monitorata attentamente all’inizio della terapia con celecoxib e durante tutto il corso del trattamento. Una compromissione della funzionalita’ renale o epatica e specialmente una disfunzione cardiaca sono piu’ facilmente riscontrabili nei pazienti anziani e pertanto questi pazienti devono essere tenuti sotto appropriato controllo medico. I FANS, incluso celecoxib, possono causare tossicita’ renale. Studi clinici condotti con celecoxib hanno dimostrato effetti a carico della funzionalita’ renale simili a quelli osservati con i FANS di confronto. I pazienti con rischio piu’ elevato di tossicita’ renale sono quelli con funzionalita’ renale compromessa, scompenso cardiaco, disfunzione epatica, quelli che assumono diuretici, ACE inibitori e antagonisti del recettore dell’angiotensina II, e gli anziani. Tali pazienti devono essere attentamente monitorati durante il trattamento con celecoxib. Durante il trattamento con celecoxib sono stati segnalati alcuni casi di reazioni epatiche gravi, tra cui epatite fulminante (alcuni casi con esito fatale), necrosi epatica e insufficienza epatica (alcuni casi con esito fatale o che hanno richiesto trapianto del fegato). Tra i casi per i quali e’noto il tempo di insorgenza, la maggior parte degli eventi avversi epatici gravi si sono sviluppati entro un mese dall’inizio della terapiacon celecoxib. Se nel corso del trattamento si verifica un deterioramento delle condizioni cliniche del paziente di uno qualsiasi dei sistemi d’organo descritti sopra, devono essere adottate misure appropriatee deve essere presa in considerazione l’interruzione della terapia con celecoxib. Celecoxib inibisce il citocromo CYP2D6. Sebbene non sia un forte inibitore di questo enzima, una riduzione della dose, su base individuale, puo’ rendersi necessaria per i farmaci metabolizzati dal citocromo CYP2D6. I pazienti che hanno un’attivita’ metabolica ridottaper il CYP2C9 devono essere trattati con cautela. Gravi reazioni cutanee, alcune delle quali fatali, tra cui dermatiti esfoliative, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica sono state segnalate molto raramente in associazione all’uso di celecoxib. I pazienti sembrano essere maggiormente a rischio per queste reazioni avverse nellefasi iniziali del trattamento: nella maggior parte dei casi l’insorgenza della reazione si verifica entro il primo mese di trattamento. In pazienti in trattamento con celecoxib sono state segnalate gravi reazioni di ipersensibilita’ (inclusi anafilassi, angioedema e rash dovuto al farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS o sindrome da ipersensibilita’)). I pazienti con anamnesi di allergia alle sulfonamidio altre allergie da farmaci possono presentare un rischio maggiore direazioni cutanee gravi o reazioni di ipersensibilita’. Il trattamentocon celecoxib deve essere interrotto alla comparsa dei primi segni dieruzione cutanea, lesioni a livello delle mucose o di qualsiasi altrosegno di ipersensibilita’. Celecoxib puo’ mascherare gli stati febbrili e altri segni di infiammazione. In pazienti in concomitante trattamento con warfarin si sono verificati gravi episodi di sanguinamento. Si raccomanda cautela in caso di somministrazione contemporanea di celecoxib con warfarin ed altri anticoagulanti orali. Le capsule rigide contengono lattosio monoidrato.

INTERAZIONI

Interazioni farmacodinamiche: l’attivita’ anticoagulante deve essere monitorata particolarmente nei primi giorni successivi all’inizio del trattamento o alla modifica del dosaggio di celecoxib in pazienti che assumono warfarin o altri anticoagulanti perche’ questi pazienti presentano un rischio maggiore di complicanze da sanguinamento. Pertanto, ipazienti in trattamento con anticoagulanti orali devono essere attentamente monitorati per il tempo di protrombina (INR), in particolare nei primi giorni di terapia quando inizia il trattamento con celecoxib oquando il dosaggio di celecoxib viene modificato. Sono stati segnalati episodi di sanguinamento, alcuni dei quali fatali, associati ad incrementi del tempo di protrombina, soprattutto in pazienti anziani trattati in concomitanza con celecoxib e warfarin. I FANS possono ridurre l’effetto dei diuretici e degli antipertensivi. Come per i FANS, il rischio di insufficienza renale acuta, che generalmente e’ reversibile, puo’ aumentare in alcuni pazienti con funzionalita’ renale compromessa (per es. pazienti disidratati, pazienti in trattamento con diuretici oanziani) quando gli ACE-inibitori o gli antagonisti dei recettori dell’angiotensina II vengono associati insieme ai FANS, incluso celecoxib. Pertanto, la somministrazione di questi farmaci in associazione deveessere effettuata con cautela, specialmente nei pazienti anziani. I pazienti devono essere idratati in modo adeguato e si deve prendere in considerazione il monitoraggio della funzionalita’ renale dopo l’inizio del trattamento concomitante e successivamente su base periodica. Inuno studio clinico di 28 giorni effettuato su pazienti con ipertensione di stadio I e II controllata con lisinopril, la somministrazione di200 mg due volte al giorno di celecoxib non ha portato, rispetto al placebo, ad aumenti clinicamente significativi dei valori medi giornalieri della pressione arteriosa sistolica o diastolica, come risulta dalcontrollo pressorio ambulatoriale delle 24 ore. Tra i pazienti trattati con celecoxib 200 mg due volte al giorno, 48% sono stati considerati non rispondenti al lisinopril alla visita clinica finale (pazienti che presentavano o una pressione arteriosa diastolica >90 mmHg oppure un aumento della pressione arteriosa diastolica >10% rispetto al basale), in confronto al 27% dei pazienti trattati con placebo; questa differenza e’ risultata statisticamente significativa. E’ ipotizzabile che la co-somministrazione di FANS e ciclosporina o tacrolimus possa aumentare l’effetto nefrotossico di ciclosporina e tacrolimus. La funzionalita’ renale deve essere monitorata quando il celecoxib viene somministrato insieme ad uno di questi farmaci. Celecoxib puo’ essere utilizzato in associazione a bassi dosaggi di acido acetilsalicilico ma non e’ un sostituto dell’acido acetilsalicilico per la profilassi cardiovascolare. Negli studi registrativi, cosi’ come con altri FANS, la somministrazione concomitante di bassi dosaggi di acido acetilsalicilico ha evidenziato un aumento del rischio di ulcere gastrointestinali o di altre complicanze gastrointestinali se confrontato all’uso di celecoxib dasolo. >>Interazioni farmacocinetiche. Effetti di celecoxib su altri medicinali: celecoxib e’ un inibitore del citocromo CYP2D6. Durante il trattamento con celecoxib, le concentrazioni plasmatiche del destrometorfano, substrato del citocromo CYP2D6, sono aumentate del 136%. Le concentrazioni plasmatiche dei farmaci che interagiscono con questo enzima possono aumentare in caso di somministrazione contemporanea di celecoxib. Gli antidepressivi (triciclici e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), neurolettici, antiaritmici, ecc. sono esempi di farmaci metabolizzati da CYP2D6. La dose determinata individualmente di tali farmaci, substrati del citocromo CYP2D6, puo’ richiedere una riduzione quando e’ iniziato il trattamento con celecoxib, o un aumento quando viene interrotto. Studi in vitro hanno dimostrato che celecoxib possiede un certo potenziale di inibizione nei confronti del metabolismo catalizzato dal citocromo CYP2C19. La rilevanza clinica di tale fenomeno, rilevato in vitro , non e’ nota. Diazepam, citalopram edimipramina sono esempi di farmaci metabolizzati dal citocromo CYP2C19. Nel corso di uno studio di interazione, celecoxib non ha evidenziatoalcun effetto clinicamente significativo sulla farmacocinetica dei contraccettivi orali (1 mg noretisterone/ 35 mcg etinilestradiolo). Celecoxib non altera in misura clinicamente rilevante la farmacocinetica di tolbutamide (substrato del citocromo CYP2C9) o glibenclamide. In pazienti con artrite reumatoide celecoxib non ha alterato in misura statisticamente significativa la farmacocinetica (clearance plasmatica o renale) del metotrexato (alle dosi utilizzate in questa patologia). Tuttavia, un adeguato monitoraggio della tossicita’ del metotrexato deve essere considerato in caso di associazione di questi due farmaci. Nel volontario sano la co-somministrazione di celecoxib 200 mg due volte algiorno e di litio 450 mg due volte al giorno ha comportato un incremento medio dei valori della C max e della AUC del litio rispettivamentedel 16% e del 18%. Pertanto i pazienti in terapia con litio devono essere strettamente monitorati quando viene iniziato o sospeso il trattamento con celecoxib. Effetti di altri medicinali su celecoxib: nei pazienti che presentano una riduzione dell’attivita’ metabolica del CYP2C9 e che mostrano un aumento dell’esposizione sistemica al celecoxib, il trattamento concomitante con gli inibitori del CYP2C9 puo’ aumentareulteriormente l’esposizione al celecoxib. Nei pazienti con accertata riduzione dell’attivita’ metabolica per il CYP2C9 bisogna evitare queste associazioni. Poiche’ celecoxib viene metabolizzato principalmente dal citocromo CYP2C9, i pazienti in trattamento con fluconazolo devonoessere trattati con un dosaggio pari alla meta’ di quello raccomandato. L’uso concomitante di una dose singola di celecoxib 200 mg e di 200mg/die di fluconazolo, un potente inibitore del CYP2C9, ha causato unaumento medio della C max e della AUC di celecoxib rispettivamente del 60 % e del 130 %. L’uso concomitante degli induttori del citocromo CYP2C9 quali rifampicina, carbamazepina e barbiturici puo’ ridurre le concentrazioni plasmatiche di celecoxib. Il ketoconazolo o gli antiacidi non hanno prodotto alcuna alterazione della farmacocinetica di celecoxib.

EFFETTI INDESIDERATI

Le reazioni avverse sono elencate secondo la classificazione per sistemi e organi e suddivise per frequenza, in base ai dati emersi dalle fonti seguenti: reazioni avverse segnalate in pazienti affetti da osteoartrosi e artrite reumatoide, con incidenze maggiori di 0,01% e maggiori di quelle riportate per il placebo, nel corso di 12 studi clinici vs placebo e/o altro controllo attivo della durata massima di 12 settimane, con dosaggi giornalieri di celecoxib che variavano da 100 mg a 800 mg. In altri studi condotti con FANS non selettivi come farmaci di confronto, circa 7.400 pazienti affetti da osteoartrosi e artrite reumatoide sono stati trattati con dosi giornaliere di celecoxib fino a un massimo di 800 mg, compresi i circa 2.300 pazienti in trattamento per un anno o piu’. Le reazioni avverse riscontrate con celecoxib in questi ulteriori studi sono risultate in linea con quelle segnalate nei pazienti affetti da osteoartrosi o artrite reumatoide elencate di seguito. Reazioni avverse segnalate con incidenze maggiori rispetto al placebo per soggetti trattati con dosi giornaliere di 400 mg di celecoxib negli studi a lungo termine della durata di 3 anni sulla prevenzione della poliposi (studi APC e PreSAP: sicurezza cardiovascolare – Studi a lungo termine su pazienti con polipi adenomatosi sporadici). Reazioni avverse risultanti dalla farmacovigilanza post- marketing segnalate spontaneamente in un arco di tempo in cui si stima siano stati trattati con celecoxib (con diverse dosi, durate e indicazioni) oltre 70 milionidi pazienti. Poiche’ non tutte le reazioni avverse da farmaco vengonosegnalate al Titolare dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercioe incluse nel database di sicurezza, non e’ possibile determinare conattendibilita’ le frequenze di queste reazioni. >>Reazioni avverse alfarmaco negli studi clinici e nell’esperienza post marketing con celecoxib (termini MedDRA). Infezioni ed infestazioni. Comune: sinusite, infezioni delle vie respiratorie superiori, infezioni delle vie urinarie. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: anemia; raro: leucopenia, trombocitopenia; non nota: pancitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Comune: allergia aggravata; non nota: reazioni allergiche gravi, shock anafilattico, anafilassi. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non comune: iperkaliemia. Disturbi psichiatrici. Comune: insonnia; non comune: ansia, depressione, stanchezza; raro: confusione; non nota: allucinazioni. Patologie del sistema nervoso. Comune:capogiri, ipertonia; non comune: parestesia, sonnolenza, infarto cerebrale; raro: atassia, alterazioni del gusto; non nota: cefalea, epilessia aggravata, meningite asettica, ageusia, anosmia, emorragia intracranica fatale. Patologie dell’occhio. Non comune: visione offuscata; non nota: congiuntivite, emorragia oculare, occlusione delle arterie o delle vene della retina. Patologie dell’orecchio e del labirinto. Non comune: tinnito, ipoacusia. Patologie cardiache. Comune: Infarto del miocardio; non comune: Scompenso cardiaco, palpitazioni, tachicardia; non nota: aritmia. Patologie vascolari. Molto comune: ipertensione; non comune: ipertensione aggravata; non nota: vampate, vasculite, embolia polmonare. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: faringite, rinite, tosse, dispnea; non nota: broncospasmo. Patologie gastrointestinali. Comune: dolore addominale, diarrea, dispepsia, flatulenza, vomito?, disfagia; non comune: stipsi, eruttazione, gastrite, stomatite, peggioramento delle infiammazioni gastrointestinali; raro: ulcerazioni duodenali, gastriche, esofagee, intestinali e del colon; perforazione intestinale; esofagite, melena; pancreatite; non nota: nausea, emorragia gastrointestinale, colite/colite aggravata. Patologie epatobiliari. Non comune: alterata funzionalita’ epatica, aumento di sgot e sgpt; raro: aumento degli enzimi epatici; non nota: insufficienza epatica (talvolta fatale o che ha richiesto trapianto del fegato), epatite fulminante (talvolta con esito fatale), necrosi epatica, epatite,ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash, prurito; non comune: orticaria; raro: alopecia, fotosensibilita’; non nota: ecchimosi, eruzioni bollose, dermatite esfoliativa, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica, eruzione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) o sindrome di ipersensibilita’, angioedema, pustolosi esantematosa generalizzata acuta. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: crampi agli arti inferiori; non nota: artralgia, miosite. Patologie renali e urinarie. Non comune: aumento della creatinina, aumento dell’azotemia; non nota: insufficienza renale acuta, nefrite interstiziale, iponatriemia. Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella. Non nota: disturbi mestruali (non altrimenti definiti). Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: sintomi influenzali, edema periferico/ ritenzione di liquidi; non nota: dolore toracico. Nei dati finali (aggiudicati) risultanti dagli studi APC e PreSAP nei pazienti trattati con dosi giornaliere di 400 mg di celecoxib per un periodo massimo di 3 anni (dati combinati di entrambi gli studi), l’incidenza maggiore dell’infarto miocardico rispetto al placebo era pari a 7,6 eventi per 1.000 pazienti (noncomune), e non e’ stata riscontrata un’incidenza maggiore rispetto alplacebo per quanto riguarda l’ictus (tipologie non differenziate). Lasegnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale e’ importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Non sono disponibili dati clinici relativi all’impiego di celecoxib in gravidanza. Studi negli animali (ratto e coniglio) hanno evidenziatouna tossicita’ sulla funzione riproduttiva, incluse malformazioni. Ilrischio potenziale derivante dalla somministrazione durante la gravidanza e’ sconosciuto, ma non puo’ essere escluso. Analogamente ad altrifarmaci inibitori della sintesi delle prostaglandine, celecoxib puo’ causare inerzia uterina e chiusura prematura del dotto arterioso durante il terzo trimestre di gravidanza. Celecoxib e’ controindicato in caso di gravidanza accertata o possibile. In caso di gravidanza nel corso del trattamento, celecoxib deve essere sospeso. Celecoxib viene escreto nel latte di ratto in fase di allattamento in concentrazioni simili a quelle riscontrabili nel plasma. La somministrazione di celecoxib a un numero ristretto di donne in allattamento ha dimostrato un’escrezione molto bassa di celecoxib nel latte materno. Le donne in trattamento con celecoxib non devono allattare.

Forma farmaceutica

CAPSULE RIGIDE

Scadenza

36 MESI

Confezionamento

BLISTER OPACO