TIXTELLER 56CPR RIV 550MG

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DENOMINAZIONE

TIXTELLER 550 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Antimicrobici intestinali, antibiotici.

PRINCIPI ATTIVI

Ogni compressa rivestita con film contiene 550 mg di rifaximina. Eccipienti: per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI

Nucleo della compressa: sodio amido glicolato tipo A, glicerolo distearato, silice colloidale anidra, talco, cellulosa microcristallina. Rivestimento della compressa (opadry oy-s-34907): ipromellosa, titanio diossido (E171), edetato bisodico, glicole propilenico, ferro ossido rosso (E172).

INDICAZIONI

TIXTELLER e’ indicato per la riduzione delle recidive di episodi di encefalopatia epatica conclamata in pazienti di eta’ >= 18 anni (vedereparagrafo 5.1). Si devono tenere in considerazione le Linee-guida ufficiali sull’uso corretto degli agenti antibatterici.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita’ alla rifaximina, ai derivati della rifamicina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Casi di occlusione intestinale.

POSOLOGIA

Posologia. Dose raccomandata: 550 mg due volte al giorno come trattamento a lungo termine per la riduzione delle recidive di episodi di encefalopatia epatica conclamata (vedere paragrafi 4.4, 5.1 e 5.2). Nel principale studio registrativo, il 91% dei pazienti ha assunto in concomitanza lattulosio (vedere anche il paragrafo 5.1). TIXTELLER puo’ essere somministrato con o senza cibo. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l’efficacia di TIXTELLER nei pazienti pediatrici (di eta’ inferiore a 18 anni) non sono state stabilite. Popolazione anziana: non sono necessari aggiustamenti della dose perche’ i dati di sicurezza e di efficacia di TIXTELLER non hanno evidenziato differenze tra la popolazione anziana e i pazienti piu’ giovani. Compromissione epatica: non sononecessari aggiustamenti della dose nei pazienti con insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4). Compromissione renale: sebbene non siano previste modifiche della dose, occorre cautela nei pazienti con compromissione della funzionalita’ renale (vedere paragrafo 5.2). Modo di somministrazione: il medicinale deve essere assunto per via orale, con un bicchiere d’acqua.

CONSERVAZIONE

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

AVVERTENZE

Casi di diarrea da Clostridium difficile (CDAD) sono stati segnalati in associazione all’uso di quasi tutti gli agenti antibatterici, inclusa la rifaximina. Non si puo’ escludere una possibile associazione trail trattamento con la rifaximina, la CDAD e la colite pseudomembranosa (PMC). A causa della mancanza di dati e della possibile grave alterazione della flora intestinale con conseguenze sconosciute, la somministrazione concomitante della rifaximina con altre rifamicine non e’ raccomandata. I pazienti devono essere informati che, malgrado il trascurabile assorbimento del farmaco (inferiore all’1%), la rifaximina, cometutti i derivati della rifamicina, puo’ provocare una colorazione rossastra delle urine. Compromissione epatica: usare con cautela nei pazienti con grave compromissione epatica (classe Child-Pugh C) e nei pazienti con punteggio MELD (Model for End-Stage Liver Disease) > 25 (vedere paragrafo 5.2). Si consiglia cautela nel caso in cui sia richiesto l’uso contemporaneo di rifaximina e di un inibitore della glicoproteina P, come la ciclosporina (vedere paragrafo 4.5). In pazienti in trattamento con warfarin che assumevano rifaximina sono stati segnalati siaaumenti che riduzioni dei valori del rapporto internazionale normalizzato -INR- (in alcuni casi associati a sanguinamento). Nel caso in cuifosse necessaria la co-somministrazione, l’INR deve essere attentamente monitorato nel momento in cui il trattamento con rifaximina viene iniziato o sospeso. Possono essere necessari aggiustamenti della dose degli anticoagulanti orali per mantenere il livello di anticoagulazionedesiderato (vedere paragrafo 4.5). Questo medicinale contiene meno di1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioe’ e’ essenzialmente ‘senzasodio’.

INTERAZIONI

Non vi e’ esperienza di somministrazione di rifaximina a soggetti in terapia con un altro agente antibatterico a base di rifamicina per il trattamento di un’infezione batterica sistemica. I dati in vitro dimostrano che la rifaximina non inibisce gli isoenzimi del principale citocromo P-450 (CYP) responsabili del metabolismo dei farmaci (CYP 1A2, 2A6, 2B6, 2C8, 2C9, 2C19, 2D6, 2E1, e 3A4). Negli studi di induzione invitro , la rifaximina non e’ risultata essere un induttore del CYP1A2e CYP2B6 ma un debole induttore del CYP3A4. In soggetti sani, gli studi clinici di interazione farmaco-farmaco hanno dimostrato che la rifaximina non altera in misura significativa la farmacocinetica dei substrati del CYP3A4. Tuttavia, in pazienti con funzionalita’ epatica compromessa non e’ possibile escludere che rifaximina, a causa della maggiore esposizione sistemica rispetto ai soggetti sani, possa ridurre l’esposizione ai substrati del CYP3A4 (p.es. warfarin, antiepilettici, antiaritmici, contraccettivi orali) qualora somministrati contemporaneamente. In pazienti in trattamento con warfarin che assumevano rifaximinasono stati segnalati sia aumenti che riduzioni dei valori del rapporto internazionale normalizzato (INR). Nel caso in cui fosse necessaria la co-somministrazione, l’INR deve essere attentamente monitorato nel momento in cui il trattamento con rifaximina viene iniziato o sospeso.Possono essere necessari aggiustamenti della dose degli anticoagulanti orali. Uno studio in vitro ha evidenziato che la rifaximina e’ un substrato moderato della glicoproteina P (Pgp) ed e’ metabolizzato dal CYP3A4. Non e’ noto se l’assunzione concomitante di farmaci inibitori del CYP3A4 possa aumentare l’esposizione sistemica alla rifaximina. In soggetti sani, la somministrazione concomitante di una singola dose diciclosporina (600 mg), un potente inibitore della glicoproteina P, con una singola dose di rifaximina (550 mg) ha determinato incrementi corrispondenti a 83 e 124 volte il valore medio di C max di rifaximina eAUC infinito. Il significato clinico di questo incremento di esposizione sistemica non e’ noto. Il potenziale di interazione con altri farmaci a livello dei trasportatori e’ stato valutato in vitro . Questi studi suggeriscono che e’ improbabile un’interazione clinica tra la rifaximina e altri composti soggetti a efflusso tramite la P-gp e altre proteine di trasporto (MRP2, MRP4, BCRP e BSEP).

EFFETTI INDESIDERATI

Studi clinici: la sicurezza della rifaximina in pazienti in remissione da encefalopatia epatica (EE) e’ stata valutata nell’ambito di due studi, uno studio di fase 3 randomizzato, in doppio-cieco, controllato verso placebo (RFHE3001) e uno studio in aperto a lungo termine (RFHE3002). Nello studio RFHE3001 140 pazienti trattati con la rifaximina (alla dose di 550 mg due volte al giorno per 6 mesi) sono stati confrontati con 159 pazienti trattati con placebo, mentre nello studio RFHE3002 322 pazienti, di cui 152 provenienti dallo studio RFHE3001, sono stati trattati con la rifaximina 550 mg due volte al giorno per 12 mesi (66% dei pazienti) e per 24 mesi (39% dei pazienti), per un’esposizionemediana di 512,5 giorni. Inoltre, in tre studi di supporto 152 pazienti con encefalopatia epatica hanno ricevuto dosi di rifaximina comprese tra 600 mg e 2.400 mg al giorno fino a un massimo di 14 giorni. Di seguito sono riportate tutte le reazioni avverse che si sono verificatein pazienti trattati con la rifaximina con un’incidenza >=5% e superiore (>=1%) a quella osservata nei pazienti trattati con placebo nell’ambito dello studio RFHE3001. Reazioni avverse che si sono verificate in >=5% dei pazienti trattati con la rifaximina e con un’incidenza superiore rispetto al placebo nello studio RFHE3001. Patologie del sistemaemolinfopoietico: anemia. Patologie gastrointestinali: ascite, nausea, dolore addominale superiore. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: edema periferico, piressia. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: spasmi muscolari, artralgia. Patologie del sistema nervoso: capogiri. Disturbi psichiatrici: depressione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: dispnea. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: prurito, eruzione cutanea. Le reazioni avverse osservate nello studio controllato verso placebo RFHE3001, nello studio a lungo termine RFHE3002 edalla esperienza post-marketing, suddivise in base alla classificazione per sistemi e organi MedDRA e in base alla frequenza. Le categorie di frequenza sono definite in base alla convenzione seguente: molto comune (>=1/10); comune (>=1/100, <1/10); non comune (>=1/1.000, <1/100); raro (>=1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non puo’ essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravita’. Reazioni avverse suddivise in base alla classificazione per sistemi e organi MedDRA e in base allafrequenza. Infezioni e infestazioni. Non comune: infezioni da clostridi, infezioni delle vie urinarie, candidiasi; raro: polmonite, cellulite, infezioni delle vie respiratorie superiori, rinite. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: anemia; non nota: trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazioni anafilattiche,angioedemi, ipersensibilit?. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non comune: anoressia, iperpotassiemia; raro: disidratazione. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione; non comune: stato confusionale, ansia, ipersonnia, insonnia. Patologie del sistema nervoso. Comune:capogiri, mal di testa; non comune: disturbi dell’equilibrio, amnesia, convulsioni, disturbi dell’attenzione, ipoestesia, compromissione della memoria. Patologie vascolari. Non comune: vampate di calore; raro:ipertensione, ipotensione; non nota: pre-sincope, sincope. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea; non comune: versamento pleurico; raro: malattia polmonare cronica ostruttiva. Patologie gastrointestinali. Comune: dolore addominale superiore, distensione dell’addome, diarrea, nausea, vomito, ascite; non comune: dolore addominale, emorragia da varici esofagee, bocca secca, disturbi allo stomaco; raro: stipsi. Patologie epatobiliari. Non nota: alterazioni deitest di funzionalit? epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzioni cutanee, prurito; non nota: dermatite, eczema. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo.Comune: spasmi muscolari, artralgia; non comune: mialgia; raro: dolore alla schiea. Patologie renali e urinarie. Non comune: disuria, pollachiuria; raro: proteinuria. Patologie sistemiche e condizioni relativealla sede di somministrazione. Comune: edema periferico; non comune: edema, piressia; raro: astenia. Esami diagnostici. Non nota: anomalie del rapporto internazionale normalizzato. Traumatismo, avvelenamento ecomplicazioni da procedura. Non comune: cadute; raro: contusioni, dolore procedurale. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale e’ importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e’ richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazionireazioni-avverse .

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: non sono disponibili o sono limitati i dati relativi all’uso di rifaximina in donne in stato di gravidanza. Gli studi sugli animali evidenziano effetti transitori sull’ossificazione e variazioni scheletriche nel feto (vedere paragrafo 5.3). A scopo precauzionale, l’uso della rifaximina non e’ raccomandato durante la gravidanza. Allattamento: non e’ noto se la rifaximina e i suoi metaboliti vengano escreti nel latte materno. Non e’ possibile escludere un rischio per i neonati allattati al seno. La decisione di interrompere l’allattamento al seno o di interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con la rifaximina deve essere presa tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Fertilita’: gli studi sugli animali non indicano effetti dannosidiretti o indiretti sulla fertilita’ maschile e femminile.

Forma farmaceutica

COMPRESSE RIVESTITE

Scadenza

36 MESI

Confezionamento

BLISTER