WINCLAR OS 250MG/5ML 100ML+DOS

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DENOMINAZIONE

WINCLAR 250 MG/5 ML GRANULATO PER SOSPENSIONE ORALE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Antibatterici generali per uso sistemico – Macrolidi.

PRINCIPI ATTIVI

250 mg/5 mL granulato per sospensione orale. 100 mL di sospensione ricostituita contengono: claritromicina 5,00 g.

ECCIPIENTI

Carbopol 974, povidone, ipromellosa ftalato, olio di ricino, gel di silice, saccarosio, gomma xantan, aroma frutti misti, potassio sorbato,acido citrico, titanio diossido, maltodestrine, acqua.

INDICAZIONI

Deve essere tenuta in considerazione la guida ufficiale sull’uso appropriato degli agenti antibatterici. Il medicinale da 250 mg/5ml e’ indicato nei bambini dai 6 mesi ai 12 anni di eta’. Trattamento di infezioni causate da patogeni sensibili alla claritromicina. Infezioni del tratto rino-faringeo (tonsilliti, faringiti), dei seni paranasali. Infezioni del tratto respiratorio inferiore: bronchiti, polmoniti batteriche e polmoniti atipiche. Infezioni della pelle: impetigine, erisipela,follicolite, foruncolosi e ferite infette. Otite Media Acuta (OMA).

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR

Ipersensibilita’ al principio attivo, agli antibiotici della classe dei macrolidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Somministrazione concomitante di claritromicina con uno qualsiasi dei seguenti farmaci: astemizolo, cisapride, domperidone, pimozide e terfenadina, dal momento che possono indurre un prolungamento dell’intervallo QT ed aritmie cardiache, inclusa tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare etorsione di punta. Somministrazione concomitante di claritromicina con ticagrelor o ranolazina. Somministrazione concomitante di claritromicina ed alcaloidi dell’ergot (ergotamina o diidroergotamina), perche’ puo’ condurre a tossicita’ da segale cornuta. Somministrazione concomitante di claritromicina e midazolam per uso orale. La claritromicina non deve essere somministrata a pazienti con pregresso prolungamento dell’intervallo QT (prolungamento dell’intervallo QT, congenito o acquisito, documentato) o aritmia cardiaca ventricolare, inclusa torsione dipunta. La claritromicina non deve essere somministrata contemporaneamente agli inibitori della HMG-CoA riduttasi (statine), che sono estensivamente metabolizzati dal CYP3A4 (lovastatina o simvastatina), a causa dell’aumentato rischio di miopatia, inclusa la rabdomiolisi. La claritromicina non deve essere somministrata a pazienti con ipokaliemia (rischio di prolungamento dell’intervallo QT). La claritromicina non deve essere somministrata a pazienti che soffrono di grave insufficienza epatica associata a danno renale. Come con altri potenti inibitori dell’enzima CYP3A4, la claritromicina non deve essere usata in concomitanza con colchicina.

POSOLOGIA

Posologia. Sono stati condotti studi clinici somministrando la sospensione pediatrica a base di claritromicina in bambini dai 6 mesi ai 12 anni di eta’. Di conseguenza i bambini al di sotto dei 12 anni di eta’devono assumere la sospensione pediatrica (granulato per sospensione orale). Il dosaggio giornaliero raccomandato nei bambini e’ di 7,5 mg/kg da somministrare due volte al giorno per le infezioni non micobatteriche. La durata usuale del trattamento e’ 5 – 10 giorni a seconda degli agenti patogeni coinvolti e della gravita’ dell’infezione. La sospensione puo’ essere assunta in concomitanza con i pasti e a digiuno e puo’ essere ingerita con il latte. Schema posologico. 250 mg/5 ml granulato per sospensione orale. Utilizzo del cucchiaino. Per un peso dei bambini di 11-20 kg somministrare 1/2 cucchiaino (2,5 ml) 2 volte al d?. Per un peso dei bambini di 21-30 kg somministrare 3/4 cucchiaino (3,75 ml) 2 volte al d?. Per un peso dei bambini di 31-40 kg somministrare 1 cucchiaino (5 ml) 2 volte al d?. Schema posologico del medicinale. Utilizzo della siringa – dosatrice per singola somministrazione (aspirare la sospensione fino alla corrispondente tacca dei kg). Per un peso dei bambini di 4 kg somministrare 30 mg due volte al d?. Per un peso dei bambini di 8 kg somministrare 60 mg due volte al d?. Per un pesodei bambini di 12 kg somministrare 90 mg due volte al d?. Per un pesodei bambini di 16 kg somministrare 120 mg due volte al d?. Per un peso dei bambini di 20 kg somministrare 150 mg due volte al d?. Per un peso dei bambini di 24 kg somministrare 180 mg due volte al d?. Per un peso dei bambini di 28 kg somministrare 210 mg due volte al d?. Per un peso dei bambini di 32 kg somministrare 240 mg due volte al d?. Per unpeso dei bambini di 36 kg somministrare 270 mg due volte al d?. Per un peso dei bambini di 40 kg somministrare 300 mg due volte al d?. Per un peso dei bambini di 44 kg somministrare 330 mg due volte al d?. Perun peso dei bambini di 48 kg somministrare 360 mg due volte al d?. Pazienti con compromissione renale. Nei pazienti con insufficienza renale in cui la clearance della creatinina e’ inferiore a 30 ml/min/1,73 m^2, il dosaggio deve essere ridotto della meta’, ad esempio 250 mg unavolta al giorno o 250 mg due volte al giorno in caso di infezioni gravi. In tali pazienti la somministrazione non deve essere proseguita oltre i 14 giorni. Modo di somministrazione. Uso orale. Preparazione della sospensione orale in flacone Per preparare la sospensione del medicinale aggiungere al granulato contenuto nel flacone acqua fino al segno impresso sul flacone. Agitare bene. Aggiungere ancora acqua fino a riportarla al segno. Agitare bene prima di ogni uso. La sospensione cosi’ preparata ha una concentrazione pari al 5% per il farmaco. Utilizzodella siringa -dosatrice. Svitare il tappo presente sul flacone. Inserire la siringa sul collo del flacone mediante l’apposito adattatore. Aspirare la dose desiderata indicata sulla scala del dosatore e, dopo aver estratto solo la siringa, effettuare la somministrazione. Quindi,lasciando l’adattatore inserito, riavvitare il tappo sul collo del flacone. Il dosaggio va effettuato in base alla scala riportata sulla siringa, fino al corrispondente peso corporeo del bambino.

CONSERVAZIONE

Conservare a temperatura non superiore a 30 gradi C. La sospensione ricostituita puo’ essere conservata a temperatura ambiente per 14 giorni.

AVVERTENZE

La claritromicina non deve essere prescritta a donne in gravidanza senza un’attenta valutazione del rischio/beneficio, in particolare durante il primo trimestre di gravidanza. Come con altri antibiotici l’uso prolungato di claritromicina puo’ provocare l’insorgenza di sovrainfezioni da batteri resistenti e da miceti che richiedono l’interruzione del trattamento e l’adozione di idonee terapie. E’ necessario porre attenzione in quei pazienti che manifestano grave insufficienza renale. Con l’uso di claritromicina sono stati riportati casi di disfunzione epatica inclusi enzimi epatici aumentati, danno epatocellulare e/o epatite colestatica, con o senza ittero. Questa disfunzione epatica puo’ essere grave ed e’ solitamente reversibile. Sono stati riportati casi fatali di insufficienza epatica e solitamente sono stati associati a gravi malattie di base o trattamenti concomitanti. Si deve raccomandare al paziente di interrompere il trattamento e contattare il proprio medico nel caso si presentassero segni e sintomi di malattia epatica, comeanoressia, ittero, urine scure, prurito o dolore addominale. Con l’uso di quasi tutti gli antibatterici, inclusi i macrolidi, sono stati segnalati casi di colite pseudomembranosa, con un intervallo di gravita’compreso tra il moderato e il rischioso per la vita. Sono stati segnalati casi di diarrea da Clostridium difficile (CDAD) con l’uso della maggior parte degli antibatterici, compresa la claritromicina, che puo’variare dalla diarrea moderata alla colite fatale. Il trattamento conagenti antibatterici altera la normale flora batterica intestinale, che puo’ condurre ad una proliferazione eccessiva del C. difficile. In tutti i pazienti che, in seguito all’assunzione di antibiotici, lamentino episodi di diarrea, si deve valutare l’eventuale presenza di CDAD (diarrea da Clostridium difficile). Questi pazienti devono essere sottoposti ad un’attenta anamnesi poiche’ e’ stato segnalato che il CDAD si puo’ presentare nel corso dei due mesi che seguono l’assunzione di agenti antibatterici. Quindi la sospensione del trattamento deve avvenire senza tener conto dell’indicazione terapeutica. Deve essere effettuato un test microbico e iniziato un trattamento adeguato. Va evitata la somministrazione di agenti antiperistaltici. Essendo la claritromicina metabolizzata ed escreta principalmente a livello epatico, particolare cautela deve essere posta nella somministrazione del farmaco a pazienti con funzionalita’ epatica ridotta e nei soggetti con danno renale di grado moderato o severo. Colchicina. Sono stati riportati casi post- marketing di tossicita’ da colchicina con l’uso concomitante di colchicina e claritromicina, specialmente in pazienti anziani, alcuni dei quali si sono verificati in pazienti con insufficienza renale. Sono stati riportati decessi in alcuni di questi pazienti. La somministrazione concomitante di claritromicina e colchicina e’ controindicata. Si raccomanda attenzione nella somministrazione concomitante di claritromicina e triazolobenzodiazepine, come triazolam e midazolam iniettabileo oromucosale. Si raccomanda attenzione nella somministrazione concomitante di claritromicina e altri farmaci ototossici, in particolare amminoglicosidi. E’ consigliabile un monitoraggio periodico della funzionalita’ vestibolare e uditiva durante e dopo il trattamento. Eventi cardiovascolari: E’ stato osservato, in pazienti trattati con macrolidi inclusa la claritromicina, il prolungamento dell’intervallo QT che riflette gli effetti sulla ripolarizzazione cardiaca che comporta un rischio di sviluppo di aritmia cardiaca e torsioni di punta. A causa dell’aumentato rischio di prolungamento dell’intervallo QT e di aritmie ventricolari (incluse torsioni di punta), l’uso di claritromicina e’ controindicato: in pazienti che assumono astemizolo, cisapride, domperidone, pimozide e terfenadina; nei pazienti con ipokaliemia; e in pazienticon anamnesi di prolungamento dell’intervallo QT o aritmia cardiaca ventricolare. Inoltre, la claritromicina deve essere usata con cautela nei seguenti casi: pazienti con malattia coronarica, grave insufficienza cardiaca, disturbi della conduzione o bradicardia clinicamente rilevante; pazienti con ipomagnesiemia; pazienti che stanno assumendo contemporaneamente altri medicinali associati a prolungamento dell’intervallo QT diversi da quelli controindicati. Studi epidemiologici che valutavano il rischio di esiti cardiovascolari avversi con i macrolidi hanno mostrato risultati variabili. Alcuni studi osservazionali hanno identificato un raro rischio a breve termine di aritmia, infarto miocardico e mortalita’ cardiovascolare associato ai macrolidi, tra cui la claritromicina. Durante la prescrizione della claritromicina si devono bilanciare questi risultati con i benefici del trattamento. Polmonite: in previsione dell’emergente resistenza dello Streptococcus pneumoniae ai macrolidi, e’ importante effettuare un test di sensibilita’ prima di prescrivere la claritromicina per il trattamento delle polmoniti comunitarie. Nelle polmoniti nosocomiali la claritromicina deve essere somministrata in combinazione con antibiotici addizionali appropriati. Infezioni della cute e dei tessuti molli di intensita’ da lieve a moderata: queste infezioni sono molto spesso provocate da Staphylococcus aureus e Streptococcus pyogenes , i quali possono entrambi essere resistenti ai macrolidi. Quindi e’ necessario effettuare un test di sensibilita’. Nei casi in cui non possano essere utilizzati antibiotici betalattamici (ad es. allergie), altri antibiotici, come la clindamicina, possono essere il farmaco di prima scelta. Attualmente i macrolidi giocano un ruolo fondamentale solo nelle infezioni della pelle e dei tessuti molli, come quelle causate da Corynebacterium minutissimum (eritrasma), acne vulgaris, erisipela e in quelle situazioni in cui non puo’ essere instaurata una terapia a base di penicillina. Nel caso in cui si verificassero gravi reazioni di ipersensibilita’ acuta, come anafilassi, reazioni avverse cutanee severe (SCAR) (ad esempio, pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP), Sindrome di Stevens- Johnson (SJS), necrolisi tossica epidermica (TEN) ed eruzione cutanea con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), la terapia con claritromicina deve essere immediatamente interrotta e deve essere immediatamente adottato untrattamento idoneo. Claritromicina deve essere utilizzata con cautelaquando somministrata contemporaneamente a farmaci in grado di indurrel’enzima CYP3A4. E’ necessario porre attenzione alla possibilita’ di una resistenza crociata tra claritromicina ed altri macrolidi, lincomicina e clindamicina Inibitori della HMG-CoA riduttasi (statine). E’ controindicato l’uso concomitante di claritromicina e lovastatina o simvastatina. Deve essere prestata attenzione quando si prescrive claritromicina con altre statine.

INTERAZIONI

L’uso dei seguenti medicinali e’ assolutamente controindicato a causadei potenziali gravi effetti dovuti alla loro interazione farmacologica. Astemizolo, cisapride, domperidone, pimozide e terfenadina. Elevati livelli di cisapride sono stati riscontrati in pazienti che assumevano contemporaneamente cisapride e claritromicina. L’assunzione concomitante ha dato luogo a intervallo QT prolungato, aritmie cardiache inclusa tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsione dipunta. Effetti simili sono stati osservati in pazienti che assumevanocontemporaneamente claritromicina e pimozide. In letteratura e’ riportato che i macrolidi alterano il metabolismo della terfenadina aumentandone i livelli che occasionalmente sono stati associati ad aritmie cardiache, quali QT prolungato, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsione di punta. In uno studio su 14 volontari sani, la concomitante somministrazione di claritromicina e terfenadina ha portato ad un incremento di due-tre volte del livello sierico del metabolita acido della terfenadina e ad un prolungamento dell’intervallo QT che non ha portato a nessun effetto clinico rilevabile. Effetti similisono stati associati con la somministrazione concomitante di astemizolo ed altri macrolidi. Midazolam orale. Quando il midazolam e’ stato somministrato in concomitanza alla claritromicina in compresse (500 mg due volte al giorno), l’AUC del midazolam e’ risultata aumentata di 7 volte in seguito alla somministrazione di midazolam per via orale. La somministrazione concomitante di midazolam orale e claritromicina e’ controindicata. Alcaloidi dell’ergot. Alcune segnalazioni post- marketing indicano che la co-somministrazione di claritromicina e ergotamina o diidroergotamina e’ stata associata a tossicita’ acuta da ergot (ergotismo) caratterizzata da vasospasmo e ischemia delle estremita’ e di altri tessuti, incluso il sistema nervoso centrale. E’ controindicata la concomitante somministrazione di claritromicina e questi farmaci. Inibitori della HMG-CoA riduttasi (statine). E’ controindicato l’uso concomitante di claritromicina e lovastatina o simvastatina in quanto queste statine sono estensivamente metabolizzate dal CYP3A4 e il trattamento concomitante con claritromicina ne aumenta la concentrazione plasmatica, la quale aumenta il rischio di miopatia, inclusa la rabdomiolisi. Sono stati riportati casi di rabdomiolisi in pazienti che assumevano claritromicina contemporaneamente a queste statine. Se il trattamento con claritromicina non puo’ essere evitato, la terapia con lovastatina o simvastatina deve essere sospesa durante il trattamento. Deve essere prestata attenzione quando si prescrive claritromicina con statine. In situazioni dove l’uso concomitante di claritromicina e statine non puo’ essere evitato, si raccomanda di prescrivere la dose piu’ bassa registrata di statine. Puo’ essere valutata la possibilita’ di utilizzare una statina che non sia dipendente dal metabolismo dell’enzima CYP3A (ad es. fluvastatina). I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di miopatia. Effetti di altri medicinali sulla claritromicina. I farmaci che inducono il CYP3A (ad es. rifampicina, fenitoina,carbamazepina, fenobarbitale, erba di San Giovanni) possono indurre il metabolismo della claritromicina. Questo porta a dei livelli sub- terapeutici di claritromicina con riduzione dell’efficacia terapeutica. Inoltre, potrebbe essere necessario monitorare le concentrazioni plasmatiche dell’induttore del CYP3A, che possono aumentare a causa dell’inibizione del CYP3A da parte della claritromicina. La concomitante somministrazione di rifabutina e claritromicina ha determinato un aumento dei livelli sierici della rifabutina, una diminuzione dei livelli sierici della claritromicina, associati ad un maggiore rischio di uveite. E’ stato accertato o si sospetta che i seguenti farmaci influenzino leconcentrazioni di claritromicina circolante; potrebbe essere necessario procedere ad un aggiustamento del dosaggio di claritromicina o potrebbe essere presa in considerazione l’eventualita’ di un ricorso a terapie alternative. Efavirenz, nevirapina, rifampicina, rifabutina e rifapentina I farmaci che risultano essere forti induttori del metabolismo del citocromo P450 come l’efavirenz, la nevirapina, la rifampicina, la rifabutina e la rifapentina possono accelerare il metabolismo dellaclaritromicina e di conseguenza abbassare i livelli plasmatici della claritromicina, aumentando al contempo i livelli plasmatici del 14-OH-claritromicina, un metabolita che risulta anche attivo dal punto di vista microbiologico. Poiche’ le attivita’ microbiologiche della claritromicina e del 14-OH-claritromicina sono differenti per batteri diversi, l’effetto terapeutico previsto potrebbe essere annullato nel corso della somministrazione concomitante di claritromicina e di induttori enzimatici. Etravirina. L’esposizione alla claritromicina e’ stata ridotta dall’etravirina; tuttavia, la concentrazione del metabolita attivo, 14-OH-claritromicina, e’ aumentata. Dal momento che la 14-OH-claritromicina ha ridotto l’attivita’ contro il Mycobacterium Avium Complex (MAC), puo’ essere alterata l’attivita’ complessiva nei confronti di questo patogeno, quindi per il trattamento del MAC e’ necessario valutare delle alternative alla claritromicina. Fluconazolo. La somministrazione concomitante di 200 mg di fluconazolo al giorno e di una dose paria 500 mg di claritromicina due volte al giorno a 21 volontari sani hadeterminato aumenti della concentrazione minima basale media di claritromicina (C min ) e dell’area sotto la curva (AUC) pari al 33% ed al 18%, rispettivamente. Le concentrazioni basali del metabolita attivo, la 14-OH-claritromicina, non sono state influenzate in maniera significativa dalla somministrazione concomitante di fluconazolo. Non e’ necessario procedere ad alcun aggiustamento del dosaggio di claritromicina. Ritonavir. Uno studio di farmacocinetica ha dimostrato che la contemporanea somministrazione di 200 mg di ritonavir ogni 8 ore e 500 mg diclaritromicina ogni 12 ore conduce ad una marcata inibizione del metabolismo della claritromicina. Con la concomitante somministrazione di ritonavir e’ stato osservato un aumento della C max della claritromicina pari al 31%, un aumento della C min del 182% ed un aumento della AUC del 77%. E’ stata notata una completa inibizione della formazione del 14-OH-claritromicina. In considerazione della larga finestra terapeutica della claritromicina, in pazienti con funzione renale normale, non devono essere necessarie riduzioni del dosaggio.

EFFETTI INDESIDERATI

Riassunto del profilo di sicurezza. Le piu’ frequenti e comuni reazioni avverse correlate alla terapia a base di claritromicina sia per i pazienti adulti che per i pazienti pediatrici sono dolore addominale, diarrea, nausea, vomito e perversione del gusto. Questi eventi avversi sono di solito di media intensita’ e sono coerenti con il profilo di sicurezza noto per gli antibiotici macrolidici. Non c’e’ una differenzasignificativa nell’incidenza di tali reazioni avverse gastrointestinali, durante gli studi clinici, tra pazienti con o senza infezioni micobatteriche pre-esistenti. Di seguito sono riassunte le reazioni avverse segnalate durante gli studi clinici e l’esperienza post-marketing relative alla claritromicina compresse a rilascio immediato, granulato per sospensione orale, polvere e solvente per soluzione per infusione, compresse a rilascio prolungato e compresse a rilascio modificato. Le reazioni avverse considerate possibilmente correlate alla claritromicina sono riportate per tipologia di organo e frequenza, in accordo allaseguente convenzione: comune (>=1/100, <1/10); non comune (>=1/1000, < 1/100); non nota (la frequenza non puo’ essere definita sulla base dei dati disponibili). In ogni gruppo di frequenza, le reazioni avversesono presentate in base ad un ordine di gravita’ decrescente, nei casi in cui quest’ultima puo’ essere stimata. Infezioni ed infestazioni. Non comune: infezione da candida, infezione, infezione della vagina; non nota: colite pseudomembranosa, erisipela. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: leucopenia, piastrinosi; non nota: agranulocitosi, trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune:ipersensibilit?; non nota: reazione anafilattica, angioedema. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non comune: anoressia, appetito ridotto. Disturbi psichiatrici. Comune: insonnia; non comune: ansia, nervosismo; non nota: disturbo psicotico, stato confusionale, depersonalizzazione, depressione, disorientamento, allucinazione, sogni anormali, mania. Patologie del sistema nervoso. Comune: disgeusia, cefalea, perversione del gusto; non comune: capogiro, sonnolenza, tremore; non nota: convulsione, ageusia, parosmia, anosmia, parestesia. Patologie dell’orecchio e del labirinto. Non comune: vertigine, udito compromesso,tinnitus. Non nota: perdita dell’udito. Patologie cardiache. Non comune: palpitazioni; non nota: torsione di punta, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare. Patologie vascolari. Non nota: emorragia. Patologie gastrointestinali. Comune: diarrea, vomito, dispepsia, nausea, dolore addominale; non comune: gastrite, stomatite, glossite, costipazione, bocca secca, eruttazione, flatulenza; non nota: pancreatite acuta, alterazione del colore della lingua, alterazione del colore dei denti. Patologie epatobiliari. Non nota: insufficienza epatica, ittero epatocellulare. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea, iperidrosi; non comune: prurito, orticaria, esantema maculopapulare; non nota: reazioni avverse cutanee severe (scar) (ad esempio, pustolosi esantematica acuta generalizzata (agep), sindrome di stevens- johnson, necrolisi tossica epidermica, eruzione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (dress), acne. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: spasmi muscolari; non nota: rabdomiolisi, miopatia. Patologie renali e urinarie. Non nota: insufficienza nella funzione renale, nefrite interstiziale, cromaturia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: piressia, astenia. Esami diagnostici. Comune: prove di funzionalit? epatica anormali; non comune: prolungamento dell’intervallo qt del tracciato elettrocardiografico, alaninaamminotrasferasi aumentata, aspartato amminotrasferasi aumentata; nonnota: aumento del rapporto internazionale normalizzato, tempo di protrombina prolungato. Descrizione di reazioni avverse selezionate. In alcuni dei casi di rabdomiolisi riportati, la claritromicina era stata somministrata in concomitanza a statine, fibrati, colchicina o allopurinolo. Sono stati riportati casi post- marketing di interazione farmacologica ed effetti sul Sistema Nervoso Centrale (SNC) (ad es. sonnolenza e confusione) con l’uso concomitante di claritromicina e triazolam. Si suggerisce di monitorare il paziente nel caso aumentassero gli effetti farmacologici a livello del SNC. Popolazioni pediatriche. Sono stati condotti studi clinici somministrando la sospensione pediatrica a base di claritromicina in bambini dai 6 mesi ai 12 anni di eta’. Di conseguenza i bambini al di sotto dei 12 anni di eta’ devono assumere la sospensione pediatrica. Ci si aspetta che frequenza, tipo e gravita’ delle reazioni avverse siano equiparabili a quelle che si verificano negli adulti. e. Pazienti immunocompromessi In pazienti affetti da AIDS o immunocompromessi trattati per infezioni da Micobatteri con un alto dosaggio di claritromicina per lunghi periodi e’ stato difficile distinguere le reazioni avverse probabilmente associate alla somministrazione di claritromicina con le manifestazioni associate al Virus da Immunodeficienza Umana (HIV) o alla malattia intercorrente. Nei pazienti adulti, la reazione avversa piu’ frequentemente riportata da pazienti trattati con dosi giornaliere totali pari a 1000 mg e 2000 mg di claritromicina sono state: nausea, vomito, perversione del gusto, dolore addominale, diarrea, eruzione cutanea, flatulenza, mal di testa, costipazione, disturbi dell’udito, aumento dei valori SGOT ( Transaminasi Glutammico-Ossalacetico Sierica ) e SGPT ( Transaminasi Glutammico-PiruvicoSierica ). Reazioni addizionali a minor frequenza includono dispnea, insonnia e bocca secca. L’incidenza era comparabile per quei pazienti trattati con 1000 mg e 2000 mg, ma erano generalmente 3-4 volte piu’ frequenti in quei pazienti che ricevevano una dose giornaliera totale di claritromicina pari a 4000 mg. In questi pazienti immunocompromessi le valutazioni dei valori di laboratorio sono state effettuate analizzando quei valori al di fuori dei livelli anormali considerati seri peril test specifico (ad es. Limiti superiori e inferiori). Sulla base di questi criterii, circa il 2% o il 3% dei pazienti che avevano assunto 1000 mg o 2000 mg di claritromicina al giorno mostravano valori estremamente elevati di SGOT e SGPT, e livelli estremamente bassi di globuli bianchi e conta piastrinica. Una piu’ bassa percentuale di pazientiinclusa in questi due gruppi di dosaggio ha mostrato anche elevati valori di azotemia. Un’incidenza lievemente piu’ elevata dei normali valori e’ stata notata in pazienti trattati con 4000 mg di claritromicinaal giorno per tutti i parametri esclusa la formula leucocitaria.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza: non e’ stata valutata la sicurezza della claritromicina per l’utilizzo nelle donne in stato di gravidanza. Sulla base dei risultati ottenuti da studi su topi, ratti, conigli e scimmie non puo’ essere esclusa la possibilita’ di effetti dannosi sullo sviluppo embrio-fetale. Di conseguenza non e’ raccomandato l’uso in gravidanza senza un’attenta valutazione del rischio/beneficio. Allattamento: non e’ stata stabilita la sicurezza della claritromicina per l’utilizzo durante l’allattamento al seno dei neonati. La claritromicina e’ escreta nel latte materno. Fertilita’: studi condotti sul ratto non hanno mostrato alcuna evidenza di effetti nocivi sulla fertilita’.

Forma farmaceutica

GRANULATO PER SOSPENSIONE ORALE

Scadenza

42 MESI

Confezionamento

FLACONE