DILATREND 30CPR DIV 25MG

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DENOMINAZIONE

DILATREND COMPRESSE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Bloccanti dei recettori alfa e beta-adrenergici.

PRINCIPI ATTIVI

Una compressa da 6,25 mg contiene: carvedilolo 6,25 mg. Una compressada 12,5 mg contiene: carvedilolo 12,5 mg. Una compressa da 25 mg contiene: carvedilolo 25 mg.

ECCIPIENTI

Compresse da 6,25 mg: saccarosio, lattosio monoidrato, povidone K25, silice colloidale anidra, crospovidone tipo A, magnesio stearato, ferro ossido giallo (E 172). Compresse da 12,5 mg: saccarosio, lattosio monoidrato, povidone K25, silice colloidale anidra, crospovidone tipo A,magnesio stearato, ferro ossido giallo (E 172), ferro ossido rosso (E172). Compresse da 25 mg: saccarosio, lattosio monoidrato, povidone K25, silice colloidale anidra, crospovidone tipo A, magnesio stearato.

INDICAZIONI

Trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale. Carvedilolo e’ indicato per il trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale. Puo’essere usato da solo o in associazione con altri antiipertensivi, specialmente con i diuretici tiazidici. Trattamento dell’angina pectoris.Trattamento dello scompenso cardiaco.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita’ al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Insufficienza cardiaca instabile/scompensata, scompenso cardiaco in Classe IV NYHA (classificazione della “New York Heart Association”)non rispondente a terapia standard che richieda terapia con inotropi per via endovenosa Disfunzione epatica clinicamente manifesta. Allattamento. Blocco atrio-ventricolare di secondo e di terzo grado (a meno che sia stato posto un peacemaker permanente). Bradicardia grave (< 50 bpm). Malattia del nodo del seno (compreso blocco seno-atriale). Ipotensione grave (pressione sistolica < 85 mm Hg). Shock cardiogenico. Feocromocitoma non controllato con alfa-bloccanti. Acidosi metabolica. Precedenti di broncospasmo o asma.

POSOLOGIA

Le compresse devono essere assunte con una sufficiente quantita’ di liquido. Non e’ necessario assumere le compresse con i pasti; tuttavia,nei pazienti affetti da scompenso cardiaco, Carvedilolo dovrebbe essere somministrato in concomitanza dei pasti per rallentare l’assorbimento e ridurre l’incidenza di effetti posturali quali l’ipotensione ortostatica. Trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale. Adulti: il dosaggio consigliato per l’inizio della terapia e’ di 12,5 mg una volta al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio raccomandato e’ di 25 mg una volta al giorno. Se necessario il dosaggio puo’ essere gradualmente aumentato ad intervalli non inferiori alle duesettimane, fino al raggiungimento della dose massima consigliata di 50 mg al giorno da assumersi in un’unica somministrazione o frazionata in 25 mg due volte al giorno. Anziani: la dose raccomandata per l’inizio della terapia e’ di 12,5 mg una volta al giorno. Tale dosaggio ha permesso di ottenere un adeguato controllo dei valori pressori in una parte dei pazienti. Se la risposta dovesse essere inadeguata, il dosaggio potra’ essere aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane fino al raggiungimento della dose massima consigliata di 50 mg, daassumersi frazionata in 25 mg due volte al giorno. Trattamento dell’angina pectoris. Adulti: il dosaggio raccomandato per l’inizio della terapia e’ di 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio consigliato e’ di 25 mg due volte al giorno. Siraccomanda di non superare tale posologia. Anziani: la dose raccomandata per l’inizio della terapia e’ di 12,5 mg due volte al giorno. Successivamente la dose puo’ essere aumentata, dopo un intervallo di almeno due giorni, a 25 mg due volte al giorno (dose massima da non superare). Trattamento dello scompenso cardiaco. La decisione di iniziare la terapia con carvedilolo per lo scompenso cardiaco deve essere presa daun medico esperto nella gestione di tale patologia, dopo un’accurata valutazione delle condizioni del paziente. I pazienti devono essere sempre stabili dal punto di vista clinico e non devono presentare deterioramento dello stato clinico o segni di scompenso rispetto alla visitaprecedente. Nei pazienti in trattamento con digitale, diuretici e ACE-inibitori, il dosaggio di tali farmaci dovrebbe essere stabilizzato prima di iniziare il trattamento con Carvedilolo. IL DOSAGGIO DEVE ESSERE PERSONALIZZATO ED IL PAZIENTE DEVE ESSERE ATTENTAMENTE SEGUITO DAL MEDICO DURANTE TUTTO IL PERIODO NECESSARIO PER IL RAGGIUNGIMENTO DEL DOSAGGIO ADEGUATO. La dose raccomandata per l’inizio della terapia e’ di 3,125 mg due volte al giorno almeno per due settimane. Se tale dosaggio e’ ben tollerato, la posologia puo’ essere in seguito aumentata, ad intervalli non inferiori alle due settimane, e portata prima a 6,25 mg due volte al giorno, poi a 12,5 mg due volte al giorno ed infine a 25 mg due volte al giorno. Il dosaggio dovrebbe essere aumentato fino alla dose piu’ alta tollerata dal paziente. La dose massima raccomandata e’ di 25 mg due volte al giorno in tutti i pazienti con scompenso cardiaco severo e nei pazienti con scompenso cardiaco lieve o moderato con peso corporeo inferiore a 85 kg. In pazienti con scompenso cardiaco lieve o moderato con peso corporeo superiore a 85 kg la dose massimaraccomandata e’ di 50 mg due volte al giorno. Prima di ogni aumento del dosaggio, il paziente dovrebbe essere esaminato dal medico per accertare eventuali segni di peggioramento dell’insufficienza cardiaca o di vasodilatazione. Un temporaneo peggioramento dell’insufficienza cardiaca o la ritenzione idrica dovrebbero essere trattati con un aumento del dosaggio dei diuretici, sebbene occasionalmente possa essere necessario diminuire la dose di Carvedilolo o sospenderne temporaneamente l’assunzione. Nell’eventualita’ in cui il trattamento con Carvedilolo venga interrotto per piu’ di due settimane, la terapia dovra’ essere nuovamente iniziata con l’assunzione di 3,125 mg due volte al giorno e successivamente la posologia dovra’ essere aumentata tenendo conto delle precedenti raccomandazioni. I sintomi di vasodilatazione possono essere inizialmente trattati con una riduzione del dosaggio dei diuretici. Se i sintomi persistono la dose di ACE-inibitore (se usato) puo’ essere diminuita e, se ritenuto necessario, si potra’ successivamente effettuare una riduzione del dosaggio di Carvedilolo. In tali circostanze, la dose di Carvedilolo non dovrebbe essere aumentata fino a quando isintomi di peggioramento dell’insufficienza cardiaca o di vasodilatazione non siano stati stabilizzati. Popolazione pediatrica. La sicurezza e l’efficacia di Carvedilolo nei bambini e negli adolescenti di eta’inferiore a 18 anni non sono state ancora stabilite.

CONSERVAZIONE

Compresse da 12,5 mg Conservare a temperatura non superiore a 30 gradi C. Conservare nel contenitore originale. Compresse da 6,25 mg e 25 mg Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce e dall’umidita’.

AVVERTENZE

Insufficienza cardiaca congestizia cronica. In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, puo’ verificarsi un peggioramento dell’insufficienza cardiaca o della ritenzione idrica durante la fase di titolazione di carvedilolo. Se questi sintomi si manifestano, il dosaggio dei diuretici deve essere aumentato e la dose di carvedilolo non deve essere ulteriormente aumentata fino a quando non sia stata raggiunta unastabilizzazione dei segni clinici. Occasionalmente, puo’ essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o, in rari casi, sospenderne temporaneamente l’assunzione. Questi episodi non precludono la possibilita’ di una successiva efficace titolazione di carvedilolo. In pazienti con scompenso cardiaco controllato con digitale, diuretici e/o ACE-inibitori, Carvedilolo deve essere usato con cautela in quanto sia la digitale sia Carvedilolo rallentano la conduzione atrio ventricolare. Funzione renale in caso di insufficienza cardiaca congestizia. Un peggioramento reversibile della funzione renale e’ stato osservato durante la terapia con carvedilolo in pazienti con insufficienza cardiaca cronicacon bassa pressione arteriosa (pressione sistolica <100 mmHg), con cardiopatia ischemica e malattia vascolare diffusa, e/o insufficienza renale di base. In pazienti affetti da scompenso cardiaco che presentinotali fattori di rischio, la funzionalita’ renale dovrebbe essere tenuta sotto controllo durante le fasi di aumento del dosaggio di Carvedilolo ed il trattamento dovrebbe essere sospeso, oppure il dosaggio ridotto, qualora si osservi un peggioramento della funzionalita’ renale. Disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto. Prima di iniziare il trattamento con carvedilolo il paziente deve essere clinicamente stabile e deve aver ricevuto un ACE-inibitore almeno nelle ultime 48 ore, e la dose di ACE-inibitore deve essere stabile almeno nelle ultime 24 ore. Broncopneumopatia cronica ostruttiva Carvedilolo deve essere usato con cautela nei pazienti con broncopneumopatia cronicaostruttiva (BPCO) con componente broncospastica che non assumono medicinali per via orale o inalatoria e solo se i potenziali benefici superano i potenziali rischi. In pazienti con predisposizione al broncospasmo, si puo’ manifestare sofferenza respiratoria come risultato di un possibile aumento delle resistenze delle vie aeree. I pazienti devono essere strettamente monitorati durante le fasi iniziali e di aggiustamento del dosaggio di carvedilolo, e la dose di carvedilolo deve essereridotta se venissero osservati sintomi di broncospasmo durante il trattamento. Diabete Si deve usare cautela nel somministrare carvedilolo a pazienti con diabete mellito, in quanto potrebbe essere associato adun peggioramento del controllo della glicemia, o i segni e sintomi iniziali di un’ipoglicemia acuta possono venire mascherati o attenuati. Nei pazienti con diabete mellito insulino-dipendente sono comunque da preferire farmaci alternativi ai betabloccanti. Nei pazienti diabeticicon insufficienza cardiaca cronica, l’uso di carvedilolo puo’ essere associato ad un peggioramento del controllo della glicemia. Un regolare controllo della glicemia e’ pertanto necessario nei diabetici sia quando viene iniziata la terapia con Carvedilolo sia quando ne viene aumentato il dosaggio; la terapia ipoglicemizzante deve essere aggiustatadi conseguenza. Vasculopatia periferica Carvedilolo deve essere impiegato con cautela in pazienti con malattia vascolare periferica poiche’i betabloccanti possono precipitare o aggravare i sintomi di insufficienza arteriosa. Fenomeno di Raynaud Carvedilolo deve essere usato concautela in pazienti che soffrono di disturbi circolatori periferici) poiche’ puo’ verificarsi un aggravamento dei sintomi. Tireotossicosi Carvedilolo puo’ mascherare i sintomi di tireotossicosi. Anestesia e chirurgia maggiore. Deve essere esercitata cautela in pazienti che devono sottoporsi a chirurgia generale, a causa della sinergia degli effetti inotropi negativi di carvedilolo e degli anestetici. Bradicardia. Carvedilolo puo’ indurre bradicardia. Se la frequenza del polso del paziente si riduce a meno di 55 battiti al minuto, il dosaggio di carvedilolo deve essere ridotto. Ipersensibilita’. Si deve usare cautela nel somministrare carvedilolo a pazienti con storia di gravi reazioni di ipersensibilita’ ed a pazienti sottoposti a terapia di desensibilizzazione, in quanto i betabloccanti possono aumentare sia la sensibilita’ verso gli allergeni sia la gravita’ delle reazioni di ipersensibilita’. Reazioni avverse cutanee gravi. In corso di trattamento con carvedilolo, sono stati riportati casi molto rari di reazioni avverse cutanee gravi come la necrolisi epidermica tossica (TEN) e sindrome di Stevens-Johnson (SJS). Il trattamento con carvedilolo deve essere sospeso definitivamente nei pazienti che manifestano reazioni avverse cutanee gravieventualmente attribuibili a carvedilolo. Psoriasi. I pazienti con una storia di psoriasi associata a terapia con betabloccanti devono prendere carvedilolo solo dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio. Uso concomitante di calcio- antagonisti. Un attento monitoraggio elettrocardiografico (ECG) e della pressione arteriosa e’ necessario nei pazienti che ricevono contemporaneamente carvedilolo in associazione con calcio-antagonisti del tipo verapamil o diltiazem. Interazioni con altri medicinali. Sono state individuate importanti interazioni farmacocinetiche e farmacodinamiche con altri medicinali (ad esempio, digossina, ciclosporina, rifampicina, farmaci antiaritmici). Feocromocitoma. Nei pazienti con feocromocitoma, un agente alfa- bloccante deve essere iniziato prima di utilizzare un qualsiasi agente beta-bloccante. Sebbene carvedilolo abbia attivita’ farmacologiche alfa e beta-bloccanti, non vi e’ alcuna esperienza relativa al suo uso in questa condizione. Pertanto, particolare cautela deve essere prestata nel somministrare carvedilolo ai pazienti con sospetto feocromocitoma. Angina variante di Prinzmetal. I medicinali con attivita’ betabloccante non selettiva possono provocare l’insorgenza di dolore toracico nei pazienti con angina variante di Prinzmetal. Non e’ disponibile alcuna esperienza clinica con carvedilolo in questi pazienti, sebbene l’attivita’ alfa-bloccante di carvedilolo possa prevenire questi sintomi. Bisogna usare cautela nel somministrare carvedilolo a pazienti con sospetta angina variante di Prinzmetal. Lenti a contatto. I portatori di lenti a contatto devono tener presente l’eventualita’ di una ridotta lacrimazione. Sindrome da sospensione II trattamento con carvedilolo non deve essere interrotto bruscamente, specialmente in pazienti con cardiopatia ischemica. La sospensione di carvedilolo deve avvenire gradualmente (nell’arco di due settimane).

INTERAZIONI

Interazioni farmacocinetiche. Effetti di carvedilolo sulla farmacocinetica di altri medicinali. Carvedilolo e’ un substrato nonche’ inibitore della glicoproteina-P. Quindi la biodisponibilita’ dei farmaci trasportati dalla glicoproteina-P puo’ essere aumentata dalla concomitantesomministrazione di Carvedilolo. Inoltre, la biodisponibilita’ di Carvedilolo puo’ essere modificata da induttori o da inibitori della glicoproteina-P. Digossina: in alcuni studi su soggetti sani e pazienti con insufficienza cardiaca e’ stata dimostrata un’esposizione aumentata alla digossina fino al 26%. Nei pazienti di sesso maschile e’ stato osservato un effetto significativamente piu’ ampio rispetto alle pazienti di sesso femminile. Si raccomanda un controllo dei livelli di digossina quando si inizia, si aggiusta o si sospende la terapia con carvedilolo. Ciclosporina: due studi in pazienti sottoposti a trapianto renale o cardiaco trattati con ciclosporina per via orale hanno mostrato unaumento delle concentrazioni plasmatiche di ciclosporina dopo l’inizio del trattamento con Carvedilolo. Modesti aumenti delle concentrazioni medie minime di ciclosporina sono stati osservati in seguito all’inizio del trattamento con carvedilolo in 21 pazienti sottoposti a trapianto renale che soffrono di rigetto vascolare cronico. In circa il 30% dei pazienti, la dose di ciclosporina e’ stata ridotta per mantenere le concentrazioni di ciclosporina all’interno dell’intervallo terapeutico, mentre nel resto dei pazienti non e’ stato necessario alcun aggiustamento. In media, la dose di ciclosporina in questi pazienti e’ stataridotta di circa il 20%. Il meccanismo di interazione non e’ noto, tuttavia potrebbe essere implicata l’inibizione da parte di carvedilolo della P-glicoproteina intestinale. A causa dell’ampia variabilita’ individuale nell’aggiustamento posologico richiesto, si raccomanda di monitorare attentamente le concentrazioni plasmatiche di ciclosporina dopo l’inizio della terapia con carvedilolo e di aggiustare la dose di ciclosporina in modo appropriato. Effetti di altri medicinali sulla farmacocinetica di carvedilolo Gli inibitori cosi’ come gli induttori di CYP2D6 e CYP2C9 possono modificare in modo stereoselettivo il metabolismo sistemico e/o presistemico del Carvedilolo, provocando aumentate o ridotte concentrazioni plasmatiche di R-Carvedilolo e S-Carvedilolo. Alcuni esempi osservati in pazienti o in soggetti sani sono elencati sotto, ma la lista non e’ esaustiva. Amiodarone: nei pazienti con insufficienza cardiaca, l’amiodarone ha determinato una riduzione dell’eliminazione di S-Carvedilolo, probabilmente a seguito dell’inibizione del CYP2C9. Uno studio in vitro con microsomi epatici umani ha mostrato che amiodarone e disetilamiodarone hanno inibito l’ossidazione di R- e S-carvedilolo. La concentrazione a valle di R- e S-Carvedilolo e’ risultata significativamente aumentata di almeno 2 volte nei pazienti con insufficienza cardiaca trattati con carvedilolo e amiodarone in associazione, rispetto ai pazienti trattati con carvedilolo in monoterapia. L’effetto su S-carvedilolo e’ stato attribuito al disetilamiodarone, unmetabolita di amiodarone, che e’ un potente inibitore del CYP2C9. Neipazienti trattati con carvedilolo e amiodarone in associazione, si consiglia un monitoraggio della attivita’ beta-bloccante. Fluoxetina e paroxetina: in uno studio randomizzato trasversale effettuato su 10 pazienti con insufficienza cardiaca, la somministrazione contemporanea difluoxetina, un forte inibitore del CYP2D6, ha determinato un’inibizione stereoselettiva del metabolismo del Carvedilolo con un aumento del 77% nell’AUC media dell’enantiomero R(+). Tuttavia, non sono state osservate differenze tra i gruppi di trattamento per quanto riguarda gli eventi avversi, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. L’effetto di paroxetina, un potente inibitore del CYP2D6, somministrata in dose singola sulla farmacocinetica di carvedilolo e’ stato studiato in 12 soggetti sani dopo singola somministrazione orale. E’ stato riscontrato un significativo aumento dell’esposizione di R- e S-Carvedilolo, ma non sono stati osservati effetti clinici in questi soggetti sani. Si raccomanda cautela in caso di co- somministrazione, prendendo in considerazione la possibilita’ di una modifica del dosaggio. Induttori e inibitori del metabolismo epatico. Rifampicina: in uno studio effettuato su 12 soggetti sani, la somministrazione di rifampicina ha ridotto i livelli plasmatici di Carvedilolo di circa il 70% ed e’ stata osservata una diminuzione dell’effetto di carvedilolo sulla pressione arteriosa sistolica. Il meccanismo di interazione non e’ noto, ma puo’ essere dovuto all’induzione da parte della rifampicina della P-glicoproteina intestinale. E’ appropriato un attento monitoraggio delle attivita’ betabloccanti nei pazienti trattati con la somministrazione concomitante di carvedilolo e rifampicina e altri induttori delle ossidasi a funzione mista. Cimetidina: la Cimetidina ha aumentato I’AUC di circa il 30%, ma non ha causato alcun cambiamento nella C max. Particolare attenzione e’ richiesta nei pazienti in trattamento con inibitori delle ossidasi a funzione mista, come la cimetidina, poiche’ i livelli plasmatici di carvedilolo possono venire aumentati. Tuttavia, sulla base dell’effetto relativamente piccolo di cimetidina sui livelli di carvedilolo, la probabilita’ di un’ interazione clinicamente importante e’ minima. lnterazioni farmacodinamiche. Insulina o ipoglicemizzanti orali: agenti con proprieta’ betabloccante possono potenziare l’azione ipoglicemizzante dell’insulina o degli ipoglicemizzanti orali. I segni di ipoglicemia possono essere mascherati o attenuati (specialmente la tachicardia). In pazienti che assumono insulina o ipoglicemizzanti orali e’ pertanto raccomandato un regolare controllo della glicemia. Agenti che riducono le catecolamine: pazienti che assumono sia agenti con proprieta’ betabloccanti sia un medicinale che puo’ ridurre le catecolamine (es. reserpina e gli inibitori delle monoamino ossidasi) devono essere attentamente monitorati per i segni di ipotensione e/o di bradicardia grave. Digossina. L’uso combinato di beta-bloccanti e digossina puo’ provocare un ulteriore prolungamento del tempo di conduzione atrioventricolare (AV). Calcio antagonisti, amiodarone e altri antiaritmici: in combinazione con carvedilolo possono aumentare il rischio di disturbi della conduzione AV. Casi isolati di disturbo della conduzione (raramente con compromissione emodinamica) sono stati osservati quando carvedilolo e’ somministrato in associazione con diltiazem. Come osservato per altri agenti con proprieta’ betabloccanti, se carvedilolo e’ somministrato per via orale con calcioantagonisti del tipo verapamil o diltiazem, si raccomanda il monitoraggio dell’ECG e della pressione arteriosa.

EFFETTI INDESIDERATI

Insufficienza cardiaca congestizia cronica. In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, puo’ verificarsi un peggioramento dell’insufficienza cardiaca o della ritenzione idrica durante la fase di titolazione di carvedilolo. Se questi sintomi si manifestano, il dosaggio dei diuretici deve essere aumentato e la dose di carvedilolo non deve essere ulteriormente aumentata fino a quando non sia stata raggiunta unastabilizzazione dei segni clinici. Occasionalmente, puo’ essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o, in rari casi, sospenderne temporaneamente l’assunzione. Questi episodi non precludono la possibilita’ di una successiva efficace titolazione di carvedilolo. In pazienti con scompenso cardiaco controllato con digitale, diuretici e/o ACE-inibitori, Carvedilolo deve essere usato con cautela in quanto sia la digitale sia Carvedilolo rallentano la conduzione atrio ventricolare. Funzione renale in caso di insufficienza cardiaca congestizia. Un peggioramento reversibile della funzione renale e’ stato osservato durante la terapia con carvedilolo in pazienti con insufficienza cardiaca cronicacon bassa pressione arteriosa (pressione sistolica <100 mmHg), con cardiopatia ischemica e malattia vascolare diffusa, e/o insufficienza renale di base. In pazienti affetti da scompenso cardiaco che presentinotali fattori di rischio, la funzionalita’ renale dovrebbe essere tenuta sotto controllo durante le fasi di aumento del dosaggio di Carvedilolo ed il trattamento dovrebbe essere sospeso, oppure il dosaggio ridotto, qualora si osservi un peggioramento della funzionalita’ renale. Disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto. Prima di iniziare il trattamento con carvedilolo il paziente deve essere clinicamente stabile e deve aver ricevuto un ACE-inibitore almeno nelle ultime 48 ore, e la dose di ACE-inibitore deve essere stabile almeno nelle ultime 24 ore. Broncopneumopatia cronica ostruttiva Carvedilolo deve essere usato con cautela nei pazienti con broncopneumopatia cronicaostruttiva (BPCO) con componente broncospastica che non assumono medicinali per via orale o inalatoria e solo se i potenziali benefici superano i potenziali rischi. In pazienti con predisposizione al broncospasmo, si puo’ manifestare sofferenza respiratoria come risultato di un possibile aumento delle resistenze delle vie aeree. I pazienti devono essere strettamente monitorati durante le fasi iniziali e di aggiustamento del dosaggio di carvedilolo, e la dose di carvedilolo deve essereridotta se venissero osservati sintomi di broncospasmo durante il trattamento. Diabete Si deve usare cautela nel somministrare carvedilolo a pazienti con diabete mellito, in quanto potrebbe essere associato adun peggioramento del controllo della glicemia, o i segni e sintomi iniziali di un’ipoglicemia acuta possono venire mascherati o attenuati. Nei pazienti con diabete mellito insulino-dipendente sono comunque da preferire farmaci alternativi ai betabloccanti. Nei pazienti diabeticicon insufficienza cardiaca cronica, l’uso di carvedilolo puo’ essere associato ad un peggioramento del controllo della glicemia. Un regolare controllo della glicemia e’ pertanto necessario nei diabetici sia quando viene iniziata la terapia con Carvedilolo sia quando ne viene aumentato il dosaggio; la terapia ipoglicemizzante deve essere aggiustatadi conseguenza. Vasculopatia periferica Carvedilolo deve essere impiegato con cautela in pazienti con malattia vascolare periferica poiche’i betabloccanti possono precipitare o aggravare i sintomi di insufficienza arteriosa. Fenomeno di Raynaud Carvedilolo deve essere usato concautela in pazienti che soffrono di disturbi circolatori periferici) poiche’ puo’ verificarsi un aggravamento dei sintomi. Tireotossicosi Carvedilolo puo’ mascherare i sintomi di tireotossicosi. Anestesia e chirurgia maggiore. Deve essere esercitata cautela in pazienti che devono sottoporsi a chirurgia generale, a causa della sinergia degli effetti inotropi negativi di carvedilolo e degli anestetici. Bradicardia. Carvedilolo puo’ indurre bradicardia. Se la frequenza del polso del paziente si riduce a meno di 55 battiti al minuto, il dosaggio di carvedilolo deve essere ridotto. Ipersensibilita’. Si deve usare cautela nel somministrare carvedilolo a pazienti con storia di gravi reazioni di ipersensibilita’ ed a pazienti sottoposti a terapia di desensibilizzazione, in quanto i betabloccanti possono aumentare sia la sensibilita’ verso gli allergeni sia la gravita’ delle reazioni di ipersensibilita’. Reazioni avverse cutanee gravi. In corso di trattamento con carvedilolo, sono stati riportati casi molto rari di reazioni avverse cutanee gravi come la necrolisi epidermica tossica (TEN) e sindrome di Stevens-Johnson (SJS). Il trattamento con carvedilolo deve essere sospeso definitivamente nei pazienti che manifestano reazioni avverse cutanee gravieventualmente attribuibili a carvedilolo. Psoriasi. I pazienti con una storia di psoriasi associata a terapia con betabloccanti devono prendere carvedilolo solo dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio. Uso concomitante di calcio- antagonisti. Un attento monitoraggio elettrocardiografico (ECG) e della pressione arteriosa e’ necessario nei pazienti che ricevono contemporaneamente carvedilolo in associazione con calcio-antagonisti del tipo verapamil o diltiazem. Interazioni con altri medicinali. Sono state individuate importanti interazioni farmacocinetiche e farmacodinamiche con altri medicinali (ad esempio, digossina, ciclosporina, rifampicina, farmaci antiaritmici). Feocromocitoma. Nei pazienti con feocromocitoma, un agente alfa- bloccante deve essere iniziato prima di utilizzare un qualsiasi agente beta-bloccante. Sebbene carvedilolo abbia attivita’ farmacologiche alfa e beta-bloccanti, non vi e’ alcuna esperienza relativa al suo uso in questa condizione. Pertanto, particolare cautela deve essere prestata nel somministrare carvedilolo ai pazienti con sospetto feocromocitoma. Angina variante di Prinzmetal. I medicinali con attivita’ betabloccante non selettiva possono provocare l’insorgenza di dolore toracico nei pazienti con angina variante di Prinzmetal. Non e’ disponibile alcuna esperienza clinica con carvedilolo in questi pazienti, sebbene l’attivita’ alfa-bloccante di carvedilolo possa prevenire questi sintomi. Bisogna usare cautela nel somministrare carvedilolo a pazienti con sospetta angina variante di Prinzmetal. Lenti a contatto. I portatori di lenti a contatto devono tener presente l’eventualita’ di una ridotta lacrimazione. Sindrome da sospensione II trattamento con carvedilolo non deve essere interrotto bruscamente, specialmente in pazienti con cardiopatia ischemica. La sospensione di carvedilolo deve avvenire gradualmente (nell’arco di due settimane).

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Non c’e’ adeguata esperienza clinica relativa all’utilizzo di carvedilolo nelle donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostratotossicita’ riproduttiva. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e’ noto. Per Carvedilolo, si e’ osservata embriotossicita’ solo dopo alte dosi nei conigli. Il rilievo clinico di tali riscontri e’ incerto. Inoltre studi sugli animali hanno mostrato che il Carvedilolo o i suoi metaboliti attraversano la barriera placentare ed e’ escreto nel latte, quindi le possibili conseguenze del blocco dei recettori alfa ebeta nel feto umano e nel neonato devono essere sempre tenute presenti. Carvedilolo non deve essere somministrato durante la gravidanza a meno che i potenziali benefici non superino i potenziali rischi. I betabloccanti riducono la perfusione placentare, che puo’ causare morte fetale intrauterina e parti immaturi e prematuri. Inoltre, si possono verificare reazioni avverse (specialmente ipoglicemia e bradicardia) nelfeto e nel neonato. Si puo’ verificare un aumento del rischio di complicanze cardiache e polmonari nel neonato nel periodo postnatale. Gli studi sugli animali non hanno mostrato evidenze sostanziali di teratogenicita’ con carvedilolo. Non e’ stato stabilito se carvedilolo sia escreto nel latte umano. Tuttavia, i maggiori betabloccanti, in particolare composti lipofili, passano nel latte materno umano, anche se in misura variabile. L’allattamento al seno e’ pertanto controindicato in seguito alla somministrazione di Carvedilolo. Con altri agenti alfa e betabloccanti gli effetti hanno incluso stress perinatale e neonatale (bradicardia, ipotensione, depressione respiratoria, ipoglicemia e ipotermia).

Forma farmaceutica

COMPRESSE DIVISIBILI

Scadenza

36 MESI

Confezionamento

BLISTER